"Non si diventa campioni del mondo due volte di fila per caso" - L'ha detto Gigi Dall'Igna, pochissimi secondi dopo aver visto passare Pecco Bagnaia per primo sotto la bandiera a scacchi del GP del Qatar. Il pilota di Chivasso, da poco cittadino onorario di Pesaro, c'ha meso tutto quello che c'era da metterci: calma e cattiveria, esperienza e freddezza. E' partito fortissimo, bruciando gli altri della seconda fila e poi, quasi di prepotenza, è andato a girare per primo già alla fine della curva 3. Confermando la regola del 2023: se è domenica c'è lui davanti. Con buona pace di Brad Binder, che c'ha provato in ogni modo e andando a prendersi il primo posto nella classifica generale della MotoGP, e pure con buona pace di Jorge Martin che, dopo la vittoria nella Sprint di ieri, ha dovuto accontentarsi della terza piazza. "Ho provato a risparmiare un po' alla curva 3 - ha detto Martin nel retropodio con Bagnaia e Binder - Lì mi hai sorpassato rivolgendosi a Pecco, ndr) e è finita. Stare davanti aiuta tanto". Tra l'altro c'è anche un significativo incrocio di numeri, perchè con questa vittoria, Pecco ha eguagliato Barry Sheene, di cui proprio oggi ricorreva l'anniversario della morte.
"Ieri - ha detto Pecco - abbiamo avuto qualche problema. Poi abbiamo fatto un buon lavoro e anche oggi nel warm up abbiamo sistemato ancora qualcosa. Sono contento, ma pensiamo al Portogallo. La differenza l'ho fatta nella gestione della performance e comunque ho cercato di fare il matto da subito". Vincere, insomma, e non darsi neanche il tempo di godersela, buttando già il pensiero a tra due settimane, Quando si rinnoverà la sfida con Jorge Martin e - ormai è una certezza - pure con le KTM. Ma ormai è chiaro pure che a dare fastidio ci sarà anche un certo Marc Marquez. Oggi l'otto volte campione del mondo ha chiuso quarto, ma primo dei non ufficiali. Ha giocato d'esperienza, senza perdere la coda dei primi e provando a conservare le gomme,mantenendo la calma anche quando il ragazzino terribile, Pedro Acosta, gli ha messo le ruote davanti con la sfacciataggine di chi è intenzionato a rubare la scena (e prima o poi ci riuscirà anche, con dolori seri per tutti). Per il fenomeno di Cervera è una "medaglia di legno" che anticipa un gran bel profumo di futuro, nonostante il 93 continui a ribadire di voler guardare solo a quelli che gli arrivano davanti e preoccuparsi solo di "tornare a sorridere dentro il casco". Quel sorriso, a breve, si farà ghigno.
Tornando alla gara,invece, dietro la Desmosedici 2023 del Team Gresini e di Marc Marquez è riuscito a mettere le ruote Enea Bastianini, con l'altra Ducati ufficiale e alle prese con ancora qualche problema di chattering, oltre che con una partenza tutt'altro che fantastica. Per Bastianini, dopo i primi giri, è stato un crescendo nella seconda metà di gara, tanto che se non ci fosse stato un giro in meno (dovuto alla partenza ritardata provocata dall'Aprilia di Raul Fernandez) sarebbe sicuramente arrivato alla ruota di Marc Marquez, stando a quanto dice il report sui crono. Sesta piazza, invece per l'altra Ducati del Team Gresini di Alex Marquez, seguito da un Di Giannantonio che, dopo la caduta di ieri, non ha commesso errori e ha salvato il fine settimana della squadra di Valentino Rossi (visto che Marco Bezzecchi ha chiuso in 14esima posizione). ottavo, dietro a Di Giannantonio, Aleix Espargarò, che a detta di tutti sarebbe stato il protagonista assoluto di giornata e che, invece, non è sembrato mai realmente in gara, con tantissimi errori nei primissimi giri che hanno condizionato il resto della domenica. Tra Espargarò e l'altra Aprilia di Maverick Vinales, al nono posto, ha chiuso invece Pedro Acosta, che ha dovuto arrendersi al calo delle gomme Michelin negli ultimi giri, dopo aver chiesto troppo agli pneumatici nelle fasi iniziali.
Fuori dalla top 10, ma primo dei giapponesi, invece, il campione del mondo del 2021, Fabio Quartararo, apparso nervosissimo nelle interviste del post gara, ma capace comunque di mettersi alle spalle Johann Zarco (primo dei piloti Honda), Joan Mir e Marco Bezzecchi. Per quanto riguarda gli altri italiani, infine, Franco Morbidelli ha chiuso in crescendo rispetto alla Sprint di ieri, mettendo le ruote della sua Desmosedici del team Pramac davanti a quelle di Takaaki Nakagami, Luca Marini (debutto decisamente amaro con la Honda del Team Repsol) e Jack Miller. L'australiano della KTM, dopo una partenza pazzesca, è stato protagonista di una caduta e a poco gli è servito rimettere la moto in pista. Unico non a traguardo, invece, è stato Raul Fernandez, incappato con la sua Aprilia in una domenica cominciata male e finita peggio.