Oggi ha 80 anni ma Willi Weber ha fatto la storia della Formula 1, soprattutto per un motivo: è stato il manager di Michael Schumacher.
In questi giorni è tornato su tutte le prime pagine con il libro “Benzina nel Sangue”, in cui ha parlato ovviamente anche del rapporto con il sette volte campione del mondo ma soprattutto con chi gli sta intorno ancora oggi, dalla moglie Corinna a Jean Todt.
In un'intervista alla Gazzetta dello Sport, è partito dall'inizio: "Allora avevo un team di Formula3, WTS, il più vincente. Tutti volevano correre con me, ma servivano un mucchio di soldi. Dopo la F.3 quel giorno c’era la gara di Formula Ford e vidi questo pilota. Fu uno shock. Mai visto nessuno così. Di solito i piloti si fanno portare dalla macchina, Michael le faceva fare quello che voleva! Pensai: ho bisogno di questo ragazzo. Nelle mie fantasie era come aver visto un principe, l’eroe di un’opera di Wagner. Ho fatto di tutto per averlo, ma naturalmente gli ho nascosto quasi tutto. E quando ha scoperto che l’avrei ingaggiato senza farlo pagare, ha cominciato a urlare di gioia, non ci credeva e ripeteva “Oh Gesù, oh Gesù!”. Lì è nato un rapporto indissolubile".
Nel libro, l'ex manager del pilota Ferrari è tornato sul terribile incidente di Meribel. Da quel giorno, sono stati troncati i rapporti con Corinna ma anche con Jean Todt, che a suo dire lo hanno tagliato fuori: "È stato un dolore enorme per me. Ho provato centinaia di volte a contattare Corinna, posso capire la situazione iniziale, ma poi da loro abbiamo sentito solo bugie. Per Michael ho fatto di tutto e ho sempre protetto la sua vita privata. Non mi aspettavo un comportamento simile da lei, sono ancora arrabbiato per come ha chiuso i rapporti".
"A tre anni dall’incidente mi sono detto basta cercare la famiglia, non posso cambiare le cose. Per me era come un figlio, anche oggi mi fa male parlarne", ha concluso Weber, che attualmente ha rapporti solo con Ralf.