Quando un pilota del calibro di Marc Marquez si trova all'interno di una squadra, dove magari ha portato a casa diversi titoli mondiali, è chiaro che la sua presenza diventa il fulcro attorno a cui gira tutto il sistema. È stato il punto di forza e il limite del team Honda ufficiale degli ultimi anni, tanto è vero che quando Marc è "venuto meno" la Honda si è letteralmente persa per strada.
Le responsabilità di Alberto Puig non sono poche soprattutto dal momento che, tolto Marc, in Honda non sono mai stati in grado (o non hanno mai voluto?) di trovare un secondo pilota all’altezza. Con Marquez fuori gioco per infortunio Honda ha perso il suo punto di riferimento, e ora che Marc se n'è andato del tutto occorre che tutto cambi, e all'interno del team serve un nuovo metodo di lavoro più europeo.
Proprio per spiegare questo passaggio Honda ha pubblicato un video sul suo canale Youtube, dove Santi Hernandez (capo tecnico di Marc Marquez prima e di Joan Mir ora) spiega quali cambiamenti hanno dovuto affrontare e come è cambiato il metodo di lavoro con Mir. "Abbiamo iniziato la stagione con Joan nei test di Valencia, dove si trattava innanzi tutto di capire di cosa aveva bisogno. Certo, dopo tanto tempo con Marc, le cose sono completamente diverse. Ma - ha aggiunto Hernandez - la cosa positiva per me è che è un pilota che vuole imparare; affronta le cose con trasparenza e bisogna fidarsi di lui. Per lui è ancora tutto nuovo".
Dopo la prima gara in Qatar il bilancio non è negativo, Mir è arrivato a punti facendo 15° nella gara Sprint e 13° nel GP, ma stiamo parlando della Honda ufficiale e queste posizioni non possono certo essere considerate un successo. Anzi, prosegue Santi Hernandez, c'è ancora molto da lavorare per tornare al top e poter combattere almeno per le prime posizioni, sicuramente non per il mondiale. Il gap con le altre case è assolutamente evidente, ma in Honda sono convinti che Joan Mir possa essere l'uomo giusto al posto giusto per sviluppare la RC213V.
Il pilota spagnolo si è trovato dopo un solo anno da cadetto al fianco di Marc a uomo di punta di HRC, una posizione che in questo momento non è certamente delle più comode. Ma è altrettanto evidente che questa è per Mir un'occasione importante che non può e non vuole lasciarsi scappare: essere l'uomo in grado di riportare la Honda sul podio è un'occasione che lo spagnolo sembra intenzionato a portare a compimento lavorando duramente e, come dice Santi, ascoltando e assimilando tutte le indicazioni che gli arrivano.
A sentire il capo tecnico in Honda sono tutti intenzionati a remare nella stessa direzione, vedremo nelle prossime gare se arriveranno anche i risultati, perché lavorare bene (purtroppo) non basta.