Valentino Rossi sta facendo l’impossibile per tornare veloce e competitivo. Basta pochissimo, perché i distacchi tra i piloti sono sempre sempre minimi, ma proprio per questo è fondamentale farcela. Così il 9 volte iridato sta cercando soluzioni di ogni genere, dalla messa a punto elettronica alla distribuzione dei pesi. Soprattutto però, sta lavorando su sé stesso e sul proprio stile di guida per interpretare la sua M1 come i piloti più giovani: testa protesa in avanti e corpo completamente fuori dalla moto, per trovare più fiducia con l’avantreno e massimizzare la velocità di percorrenza. Per farlo Valentino sta anche abbandonando alcune lunghe tradizioni, cosa che per un pilota con i suoi riti e la sua scaramanzia è tutt’altro che semplice. Andare più forte però, resta la priorità assoluta di ogni pilota.
Per tutta la sua lunga carriera, Valentino Rossi ha sempre dedicato la parte posteriore della sella ai suoi animali: in principio fu Guido, il Bulldog Inglese diventato uno dei marchi del Dottore. Poi, per la stagione 2009, sulla sella del 9 volte iridato si sono stabiliti Cesare e Cecilia, altri due Bulldog che nel 2018 sono stati raggiunti dal gatto Rossano. Dal 2019 ad oggi invece, a fare compagnia al gatto sulle moto di Valentino ci sono due Golden Retriever, Ulisse e Penelope. Tutti sempre ben visibili, almeno fino ad oggi. Perché da Portimaõ la sella del fuoriclasse pesarese è stata modificata con un’unghia in spugna che abbiamo notato quasi per caso. Da Jerez poi, la spugna sembra anche più vistosa rispetto a quanto visto in Portogallo. L’obiettivo, manco a dirlo, è quello di cambiare stile di guida. Per capire come abbiamo contattato Mauro Sanchini, voce tecnica della MotoGP per Sky dal 2014.
“Faccio un’ipotesi, anche se magari lascia il tempo che trova - ha spiegato l’ex pilota - Quella spugna può averla messa per trovare una posizione diversa sulla moto, per migliorare il bilanciamento dei pesi. Anche perché penso che abbiano rivisto ulteriormente le geometrie della M1: Valentino ha bisogno di trovare più velocità e probabilmente anche un modo differente di utilizzare la moto. Questa spugna gli potrebbe servire per stare in una posizione leggermente diversa”.
Più che un aiuto in accelerazione o in frenata quindi, secondo Mauro Sanchini la modifica potrebbe influire positivamente in curva, che forse rappresenta la fase più delicata per Valentino: “Credo che possa aiutare soprattutto nella fase di ingresso e percorrenza perché ti tiene con il corpo un po’ più centrato. Magari con il casco riesci ad arrivare più vicino all’anteriore, cosa che aiuta la moto a girare di più in curva riprendendo lo stile di guida che funziona meglio adesso, con i piloti sempre più appesi alla moto”.
Lo scopo del supporto quindi è quello di spostare in avanti il peso del pilota per caricare maggiormente l’avantreno anche se, spiega Mauro, potrebbe essere pensato anche per i rettilinei: “Siamo sempre nel campo delle ipotesi, ma la spugna potrebbe anche avere un altro utilizzo: fatta in una certa maniera si usa anche per sollevare di più il sedere sul rettilineo, tenendo così la testa più bassa per migliorare l’aerodinamica ed avere una maggiore velocità di punta. Magari Valentino, che è più alto di altri piloti e prende più aria, può aver cercato una posizione più raccolta sulla sua M1. Però ecco, non lo posso dire con certezza. Sicuramente è un modo per modificare qualcosa della guida: avendo il sedere un po’ più avanti scarica meno peso sulla gomma posteriore. Quando i piloti riprendono il gas in mano in uscita di curva - e lo si vede soprattutto con lui - la moto va a dare una grossa spinta alla gomma. Questo talloncino in spugna potrebbe essere lì per migliorare la situazione”.
Se c’è una certezza però è questa: Valentino Rossi non si è arreso, sta lottando per tornare in alto. Anche andando contro la tradizione, con piccoli cambiamenti che possono portare a grandi passi in avanti. L'importante è ripartire e a volte basta un colpo di spugna.