Eh ma Bagnaia è andato oltre il cordolo nel giro lanciato della Q2 e nessuno gli ha tolto il tempo. Il primo “giallo per i complottisti dei social” della MotoGP 2024 è stato questo qua. Solo che non si tratta affatto di un giallo e, anzi, è questione di rosso e di verde. Detta così è un po’ un gioco di parole, ma la mancata penalizzazione di Pecco Bagnaia nella Q2 del GP del Qatar non è stata una svista dei commissari e meno che mai un tentativo di chiudere gli occhi davanti a un pilota da avvantaggiare. Il tempo fatto da Pecco Bagnaia in Q2 e che gli è valso il quinto posto in griglia, infatti, non andava cancellato perché così dice il regolamento (che alleghiamo qui sotto).
In prova così come in qualifica, infatti, sono da cancellare i tempi fatti nei giri in cui il pilota è sì finito oltre i cordoli, ma solo quando l’area è colorata di verde. Nel caso di Bagnaia, invece, lo sconfinamento è avvenuto sul rosso (qui il link al video). I colori non sono scelti a caso per una qualche assurda ragione estetica da parte di chi disegna i circuiti, ma sulla base di possibili vantaggi. Significa che non sempre finire oltre il cordolo può rappresentare un vantaggio e a volte – anzi, il più delle volte – si perde tempo, soprattutto quando l’attacco è al cronometro e non a qualche avversario in gara, come avviene appunto nei turni di prove o nelle qualifiche. Finendo sul rosso, sabato, Pecco Bagnaia ha, di fatto, perso tempo e quindi s’è in qualche modo punito da solo. Lo dimostra anche il fatto che il campione del mondo uscente, al momento dello sconfinamento, aveva un intermedio vicinissimo a quello di Jorge Martin e che dopo l’errore di traiettoria ha perso quei decimi che poi lo hanno “relegato” in quinta posizione.
Discorso diverso, invece, sarebbe stato se Pecco – o chi per lui – fosse passato su un’area dipinta di verde. Perché quella colorazione indica esattamente che passare lì può rappresentare un vantaggio in termini di cronometro per il pilota e che, quindi, i commissari devono intervenire per cancellare il giro in cui è avvenuto lo sconfinamento.
A Losail, infatti, ci sono i così detti “cordoli di Misano” all’esterno di alcune curve. Si chiamano così perché il nome di omologazione è “Misano N200" e perché per la prima volta sono stati installati al Marco Simoncelli World Circuit. Approvati sia dalla FIM sia dalla FIA, di fatto presentano un dislivello minimo sull’esterno tra il cordolo stesso e l’asfalto (circa 50 mm) e questo dislivello fa sì che le moto, così come le auto, finiscano per perdere decimi attraversandoli con le ruote. Per molti rappresentano anche l’occasione per superare definitivamente l’antipatica – e che troppo spesso si presta a fantasiose interpretazioni - “regola del verde” senza dover ritornare alla troppo pericolosa erba oltre il cordolo, che invece rappresenterebbe un serio problema in termine di sicurezza.