Jorge Lorenzo ha appena lanciato Dura La Vita, un canale YouTube da cui nascerà un podcast e chissà che altro. Per spiegare la cosa il maiorchino ha acceso una telecamera e raccontato un po’ della sua storia partendo proprio da quel modo di dire che Jorge ha reso un classico sui propri profili social negli ultimi anni: “Dura la vita è uno scherzo nato tre o quattro anni fa con Luca Rosiello, il mio migliore amico. Eravamo a casa sua, lui ha una casa spettacolare che si è costruito facendo carriera nel settore immobiliare e ha una vista su Lugano spettacolare. Insomma, siamo seduti dopo aver mangiato, lo guardo e gli dico Amico mio, è dura la vita, no?. Ci siamo messi a ridere e questo sketch è diventato un po’ un tormentone".
Come dicevano nel film cult di Mathieu Kassovitz: Fino a qui, tutto bene. Solo che poi Jorge torna a casa sua, pensa questa frase con cui ha racchiuso uno status e un po’ si emoziona: “Pensandoci a casa dura la vita è stata davvero la mia vita da quando ero bambino, dai tre, quattro anni. Lì ho cominciato a sforzarmi e sacrificarmi per un obiettivo, quello di essere campione del mondo. La mia vita nei primi trent’anni è stata veramente dura. È stata anche davvero soddisfacente e mi ha dato tutto nel motociclismo, però allo stesso modo mi ha tolto tempo per stare con gli amici, tempo che avrei potuto passare godendomi la vita. Ma ho fatto dei sacrifici per essere il campione del mondo. Il dura la vita dei miei 18 anni di carriera si è trasformato in un dura la vita detto con ironia, perché dal ritiro mi sto godendo tutto, faccio cose belle che mi danno piacere”.
Girare il mondo per correre su di una motocicletta portando a casa milioni di euro non sembra una vita particolarmente dura. Eppure, se hai sempre desiderato fare altro - Casey Stoner ne è un esempio ancora più chiaro - il tutto può diventare difficile, pesante e forse addirittura insostenibile. Jorge ha anche dovuto fare i conti col padre Chico, con la pressione della stampa, con la paura di non essere il numero uno e con Valentino Rossi, un confronto impossibile per chiunque.
Ecco, Valentino Rossi probabilmente i suoi primi trent’anni di vita se li è goduti alla grandissima, vincendo le gare e girando il mondo con la sua gente. Vale, semmai, ha cominciato a divertirsi un po’ meno quando il tempo da impiegare per allenarsi ha superato quello passato in pista a fare le gare. Quando tutto è diventato “un lavoro vero”. Ed è per questo, probabilmente, che di piloti pieni di talento ne nascono tanti, mentre di fuoriclasse ne vediamo forse uno ogni dieci anni: chi appartiene a quest’ultima categoria si diverte a correre, non lo fa soltanto per il risultato e il guadagno.
Cosa ci resta? Beh, Lorenzo - come ha dimostrato più volte, specialmente con gli spangoli di DAZN - è uno dei commentatori più brillanti della MotoGP e col podcast Dura La Vita Jorge promette di raccontare un po’ del suo vissuto e nuove sensazioni sulle corse: “Vorrei spiegare questo contrasto alla società, sono i miei valori e voglio spiegare queste cose alla gente e trasmettere quello che ho imparato attraverso questo podcast. Sarà un podcast educazionale in cui trasmetteremo i valori del lavoro duro, della discipilina e delle abitudini, del saper investire. Allo stesso tempo parleremo di MotoGP con gente che conosce molto bene le corse. Gente che ha passato anni a lavorare nelle corse, a partire da me. Spero che ve lo godiate”.