Da qualche giorno è disponibile, sul sito Red Bull, il documentario di Marc Marquez All In, cinque episodi di un’ora circa ciascuno in cui il fuoriclasse spagnolo racconta alle telecamere brandelli di vita e di corse. Se non lo avete ancora visto - All In è stato lanciato a febbraio su Amazon Prime Video - è una buona occasione per recuperare quello che, a conti fatti, è il racconto più dettagliato che sia mai stato dedicato ad un pilota. Marc Marquez racconta le sue abitudini, la sua famiglia e un po’ delle dinamiche che ruotano attorno al mondo delle corse. Oltre a questo All In lascia trasparire una grande voglia da parte di Marc di farsi conoscere, cosa che lo ha portato ad un cambio di manager lo scorso anno e ad un modo di comunicare leggermente diverso, in cui (l’ultima volta lo abbiamo visto a Le Mans) dice cose che gli altri piloti pensano soltanto.
All In è un nome adatto, perché questa è stata (e continua ad essere) la carriera di Marc Marquez: dare tutto, sempre, anche sbagliando. Nel documentario ammette - seppur velatamente - di aver ostacolato Valentino Rossi nel 2015, spiega di essere “putilla”, ovvero “bastardo” in pista, mostra la sua grande determinazione al raggiungimento dei suoi obiettivi anche mentre attraversa un inferno sportivo fatto di operazioni chirurgiche e riabilitazione. Il vero limite di Marc però, almeno a giudicare dal girato, è il grande senso di solitudine che si percepisce in alcune scene: in casa ci sono il fratello Alex, l’assistente e spesso anche il padre Julià, eppure è tutto incentrato sulla prestazione, sulla carriera. D’altronde se questo è il documentario di Marc Marquez è perché la produzione è firmata Fast Brothers Production, società fondata per l’occasione dai due fratelli Marquez a maggio 2022. Se vi piacciono le corse o le storie di sport questo è un ottimo modo per passare qualche ora. La prima puntata (vi consigliamo di vederlo in lingua originale, il doppiaggio semplicemente non funziona) la trovate qui.