La peggior giornata di lavoro immaginabile per un pilota della MotoGP potrebbe benissimo essere un giovedì (media day, dicono quelli bravi) di Ferragosto, nel paddock, tra dozzine di appuntamenti coi giornalisti. Al Red Bull Ring, per il Gran Premio d’Austria, si verifica esattamente questa coincidenza. Eppure, alle ore 16, in una sala della plancia di Zeltweg adibita alla conferenza stampa, Pecco Bagnaia, Jorge Martín, Enea Bastianini e Marc Marquez si presentano energici, freschi e con la determinazione scolpita sul volto. Il clima alpino della Stiria e la perfetta gestione dell’aria condizionata da parte dell’organizzazione di Spielberg, aiutano.
Dorna cala il poker d’assi, facendo accomodare su sgabelli ravvicinati i quattro ducatisti che – racchiusi in 62 punti – si giocano il titolo mondiale. Il primo a sedersi, con grande anticipo rispetto allo start della diretta televisiva, è proprio il leader della classifica. Jorge Martín guarda la platea per qualche minuto e resta avvolto nei suoi pensieri; una concentrazione spezzata dall’arrivo puntuale di Pecco, Enea e Marc, che si uniscono al rivale e fanno scattare una serie di convenevoli: strette di mano sportive con schiocco, sorrisetti cordiali e perlopiù di circostanza.
Tutti restano abbottonati sulla questione campionato. È giusto cominciare a fare calcoli? I quattro rispondono che no, mettersi a guidare col bilancino in questo frangente dell’anno non avrebbe alcun senso. È il momento di dare il massimo, di approcciare un weekend di gara dopo l’altro e poi stare a vedere dove porta il destino. Anche perché – fa notare Pecco – “l’anno scorso a Motegi, alla quartultima gara della stagione, una domenica bagnata con flag to flag, Jorge ed io arrivammo primo e secondo”. Vuol dire che, teoricamente, col protrarsi della situazione di classifica attuale, i piloti non toccheranno la calcolatrice fino al Gran Premio della Thailandia, fissato per il 27 ottobre. Tradotto? Il divertimento dovrebbe essere assicurato fino ad autunno inoltrato.
Il giovedì mediatico austriaco si accende quando i piloti ricevono una una specie di questionario a crocette. Viene chiesto a Marc Marquez, che al Red Bull Ring ha perso tre duelli consecutivi per la vittoria all’ultimo giro (nel 2017 e 2019 contro Andrea Dovizioso, nel 2018 contro Jorge Lorenzo), chi desidererebbe battere in un’eventuale battaglia epica, per la posta grande, nella discesa finale dello Spielberg: “Non Enea (ride lui e ghigna la sala conferenze, ndr), perché nel finale è sempre molto forte. In realtà non sceglierei nessuno, perché non credo arriverò a giocarmi il successo negli ultimi giri con questi ragazzi, di sicuro ci proverò. Siamo uno step indietro, lo abbiamo visto nelle ultime gare, dobbiamo accettarlo e cercare di trovare la consistenza di Jorge e Pecco”.
Se Marquez, almeno sulla carta, si estrae dalla lotta per la vittoria del Gran Premio d’Austria 2024, entra in tackle sull’imbarazzo quando lui e i suoi compagni di marca vengono sottoposti alla spinosa questione: “Immaginandovi fuori dalla corsa per il titolo, chi tra i vostri colleghi preferireste vedere campione del mondo?”. Pecco si guarda le scarpe, ridacchia mentre scuote la testa: “Non ci ho pensato, non riesco davvero a rispondere a questa domanda”. Jorge esegue una giocata fuori dagli schemi e, proprio per questo motivo, riuscita: “Vorrei che il titolo lo vincesse il mio amico Aleix”. Enea è indeciso, ma ripudia la scena muta: “Bagnaia arriva da due mondiali consecutivi, Marquez ne ha vinti otto…”. I puntini di sospensione li raccoglie Martín: “Allora io! Non ne ho ancora vinto uno”. Nel momento più spassoso del pomeriggio in circuito, riprende la parola il 93: “Vorrei si confermasse Bagnaia campione del mondo, preferisco avere un campione del mondo nel garage l’anno prossimo”.
Con questa risposta la porta della sala conferenze di Zeltweg si chiude, lasciandosi dietro una serie di giochetti mentali solo all’apparenza banali. Da domattina – forse - cronometro, asfalto e gomme racconteranno altre verità: l’Aprilia che risolve i problemi nella seconda metà di gara e si candida per qualcosa di grande da festeggiare, la KTM che in casa si scuote dal periodo più complicato della sua storia recente. La sensazione, però, è che i quattro seduti sugli sgabelli al giovedì sgomiteranno per un posto sui gradini del podio della domenica. Nessuno vorrà veder vincere l’altro. Mai.