Mancano pochi giorni al GP d’Italia al Mugello e probabilmente sono proprio queste le ore in cui si prende coscienza che tra quelle colline non ci sarà anima viva. Zero pubblico. Adesso è tutto vero: ufficializzato e confermato. L’indignazione serve a poco: se hanno scelto così, evidentemente, era la cosa migliore per tutti. Ma non ci si riesce proprio ad immaginarsi un Mugello vuoto, a non pensare a quelle file assurde per trovare un parcheggio nella notte, alla camminata fino a quel casco rosso che annuncia l’arrivo nel tempio della velocità. In mezzo a tanti che tolgono i tappi dalle bottiglie, cercano di rivenderti biglietti, si lasciano andare verso una sorta di rave autorizzato che scandisce l’avvicinamento alla festa dei motori. Niente di tutto questo: Mugello in smartworking, viene da dire. Lo stesso Valentino Rossi ha affermato che anche lui fa fatica ad immaginare il prossimo weekend: “Viene da pensare ai test del lunedì dopo la gara – ha affermato – quando al posto della gente, sulle tribune e sui prati, vedi solo cartacce, lattine e rifiuti che svolazzano in giro dopo la grande festa. Sarà uno scenario apocalittico, ma meglio così che non correrci proprio”.
Non sarà il Mugello della gente, è chiaro. Ma forse ha ragione Valentino Rossi quando dice che lo scorso anno, quando deserta c’è rimasta anche la pista, è stato peggio. Non sarà neanche il Mugello dei grandi annunci. Si ipotizzava che ce ne sarebbero stati tanti e, invece, probabilmente ce ne sarà uno solo: quello del rinnovo del contratto di Jack Miller con Ducati anche per il 2022.
Aprilia e Andrea Dovizioso, infatti, hanno già chiuso il loro mezzo accordo per il 2021 e per l’altro mezzo, quello su un 2022 da pilota, i tempi slitteranno a ben oltre il Mugello. Stessa cosa per Valentino Rossi, che di annunci ne ha almeno un paio da fare, ma nessuno, appunto, nella sala stampa del circuito toscano. Kevin Schwantz qui, nel 1995, disse che avrebbe chiuso per sempre con le corse. Valentino potrebbe dirlo quest’anno, ma non certo al Mugello, visto che di recente ha affermato che comunicherà la sua decisione, smettere o proseguire, non prima della pausa estiva. Il Mugello non sarà neanche teatro dell’altro annuncio, quello per ufficializzare le moto scelte dal Team VR46 Aramco per la MotoGP del 2022 e, di conseguenza, nemmeno dell’annuncio su quali saranno i primi piloti a tenere a battesimo le moto del Dottore.
Verosimilmente slitterà anche la formalizzazione del rinnovo di Johann Zarco con il team pramac Ducati, anche se l’accordo c’è e non ci sono dubbi che il francese e il team italiano andranno avanti insieme pure nel 2022 e, sempre per Pramac, il Mugello non segnerà neanche il ritorno in pista di Jorge Martin, ancora alle prese con i postumi del tremendo infortunio rimediato a Portimao.
No, il Mugello non sarà il solito Mugello e non sarà neanche il Mugello delle attese ufficializzazioni. Eppure, anche senza pubblico e con tutti gli interrogativi e i dubbi che possono esserci quest’anno, la certezza resta una: come il Mugello niente… anche in tempi di Covid19.