I vecchi signori della MotoGP ripetono ciclicamente che il vero mondiale comincia in Europa. Questo, principalmente, perché ai tempi durante i primi appuntamenti del campionato correvano wildcard locali in grado di vincere le corse, alcune squadre non si presentavano, altre arrivavano a organico ridotto e le moto difettavano di una messa a punto adeguata. Nella MotoGP di oggi è tutto diverso, eppure questa regola continua ad essere citata e a funzionare: in Qatar ci arrivi con i test, si corre di notte e la pista è larga nonché coperta di un asfalto ad altissime prestazioni. Nel caso di Marc Marquez poi, quello di Lusail è anche di uno dei circuiti meno apprezzati in campionato: lo spagnolo può contare su due vittorie soltanto in carriera, di cui una con la Moto2 e un’altra relativa a una decina d’anni fa, numeri che per uno che ha vinto 8 titoli mondiali sono un buon termometro.
Così Marc Marquez ha rimesso in ordine il motorhome che condivide con il fratello (ed è guidato dal padre) per raggiungere l’Algarve, nello specifico il circuito di Portimão, per il primo GP europeo della stagione, nonché il primo su cui nessuno ha potuto svolgere dei test invernali con la MotoGP. Marc in Portogallo è velocissimo, tanto che il record sul giro, conquistato durante il secondo turno di qualifica nel 2023, porta il suo nome, un 1:37.226 che gli è valso la pole position contro ogni aspettativa. Il tutto, ovviamente, con quella Honda che nel corso di quella stagione si sarebbe rivelata così difficile da spremere da convincerlo a trovare un’alternativa individuata nel Team Gresini.
Ora che quell’alternativa c’è e che si chiama Ducati GP23 - la stessa con cui Pecco Bagnaia si è assicurato la vittoria sia nella sprint del sabato che nella gara della domenica - Marc Marquez ci restituirà un’idea più realistica della situazione. Di certo i mezzi per battere il vecchio record ottenuto con la Honda ci sono, sia per lui che per un’altra mezza dozzina di piloti.
Nel frattempo Marc continua a mostrarsi sui social con un’evidente fasciatura al braccio destro, lo stesso braccio che l’ha trascinato in quel lungo incubo cominciato a Jerez nel 2020. A volte è nascosto, altre è più in vista. La verità è che il carboncito si è operato per sindrome compartimentale quest’inverno e, nel primo weekend di gara, si è presentato con una fasciatura marchiata Red Bull a coprire il braccio per intero, cosa che verosimilmente farà anche in Portogallo. Di certo le sue parole dopo il GP del Qatar lasciano intendere una grandissima confidenza nei suoi mezzi: “Se facciamo un quinto posto a Lusail si lotta per il mondiale”, è sembrato, a grande linee, il metro di Marc per misurare la sua competitività rispetto agli avversari. E a Lusail ha chiuso col quarto posto, andando in buona parte oltre le aspettative.