Errori, polemiche e pronostici disattesi: la F1 lascia il Qatar dopo un fine settimana che ne ha viste di ogni e che alla fine ha premiato la tenacia di Max Verstappen grazie ad una gara capolavoro, lasciando invece a bocca asciutta una McLaren che arrivava con i favori del pronostico. Le scintille qatariote però, prim’ancora di quelle causate dalle forature di Carlos Sainz e Lewis Hamilton in gara, sono iniziate 24 ore prima, più precisamente al termine delle qualifiche quando proprio un furioso Max Verstappen ha puntato il dito contro il comportamento di George Russel. Il motivo? La penalità invocata a gran voce dall’inglese ai danni di Max al termine delle qualifiche, che ne ha vanificato la pole position: a detta di Russell, Verstappen lo ha ostacolato al termine della Q3, anche se entrambi erano in un giro di rientro. A far innervosire ancor di più il campione del mondo però, è stato poi l’atteggiamento di George quando i due si sono trovati faccia a faccia dai commissari, con l’inglese che, a detta di Max, ha provato in tutti i modi a farlo penalizzare. “Ha perso il mio rispetto – ha tuonato Verstappen nella conferenza post gara – fa tanto il carino davanti alle telecamere e poi dai Commissari è un’altra persona. Non lo posso accettare. Ha fatto di tutto per far sì che io venissi penalizzato. Sono stato in quelle stanze tante volte -dai commissari- e con tantissimi altri piloti, ma non avevo mai assistito a un comportamento del genere ‘contro’ un collega da parte di un altro pilota”.
Un commento che ben rappresenta la personalità di Verstappen, negli anni sempre schietto e fedele alla propria trasparenza. Rabbia poi scaricata tutta in pista quando, allo spegnersi dei semafori e con una partenza perfetta, l’olandese si è ripreso con forza la prima posizione proprio ai danni di Russell, poisizoone poi mantenuta fino allo sventolare della bandiera a scacchi.
L'olandese però non è stato il solo protagonista della domenica, in quanto anche le azioni e le decisioni della Fia hanno generato non poche polemiche: su tutte, in occasione della penalità inflitta a Lando Norris per non aver rispettato le bandiere gialle esposte sul rettifilo principale, una decisione da molti reputata troppo severa. Tolti infatti i membri del team, chiaramente dalla parte del loro pilota, visto anche il peso dei punti persi, in tanti nel paddock hanno evidenziato come questa non sia affatto allineata alle precedenti sanzioni attribuite alla medesima infrazione: in passato si erano viste perlopiù penalità di 5 o 10 secondi da scontare durante la sosta ai box o da aggiungere al tempo finale di gara, ma mai uno Stop and Go, assegnato in casi ben più gravi. Come se non bastasse, a far storcere il naso è stato anche il precedente operato della Federazione quando, anziché introdurre un regime di VSC e rimuovere prontamente i detriti in pista, evitando così anche quanto successo a Sainz ed Hamilton, ha atteso che la situazione diventasse ben più complicata. Penalità severe che sanno di risposta ai fatti dell’ultimo periodo, specie quando i piloti si erano schierati in coro contro le azioni del presidente Ben Sulayem, che di tutta risposta, proprio in Qatar dichiarava “Come gestisco la FIA non è affare dei piloti”.
Infine, al termine del fine settimana, anche Alpine ha fatto parlare di sé e non solo per il quinto posto conquistato da Pierre Gasly, in stato di grazia nell’ultimo periodo, complice anche una ritrovata competitività della vettura francese. Terminata la gara, il team principal Oliver Oakes aveva confermato come sul tavolo ci fosse la possibilità di un addio anticipato a Esteban Ocon, per permettere a Jack Doohan di debuttare e iniziare a macinare km in vista della stagione 2025: un chiacchiericcio poi ufficializzato, con il francese appiedato in quella che avrebbe rappresentato l’ultima danza con il team. Insomma, non un bel modo di concludere i cinque anni insieme, in cui peraltro Ocon ha riportato il costruttore francese alla vittoria, nel 2021, in Ungheria.