Difficile dire quando sia stata l’ultima volta in cui tutte le moto giapponesi, in questo caso sia Honda che Yamaha, si sono trovate a fondo classifica in un turno ufficiale della MotoGP. Eppure il cronometro del Montmelò parla chiaro, senza diritto di replica: se guidi per una di queste due case non scendi sotto al minuto e quaranta, il tutto mentre Aleix Espargarò fa segnare un 1’38.686 che gli vale il record della pista. Così si compone una triste classifica dedicata ai giapponesi che - amara consolazione - è guidata da Fabio Quartararo (140.106), tallonato da vicino da Franco Morbidelli (1’40.155) a cui seguono i quattro piloti Honda, nell'ordine Marc Marquez, Taka Nakagami, Iker Lecuona e Joan Mir. La ragione tecnica più o meno condivisa da tutti è semplice: non c’è grip. La moto scivola, manca aderenza, sei sempre di traverso, i cavalli non arrivano all’asfalto. Il che ovviamente è un problema anche per i costruttori europei. La ragione umana non è meno chiara: nessuno, neanche Marc Marquez (19° a un secondo e mezzo dalla testa) ha più voglia di provarci o di fingere un impegno che non viene premiato: “Proverò a dare il 95%”, aveva raccontato l’8 volte campione del mondo durante la conferenza stampa del giovedì. Infine, un'altra statistica preoccupante: dei sei piloti a chiudere la classifica, tre sono stati campioni del mondo della MotoGP negli ultimi cinque anni.
Messa da parte la delusione dell’ennesimo venerdì però, il grosso tema tra questi piloti è un altro, ovvero l’ormai famigerato test di Misano atteso per lunedì 11 settembre che - con una certa dose di umorismo nero - si potrebbe preannunciare come il crollo delle gemelle giapponesi. Questo perché, se dovessimo tirare ad indovinare, Honda e Yamaha porteranno in riviera una soluzione drastica quanto azzeccata per i loro piloti. In MotoGP la differenza la si fa in decimi di secondo e, per arrivare ad un buon livello, occorre limare i dettagli aggiornando costantemente la moto, non c'è una scorciatoia: semplificando, il processo è più simile alla costruzione di una città che all’acquisto di una bella casa. Allo stesso tempo, la sensazione è che sia Marc Marquez che Fabio Quartararo abbiano piena coscienza della cosa, un po’ come chi ha chiesto un sottomarino volante a Babbo Natale per poi accorgersi che Babbo Natale non lavora così.
È probabile, invece, che a Misano vedremo piccoli aggiornamenti, seguiti poi da un altro passo in avanti durante i test di Valencia previsti a fine stagione. A quel punto, se il salto tecnico non dovesse soddisfare i piloti, i rispettivi manager si metteranno alla ricerca di un’altra sistemazione per i loro assistiti, di fatto anticipando di diversi mesi il mercato. La soluzione che ci si presenta davanti è nelle idee di Carmelo Ezpeleta, il quale ha già detto che darà le concessioni ai giapponesi con o senza il benestare degli altri costruttori. Se basterà, però, è presto per dirlo.