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Il giorno in cui Tavullia non diventò Tavulliyadh (e nessuno può sapere se succederà)

  • di Redazione MOW Redazione MOW

27 agosto 2021

Il giorno in cui Tavullia non diventò Tavulliyadh (e nessuno può sapere se succederà)
L’attesa conferenza stampa del principe, annunciata per ieri, non c’è stata. È arrivata solo una lettera e solo a un ristretto gruppo di giornalisti che rimanda tutto - sia l’ufficializzazione della partnership tra Tanal e VR46, sia la fideiussione da 18 milioni - al 31 agosto. Intanto le voci che possa saltare tutto (e che ci sia qualcosa di troppo surreale nella vicenda) non si placano. E anche Valentino Rossi in conferenza ha detto: “Ci sono cose difficili da capire”…

di Redazione MOW Redazione MOW

Che Ducati e Dorna avevano cominciato a prendere le contromisure lo avevamo scritto, così come avevamo scritto, dopo aver raccolto una serie di indiscrezioni da persone interne al paddock, anche che in seno alla VR46 ci si stava attrezzando per dare comunque concretezza al progetto di un team in MotoGP, facendo affidamento su altri sponsor in attesa delle fideiussioni del principe, di Aramco e di Tanal Entertainment. Adesso cominciano a dirlo un po' tutti, sia perché a sbilanciarsi è stato lo stesso Valentino, sia perché le voci che sia tutto troppo surreale non si placano, anzi aumentano, soprattutto osservando i modi di comunicare del principe e dei suoi referenti italiani che danno sempre più adito a ironie e perplessità.

L'ultimo slittamento, per esempio, è di ieri, nel giorno in cui, a quanto pare, Tavullia non è diventata Tavulliyadh. Eh sì, perché settimana scorsa - via Zoom e davanti a un gruppo ristretto di giornalisti - il principe è apparso in conference call rassicurando che l'affare si sarebbe fatto, che il team VR46 in MotoGP sarebbe stato sponsorizzato, che questa sponsorizzazione avrebbe rappresentato solo una parte di un investimento monstre nel motorsport, tra città saudite e parchi giochi dedicati a Valentino Rossi, nuovi circuiti e altre operazioni. E che il tutto sarebbe stato spiegato in una conferenza stampa proprio ieri. Che non è avvenuta. 

In compenso però dal principe Al Saud è arrivata una lettera, sempre e soltanto per un ristretto gruppo di giornalisti, dove si spiega che sta lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per mettere a punto l'operazione "in ritardo oltre ogni aspettativa" indicando il 31 agosto come nuovo giorno del giudizio, dell'annuncio, della firma e della fideiussione. 

Succederà davvero? Vedremo e nessuno, al momento, ha elementi per rispondere al di là di ogni ragionevole dubbio con un “sì” o con un “no” a questa domanda. Le domande che una risposta ce l’hanno, piuttosto, sono altre. Il team si farà lo stesso? Sì, si farà come ci ha spiegato qualche giorno fa anche Carlo Pernat. I denari, probabilmente, non saranno tutti quelli promessi dal principe, ma il progetto di una squadra che portasse il nome di Valentino Rossi è in piedi da anni e non sarà il venire meno di un soggetto (per quanto importante) a fare in modo che crolli tutto il castello.

Lo stesso Valentino ieri ha risposto che in VR46 c'è chi si sta occupando di sistemare ogni dettaglio, Tanal o meno, che "ci sono delle cose difficili da capire" e che "fra un po' di tempo le cose saranno più chiare". In ogni caso, ha ripetuto, il team si farà. Lasciando intendere che si farà anche se i soldi sauditi non dovessero arrivare e se tutti i discorsi extra VR46 team fatti dai referenti del principe e dal principe stesso - dalle corse con le mongolfiere ai mega parchi giochi fino alle futuristiche cittadine da costruire - dovessero sfumare. Discorsi extra che, a molti giornalisti (non solo del paddock oramai), fanno apparire quest'operazione ancora più surreale. 

Tra questi, sicuramente, c'è Mister Helmet che ha esposto le sue argomentazioni già da tempo e anche recentemente nel corso della diretta Facebook di WOW (che non ha nulla a che vedere con Mow) insieme ad altri blogger e giornalisti, tra cui Niki Kovacs che più volte ha raccontato di aver cercato notizie direttamente da Tanal in Arabia Saudita e da Aramco e che si sia sentita rispondere di fare riferimento a ciò che era stato detto da Aramco stessa (che aveva smentito ogni suo coinvolgimento tramite un comunicato redatto dalla sua agenzia di comunicazione). Fatto sta che alle criticità rilevate nessuno ha dato risposte convincenti e questo sta contribuendo ad alimentare i dubbi e le domande. Sì, quelle domande che, lo ripetiamo, oramai non si fanno più soltanto i giornalisti del paddock: perché tutti questi ritardi? perché questo continuo slittamento degli annunci? perché il principe per partecipare alla conference call ha scelto di apparire da un angolo anonimo, arredato di sole tende beige, un arredamento che poco si confà all'immagine di un membro della famiglia reale? perché un principe saudita che ha studiato a Londra ricorre alla lingua francese per parlare con la stampa italiana? come è possibile che i tempi e le modalità delle comunicazioni siano gestite in modo così confuso? Marco Bernardini, il referente del principe in Italia, e l'ufficio stampa Arianna Pasquale, sostengono che si tratti solo di tempistiche e burocrazie saudite che poco combaciano con quelle europee e di dinamiche difficili da capire. Ma proprio per questo, viene da dire, proprio perché conoscete il modus operandi saudita come è stato possibile sbagliare così platealmente tempi e modi degli annunci? 

I tempi comunque a un certo punto dovranno tornare perché già a Valencia, a fine stagione, il neonato team della VR46 in MotoGP dovrà presentarsi attrezzato di tutto punto per i test in vista del debutto nel mondiale del 2022. Insomma: il tempo metterà a posto, molto presto, qualsiasi cosa. In una direzione o nell'altra.

Ciò che invece il tempo sembra non voler proprio mettere mai a posto è l’acrimonia degli odiatori da bar… o da social. Perché c’è un dubbio che è ancora più grande di tutti quelli, legittimi, che sono stati sollevati e che noi stessi abbiamo sui personaggi che hanno gravitato intorno a tutta questa storia, ed è quello che riguarda coloro che sembrano godere all’idea di scoprire che potrebbe essersi trattato di una mega farsa, per poi magari prendersela con Valentino. Ammesso e non concesso che sarà così, quali sarebbero le colpe di Valentino Rossi e della VR46? Colpe non se ne vedono neanche a cercarle con il binocolo, figuriamoci se può configurarsi un qualche tipo di dolo. Semmai, Valentino Rossi, la VR46 e l’intera MotoGP (che comunque verrebbe a perdere un investimento da circa 100milioni di Euro in cinque anni sui cui sicuramente aveva fatto affidamento) sarebbero le prime vittime di una eventuale ritirata del principe (o presunto tale). Stare sui fatti, probabilmente, è tutto quello che resta da fare. La certezza di oggi (almeno fino ad ora) è una sola: Tavullia non è diventata Tavulliyadh. Per la prossima puntata, ripassare il 31 agosto. 

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