La notizia l’aveva anticipata moto.it già qualche tempo fa: Davide Brivio sarebbe pronto a tornare in MotoGP con Suzuki. E da quell’anticipazione sono poi successi altri fatti che lasciano intendere che effettivamente è così che andrà. Perché Luca De Meo, CEO di Renault, è stato piuttosto categorico nel raccontare l’esperienza di Brivio in Formula1 con Alpine: “E’ un grandissimo professionista e una persona squisita, il suo ingaggio, tuttavia, non ha mai avuto un grande senso ed è un po’ sembrato un pesce fuori dall’acqua in Formula1”. Un modo per dire che probabilmente Brivio e Alpine sono già ai saluti, con Brivio che, appunto, sarebbe pronto a tornare nel motomondiale. Tanto che qualcuno aveva nuovamente accostato il suo nome a quello di Valentino Rossi, sognando un rientro dalla porta del neonato Team VR46 in MotoGP. Ma non sarà così e lo ha detto, ieri, anche Valentino Rossi nell’intervista di Sky con Guido Meda: “Davide Brivio è probabilmente il numero uno, il migliore con cui io abbia mai lavorato – ha affermato il Dottore – al momento, però, la VR46 ha altri piani”.
E altri piani ce li ha, verosimilmente, anche Brivio, visto che se davvero dovesse tornare in MotoGP lo farà con Suzuki, il team che poco prima dell’inizio del mondiale scorso aveva lasciato, come un fulmine a ciel sereno, per accettare la proposta che gli era arrivata dalla Formula1. In tanti in questi giorni hanno provato a rintracciare il manager italiano che, però, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Anche se tutto, ormai, lascia pensare che manca solo l’annuncio ufficiale. Tanto che Joan Mir, pilota della Suzuki, si è anche sbilanciato in proposito ai microfoni della stampa di mezzo mondo, nella prima giornata del GP del Made in Italy e dell’Emilia Romagna a Misano Adriatico: “Sarò felicissimo se verrà, ha fatto un lavoro straordinario in passato e se torna è perché questo è il suo mondo, non quello della Formula1 – ha affermato Mir – Comunque, al di là di Brivio o meno, serve una figura che possa rimpiazzarlo in Suzuki. Quest’anno Sahara si è adattato a coprire quel vuoto, ma non è il suo lavoro e ha dovuto letteralmente sdoppiarsi. E’ stata una soluzione adottata velocemente perché la partenza di Davide non se l’aspettava nessuno. La squadra però ha capito che non si può andare avanti così”.
In effetti in casa Suzuki le cose non hanno girato per il meglio quest’anno. Un calo da appagamento, che potrebbe essere fisiologico dopo la vittoria di un mondiale, ma probabilmente anche una macchina organizzativa che, senza l’uomo chiave, non ha funzionato come avrebbe dovuto: “Ce ne siamo accorti a stagione in corso – ha concluso Joan Mir - Durante l'anno però ci sono tante cose da fare e penso che durante la stagione non sia il momento migliore per cambiare i ruoli e addirittura nominare qualcuno di nuovo. Suzuki non sta andando piano, sta semplicemente aspettando che la stagione finisca per iniziare in un altro modo. Se non sarà Davide dovranno insegnare al nuovo a fare le cose. È opportuno aspettare la fine della stagione per farlo”.