Nella due giorni in Qatar poche sorprese, tante conferme, ma soprattutto troppa gente seria. E così abbiamo pensato, perché non dare i numeri? In fondo ci viene bene. Le MOWgelle sono tornate per questo 2024, già annunciato come l'anno più potente della MotoGP almeno dal 2015. Se non ci credete è perché mancano ancora una ventina di gare e Lusail ha fatto tanto, dimenticando un po' che lo spettacolo viene orima di tutto il resto.
Suzuki: 10. Sono tornati dopo anni in MotoGP, hanno vinto un mondiale senza neanche sapere come, hanno capito che l'aria stava cambiando e si sono ritirati. Honda e Yamaha in primis li hanno segretamente perculati, ora siamo certi che li stanno invidiando.
Honda: 2. In qualche segreta stanza in Giappone qualcuno sta interrogando ChatGPT per sapere quante moto in meno si vendono se non si corre in MotoGP. "Che figura di mer*a", direbbero su Canale5. Dopo il primo week end di gara il plotone Honda porta a casa 7 punti, tanti quanti Maverick Vinales da solo. È il momento di fare pulizia, dal team manager in giù. Forse andava fatto prima. Peccato, perché i piloti stanno dando tutto.
Yamaha: 3. Se Honda piange Yamaha non ride, parafrasando un famoso adagio. Le due case che dal 1974 hanno colonizzato la top class del motomondiale arrancano come un'Ape Piaggio sul Pordoi (con tutto il rispetto per l'Ape, gran mezzo). Forse con una fotina di Valentino Rossi sotto la sella...
Aprilia: 6. Il sabato leoni, la domenica... qual è la vera Aprilia? Quella che nella Sprint passa Bagnaia in scioltezza a due giri dalla fine o quella che galleggia in decima posizione la domenica? Ai portoghesi (tra due settimane) l'ardua sentenza.
KTM: 8. Molti chiari e molti scuri nel week end della casa austriaca. Sicuramente buona parte del merito va a BB (che purtroppo non è Brigitte Bardot ma Brad Binder) ma sicuramente la KTM è l'unica che ha dimostrato di potersela giocare con le Ducati. Anche sul mercato piloti hanno dimostrato di sapersi muovere molto bene, vedere alla voce: Pedro Acosta
Ducati: 10-. Eh sì, il meno ci vuole. Con otto moto in pista conquistano 3 dei 6 posti disponibili sui podi di sabato e domenica. La Desmosedici 2024 è senza dubbio la moto da battere, ma per ora sembra che solo Pecco e Martin le sappiano spremere come si deve.
Davide Tardozzi: 10 Erode. Alla fine del GP di domenica esulta, salta, abbraccia tutti come se fosse alla sua prima vittoria. Fantastico anche quest'anno, anche senza l'altra metà del cielo che per lui è sempre stata Paolo Ciabatti e che, dal 2024, sarà il bravo Mauro Grassilli. Questa è la fame che viene da una passione infinita. Commovente.
Pecco Bagnaia 9. Forse è la Sprint che non gli piace, o forse non gli hanno spiegato bene le regole: nel GP corre come se fosse una Sprint e centra il bersaglio grosso. Molto bene, ma la concorrenza è parecchio agguerrita.
Jorge Martin 8. Il 2024 finisce come era terminato il 2023: Sprint imbattibile, comunque a podio la domenica. Resta il candidato numero due al titolo.
Brad Binder: 9. Mister secondo è secondo sabato, secondo domenica e secondo in classifica. Secondo noi può dire la sua. A seconda delle piste, ovviamente.
Pedro Acosta: Predestinato. E' dai tempi di Marc Marquez che non c'era tanta attenzione su una matricola. Giusto. E Pedro non si è comportato affatto male. Però noi abbiamo negli occhi e nel cuore l'esordio di Max Biaggi che in 500 (su Honda clienti) fa pole position, giro veloce e vittoria al suo primo GP. E niente, comunque Pedro bravissimo.
Di Giannantonio: Stabilo Boss. Molto boss, poco stabilo in realtà. Nella gara di sabato la Ducati fluo del team VR46 lo spara in orbita come se si fosse tornati ai terribili high side delle due tempi, ma domenica non sfigura e chiude settimo. Se non fosse che qui l'anno scorso ci ha vinto sarebbe una gara più che suff.
Marc Marquez: Polipo. O camaleonte o vedete voi, insomma, l'impressione è che sia come quegli animali che si mimetizzano per aspettare il momento giusto e piazzare la mossa letale. Buona parte degli italiani (anche un po' rancorosi) gli augurano di continuare a fare quarto, ma qualcosa ci dice che quando arriveranno le piste giuste saranno problemi per tutti. O no?
Plotone Italia: Opaco. Tolto Pecco gli altri centauri italici non hanno brillato come sperato: ognuno ha i propri buoni motivi, innegabile, ma sinceramente speravamo meglio. Marini e Morbidelli sempre in fondo, il Diggia abbiamo già detto, Bezzecchi non pervenuto, Bastianini poco incisivo. Sì può dare di più, come cantavano Ruggeri e compagni.
Raul Fernandez: Gattonero. Dopo aver conquistato una buona posizione in griglia deve aver rovesciato del sale mentre spaccava uno specchio passando sotto una scala. La moto si spegne, corre (provate voi con tuta e casco prima di partire per la prima gara della stagione) parte ultimo con la moto di riserva e si ritira. Però le Aprilia con la carena a stelle e strisce quanto sono belle?