Certe volte il lato più fatalista dello spirito ti porta a limitare i danni. Quando un capitolo della vita comincia male e non mostra segnali di svolta, tendi a metterti l'anima in pace. Aspetti che la tempesta passi senza sprecare energie. Poi non cambi pagina, cambi proprio il libro. Pecco Bagnaia, che tanto fatalista non è, ha una capacità praticamente unica nel trasformare le cose che nascono storte in oggetti dritti e perfetti. Il suo predominio in MotoGP è partito da una rimonta dal livello di difficoltà pari ad un sudoku diabolico: recuperare 91 punti in dieci gare a Fabio Quartararo per vincere il titolo. Missione completata. Poi un altro Mondiale quando tutti erano pronti a scommettere sulla crisi, sul nuovo compagno di squadra, sulle distrazioni innescate dal successo. Niente da fare. Anzi oggi, passato l'inverno, Pecco ha vinto. Ancora.
E pensare che venerdì - al primo rientro ai box del weekend inaugurale della MotoGP 2024 - Bagnaia scendeva dalla Ducati con una smorfia, accompagnata da ampi gesti di dissenso. Motivo? Una gomma posteriore forse non performante come le altre, che a Pecco è capitata subito. Poi, sabato, un'insolita sbavatura in qualifica nel giro che probabilmente avrebbe consegnato a Bagnaia la pole position. Risultato? Quinta casella in griglia di partenza e fastidi annessi. Nella Sprint Race il campione del mondo in carica è arrivato quarto, senza mai dare la sensazione di poter essere offensivo. Né carne né pesce, insomma, per l'uomo più atteso, per il pilota che - dominati i test precampionato - non poteva certo permettersi di steccare la prima sulla stessa pista. I titoli dei giornali erano già pronti: "Marc Marquez al debutto in Ducati sgonfia il mito di Bagnaia". Oppure: "Jorge Martín ha imparato la lezione e adesso Pecco dovrà cedergli la cattedra".
Trentadue secondi. È il tempo impiegato da Pecco Bagnaia a Lusail per zittire tutti e conquistare, dalla quinta piazza allo spegnimento dei semafori, la testa della corsa. Abbassatore azionato, scatto fulmineo, intuizione e prontezza di riflessi nel prendersi tutto lo spazio all'esterno, lasciato sguarnito dai primi quattro, attenti proteggere la traiettoria interna in curva uno, dove Pecco passa già terzo e con grande velocità di percorrenza. Poi tutto istinto per catapultarsi nel pertugio che Binder concede in curva due e allora, già che ci siamo, facciamo da Dio anche curva tre e infilziamo Martin all'ingresso della quattro. Pecco è primo e, già che c'è, completa anche i restanti ventun giri da Onnipotente, da campione del mondo, da messia in Medio Oriente, da quello che volete. Bagnaia, sul passo dell'1'52"alto per tutta la gara, non ha sbagliato nulla. Niente, a quanto pare, era in grado di scalfirlo: "Oggi era fondamentale frenare molto forte e aspettare quell'attimo in più per non sfruttare troppo il posteriore - racconta a Sky - così facendo sono arrivato a fine gara in condizioni perfette. Ogni volta che qualcuno provava ad avvicinarsi io tentavo di allungare".
Se si considera che la partenza, causa spegnimento dell'Aprilia di Raul Fernandez, è stata rimandata, ecco che il gesto di Bagnaia va ulteriormente inneggiato. Perché nessuno ha fatto le prime tre curve come lui, prendendosi i rischi che ha corso lui, il quale - evidentemente - deve essere anche stato un mago nel tenere i nervi saldi e le gomme in temperatura nel secondo giro di ricognizione. Di questo colpo da fantasista vecchio stampo Pecco potrebbe prendersi tutto il merito, invece sottolinea che si tratta di lavoro di squadra: "Il primo giro l'avevamo studiato con la squadra; l'intento era quello di sfruttare oltre misura le gomme nelle prime curve, perché era fondamentale stare davanti. Appena ho visto il varco alla due mi sono buttato su Brad, e penso che Jorge sia stato un po' troppo conservativo alla 3, quindi ho cercato di passarlo subito in staccata. Avrei comunque fatto di tutto per finire il primo giro in testa e poi gestire".
Pecco, mentre evidenzia i meriti dei suoi uomini, alza il ditino. "Sono qui - sembra dire - vi spiego tutto". Vi spiego come faccio a restare tranquillo nonostante i problemi. Vi spiego come riesco ad essere convinto che una soluzione la troverò sempre. Vi spiego che quando conta il più furbo sono io, che in MotoGP comando io. Voi potete scommettere su altri, buttarvi sul primo che passa. In trentadue secondi - seduti sul gabinetto - potete pure abbandonare i vostri sogni, mentre io quel tempo lo trasformo in oro. Perché mi chiamo Pecco. E posso essere perfetto. Fatale.