Fino a pochissimi giri dalla bandiera a scacchi sembrava che la MotoGP 2025 potesse paradossalmente finire senza neanche una Ducati sul podio. Poi, però, ci hanno pensato Fabio Di Giannantonio e la gomma finita di Pedro Acosta a riportare una Desmosedici lassù dove è praticamente sempre stata in questa stagione. Sì, per raccontare la domenica di Valencia siamo partiti dalla terza posizione conquistata dal pilota romano del Team Pertamina Enduro VR46: unica gioia per Borgo Panigale dopo l’ennesimo fine settimana terribile di Pecco Bagnaia (travolto da Johann Zarco dopo la terza curva), l’assenza prolungata (ma doverosa) di Marc Marquez, la gara difficile dei due Gresini, Aldeguer e Marquez, e il pasticcio prima della partenza di Franco Morbidelli, che ha travolto Aleix Espargarò schierandosi in griglia e ha rimediato una frattura alla mano che ora lo terrà fuori dai test di martedì prossimo. Anzi, a dire il vero un’altra gioia per Ducati c’è stata: il secondo punto in due gare conquistato da Nicolò Bulega, ancora una volta solidissimo alla sua seconda domenica da pilota di MotoGP.
Se in Ducati – dopo aver comunque vinto tutto quello che c’era da vincere – i sorrisi sono un po’ a metà, sono invece doppi in casa Aprilia, vista la domenica perfetta di Noale che non solo ha fatto primo e secondo con Marco Bezzecchi e Raul Fernandez, ma ha anche finalmente ritrovato Jorge Martin. “Sono contentissimo – ha detto il Bez – E’ stata una bellissima giornata e una bellissima gara. Sono contento per me, per la mia squadra e per tutta l'Aprilia. Negli ultimi sei o sette giri ho gestito, però gli ultimi tre giri non avevo più niente, c'era solo da scappare via. Un po’ di festa ora ci vuole, ma la verità è che ho già voglia di tornare in moto”. Una gioia, quella di Bezzecchi, chiaramente condivisa anche da Raul Fernandez. Un pilota che per molti era già finito e spacciato, ma che sotto le mani di Noale e del Team Trackhouse sembra letteralmente rinato.
“A qualche giro dalla fine – ha detto lo spagnolo – mi ero avvicinato al Bez, ma ho commesso pure un paio di piccoli errori. Ma sono comunque molto contento: sette giorni fa mi ero infortunato e oggi sono secondo. E’ fantastico, grazie a tutti. Per me Aprilia e la squadra sono come una famiglia”. Chi, invece, è mancato all’appello in questa domenica di Valencia è stato Pedro Acosta: troppi i problemi della sua KTM per pensare di poter lottare davvero con i primi. Lo spagnolo, quindi, per il secondo anno consecutivo è rimasto a secco di vittorie, ma è comunque bastato per dimostrare al mondo che con una moto performante sarebbe stata un’altra storia ogni domenica. Chi glielo ha riconosciuto è stato proprio quel Fabio Di Giannantonio che oggi gli ha soffiato il podio a pochi giri dalla fine.
“Con Pedro – ha detto il romano – è stata una bella lotta. L’ho visto che soffriva un po’, ma non è stato facile sorpassarlo perché lui è sempre molto abile a chiudere e a frenare tardi. Oggi, comunque, le Aprilia sono state incredibili: a me in partenza è mancato qualcosa, ma ho ritrovato il ritmo e salvaguardato le gomme. Volevo dare al team un grande successo per chiudere la stagione e quindi va bene così. La nostra moto quest’anno ci ha fatto un po’ arrabbiare durante la stagione, non è stato facile trovare la costanza”.
Per Acosta, quindi, solo quarta piazza, ma comunque davanti alle Ducati di Fermin Aldeguer e Alex Marquez, che hanno preceduto a loro volta un Luca Marini che da un lato ha fatto un gran regalo a Honda, ma dall’altro le ha anche creato una grana in più. Proprio in virtù della settima piazza di marini, infatti, Honda sarà “promossa” nella fascia di concessioni in cui sono già Aprilia e KTM, quindi con molte più limitazioni rispetto ai due anni precedenti. Restare in ultima fascia avrebbe significato poter lavorare molto di più sullo sviluppo, ma avrebbe significato anche non rifilare uno smacco di quelli grossi a quella Yamaha che ora è rimasta sola laggiù, dove stanno quelli che hanno veramente bisogno di aiuto.