Dopo le dimissioni di Luciano Spalletti, la Nazionale italiana si trova di fronte a una sfida cruciale: la FIGC deve scegliere un nuovo commissario tecnico che possa guidare gli Azzurri verso il Mondiale 2026. La decisione non è semplice, considerando le varie personalità che potrebbero ricoprire il ruolo. Le opzioni in lizza sono diverse, e ognuna porta con sé vantaggi e nuove sfide. Dopo aver analizzato le caratteristiche, le esperienze e i successi dei principali allenatori italiani candidati, emerge ora una figura come la più adatta per il compito. Qual è? Ve lo diciamo dopo aver analizzato tutti i profili.

Un ritorno difficile da realizzare
Tra le varie figure che hanno alimentato il dibattito sulla successione di Spalletti, spicca sicuramente Roberto Mancini, che nelle ultime ore ha espresso la sua disponibilità a tornare alla guida della Nazionale (come in una intervista sulla Gazzetta dello sport). Mancini ha portato l’Italia alla vittoria dell’Europeo 2021, un successo che ha restituito agli Azzurri il sorriso dopo anni di delusioni. La sua filosofia di gioco, offensiva e di possesso palla, aveva restituito dinamismo alla squadra, e il suo successivo abbandono, nel 2023, ha suscitato non poche polemiche. Mancini ha recentemente dichiarato di pentirsi della sua decisione di lasciare la Nazionale e di essere pronto a riprendere il ruolo di commissario tecnico. Tuttavia, la sua candidatura presenta delle sfide. Il suo rapporto con la FIGC, in particolare con il presidente Gabriele Gravina, è stato segnato da frizioni e da un modo di lasciare l'incarico che non è stato visto di buon occhio da molti. Inoltre, l’esperienza di Mancini con la Nazionale saudita non ha brillato, con una deludente eliminazione dalla Coppa d’Asia 2023. Nonostante questi ostacoli, la sua esperienza internazionale e i successi passati con l’Italia restano punti a suo favore. Il suo ritorno sulla panchina azzurra, tuttavia, rischia di essere visto con una certa dose di scetticismo, visto anche il modo in cui ha gestito l’addio alla Nazionale.

Qquilibrio e solidità per la Nazionale?
Un altro nome che circola con insistenza è quello di Stefano Pioli, allenatore del Milan che ha riportato il club rossonero al vertice del calcio italiano, vincendo il campionato 2021-2022. Con un approccio equilibrato e pragmatico, Pioli è riuscito a creare una squadra solida, che gioca un calcio che unisce difesa compatta e ripartenze veloci. La sua esperienza internazionale con il Milan, in particolare in Champions League, è sicuramente un valore aggiunto. Pioli ha costruito un Milan vincente, ma la sua carriera da allenatore è legata esclusivamente ai club, e mai come tecnico della Nazionale. Inoltre, è impegnato con l'Al Nassr, club con cui ha firmato un contratto fino al 2026, il che potrebbe renderlo non immediatamente disponibile per il ruolo di commissario tecnico. Tuttavia, Pioli rappresenta una scelta solida dal punto di vista tattico, con un approccio equilibrato che potrebbe funzionare bene per la Nazionale. Tuttavia, la sua mancata esperienza con le Nazionali potrebbe essere una limitazione.

Un veterano della panchina
Claudio Ranieri, uno degli allenatori più esperti del calcio italiano, ha accumulato una vasta carriera tra Italia e estero. La sua impresa più grande rimane la vittoria della Premier League con il Leicester nel 2016, che rimarrà nella storia del calcio come uno dei trionfi più sorprendenti di sempre. Ranieri è conosciuto per la sua capacità di motivare i giocatori e di creare un forte spirito di squadra, qualità che potrebbero tornare utili per la Nazionale. Tuttavia, la sua età avanzata e le recenti dichiarazioni di rifiuto nei confronti della FIGC lo rendono una scelta meno realistica. Ranieri è una leggenda, ma le sue recenti esperienze di allenamento a Roma non sono state all’altezza delle aspettative, e la sua possibilità di tornare in panchina per la Nazionale appare lontana.

Candidati a lungo termine?
Daniele De Rossi e Fabio Cannavaro sono due leggende del calcio italiano che hanno fatto la storia con la maglia azzurra. Tuttavia, entrambi sono ancora alle prime fasi delle loro carriere da allenatori. De Rossi ha acquisito esperienza come vice-allenatore, ma non ha ancora l’esperienza necessaria per gestire una Nazionale. Cannavaro, pur essendo un campione del mondo, ha avuto esperienze limitate come allenatore, con esiti contrastanti. Entrambi potrebbero essere opzioni a lungo termine, ma al momento non hanno la maturità necessaria per affrontare la sfida di guidare l’Italia in un Mondiale.

Un allenatore con grinta, esperienza e connessione con la Nazionale?
Gennaro Gattuso non è solo un allenatore, è un simbolo della Nazionale italiana. La sua carriera da calciatore, con la vittoria del Mondiale 2006, gli ha conferito un legame speciale con la maglia azzurra. Quel trionfo, che lo ha visto protagonista in campo, lo rende una figura amata dai tifosi e rispettata dai giocatori. Questo legame emotivo con la Nazionale è fondamentale in un momento in cui il gruppo italiano ha bisogno di ritrovare motivazione e coesione. Dal punto di vista tecnico, Gattuso ha accumulato una vasta esperienza, allenando squadre in Italia e all’estero, tra cui il Milan, il Napoli, il Valencia e, più recentemente, l’Hajduk Spalato. Con il Napoli ha ottenuto la Coppa Italia 2020, ma non solo. La sua carriera è anche segnata da un pragmatismo che ha saputo applicare alle sue squadre, creando un gioco solido e equilibrato. Le sue formazioni si distinguono per la compattezza difensiva e una grande energia sul campo. La sua capacità di gestire gli spogliatoi, di motivare i giocatori e di farli sentire parte di un progetto, è una delle sue qualità più apprezzate. Gattuso ha una gestione degli spogliatoi che potrebbe sembrare severa, ma che in realtà è costruita sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Questo tipo di approccio potrebbe essere esattamente ciò di cui la Nazionale italiana ha bisogno in questo momento, soprattutto considerando che il gruppo ha attraversato momenti di difficoltà sotto la guida di Spalletti. In un periodo di incertezze, un allenatore come Gattuso, che sa come motivare e rilanciare una squadra, rappresenterebbe una scelta solida per riportare serenità e determinazione. Il suo legame con la maglia azzurra è anche un aspetto da non sottovalutare. Gattuso è amato dai tifosi, e questo trasmette una forza emotiva alla squadra che pochi allenatori potrebbero replicare. La sua leadership è autentica, ed è proprio questo che potrebbe fare la differenza in una Nazionale che, purtroppo, ha visto scarse prestazioni negli ultimi anni. Per tutte queste ragioni Ringhio è l’uomo giusto per restituire fiducia ai giocatori, per rimettere al centro il valore del gruppo e la lotta per la vittoria.