La prima sorpresa del venerdì di Le Mans della MotoGP fa sicuramente riferimento al meteo: il Bugatti ci ha abituato negli anni a weekend di nuvoloni, pioggia e pista chiazzata; oggi cielo terso, sole pieno, venticinque gradi. Questo vuol dire che piloti e team hanno potuto provare senza eccessiva fretta con le gomme slick. A proposito, Michelin in Francia - date le temperature tendenzialmente basse dell'aria e visto l'asfalto tradizionalmente poco abrasivo - ha portato il range di mescole più soft del proprio catalogo. Tutte le scelte sono sembrate funzionare, con grande varietà di configurazioni: all'anteriore c'è chi preferisce la dura (una leggerenza maggioranza, forse), chi la media, con qualcuno (Pedro Acosta) che ha inanellato giri decisamente interessanti con la soft; al posteriore la principale candidata per completare Sprint e Gara pare essere la morbida, ma occhio alla media sulla distanza.
Previsioni meteo e gomme a parte, ciò che conta davvero al venerdì sono i tempi e - di conseguenza - la lista dei piloti che hanno già staccato un biglietto per giocarsi la pole position domattina. La notizia? In questa lista dei fatidici "dieci" manca Marc Marquez, autore di un promettente turno in mattinata, salvo poi perdere un po' di smalto nelle prequalifiche, concluse in tredicesima posizione a quasi sette decimi dalla miglior prestazione (1'30''388) siglata da Jorge Martín, che invece notizia non fa. Il 93 sicuramente non è stato agevolato da una scivolata nella piega a sinistra della esse del Garage Bleu all'inizio della sessione pomeridiana, ma Michele Masini (Diretto Sportivo di Gresini) - ai microfoni di Sky - esclude che le difficoltà dell'otto volte campione del mondo siano legate all'utilizzo di una seconda moto che ci si poteva immaginare meno prediletta: "La caduta con la prima moto non ci ha causato tanti anni, è solo entrato qualche sasso che non ci ha permesso di adoperarla. Alla fine siamo stati in difficoltà nel pomeriggio con entrambi i piloti (Alex ha chiuso addirittura 19°), soprattutto per il grip della pista che è molto cambiato per via dell'alta temperatura. A Marc è mancato un po' di feeling sull'anteriore, non dovuto alla seconda moto, ma ad un setting su cui dobbiamo lavorare". Se Marquez è parso visibilmente in difficoltà per tutta la durata delle prequalifiche (diverse sbavature, tanti "lunghi"), lo stesso non si può dire di Enea Bastianini - tra i migliori sul passo gara con la soft usata al posteriore - e di Brad Binder. Entrambi tuttavia sono fuori dalla top ten e - insieme ai fratelli Marquez, a Rins, ai Fernandez, ad Oliveira e ai quattro piloti Honda - andranno all'assalto dei due posti prelibati della Q1.
Se da un lato assistere ad un Jorge Martín da record già al termine del venerdì non desta più scalpore, dall'altro vedere Pecco Bagnaia a posto e soddisfatto su tutti i fronti dopo appena due turni è una piccola novità di questo avvio di stagione. Il campione del mondo in carica è secondo a 145 millesimi dal rivale, ha provato con grande continuità e ottimi risultati la mescola hard all'anteriore, prima di presentarsi in zona mista con un sorriso da orecchio a orecchio. Dopo i primi chilometri sul Bugatti, Jorge e Pecco si sono conquistati l'etichetta di favoriti del weekend, ma non per distacco: dietro di loro, infatti, una folta mischia di pretendenti alla vittoria non ha intenzione di arrendersi. A partire da Pedro Acosta e Maverick Vinales, terzo e quarto, ed entrambi - estremamente - a proprio agio. Agli spagnoli di KTM e Aprilia seguono un Fabio Di Giannantonio in grande spolvero (quinto e molto rapido nel primo settore), davanti a Jack Miller ed Aleix Espargaró, i migliori a sfruttare il time attack rispetto a quanto fatto intravedere sul passo gara. Chiudono la top ten tre piloti sul piede dell'1'30"700 che - a detta dei rispettivi team manager - hanno tratto gran beneficio dal lunedì di test a Jerez: Franco Morbidelli, Marco Bezzecchi e Fabio Quartararo, che all'ultimo tentativo ha fatto schizzare in piedi il pubblico francese, già numeroso sulle tribune di Le Mans.