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Sì, Pedro Acosta ha detto che lottare con Marc Marquez è stato come perdere la verginità e “Come al Ranch di Valentino Rossi”



  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

10 marzo 2024

Sì, Pedro Acosta ha detto che lottare con Marc Marquez è stato come perdere la verginità e “Come al Ranch di Valentino Rossi”


Che Pedro Acosta fosse la cosa più grossa capitata alla MotoGP da quando la novità si chiamava Marc Marquez non è una novità. Quello che lo rende veramente eccezionale però, esattamente nel modo in cui lo è stato Valentino Rossi, è quella maniera lì di raccontarti le cose

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Pedro Acosta è precoce alla Marc Marquez e geniale come Valentino Rossi, anche se lui probabilmente liquiderebbe il tutto con una risata per poi ricordare al mondo di essere solo Pedro Acosta. Il punto è che gli aggettivi finiranno in fretta con uno così, che al primo weekend di gara della sua vita ha dato spettacolo in pista e - qualità sempre più rara - anche a giornalisti e televisioni una volta levatosi il casco. Pare infatti che Pedro abbia capito una cosa che in tanti fanno fatica a comprendere: la gente è qui per lo spettacolo perciò diamogli il cazzo di spettacolo, turpiloquio incluso. Ecco quindi che, esattamente come aveva fatto ieri, quando Sandro Donato Grosso gli ha chiesto per Sky se si fosse pentito di aver sfruttato così la gomma, ha risposto con grande leggerezza in un italiano un po' zoppicante: “Meglio fare dieci giri con loro che vanno super forte mantenendo il loro ritmo, per vedere che cazzo fanno loro per guidare così veloce che fare 21 giri senza vedere un cazzo. Meglio spinnare come un matto e poi se possiamo giocare allora giochiamo, altrimenti facciamo come oggi (perdendo posizioni a fine gara, ndr) ma alla fine abbiamo acquisito esperienza”. Un approccio benedetto anche dallo stesso Marc Marquez, che ha commentato così la scelta di Acosta; “Già ieri dopo la Sprint ho pensato che se avessimo fatto una gara gestendo la gomma sarebbe arrivato, perché se spingi a manetta senza guardare la gomma puoi arrivare davanti ed è quello che ha fatto lui. Ha spinto, spinto, spinto. Ed è quello che devi fare da rookie: spingere a manetta e capire dove si arriva”.

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Pedro Acosta su Marc Marquez. GP del Qatar, Lusail 2024.

Pedro Acosta chiude quindi con un nono posto dopo essere stato quarto, davanti a Marc Marquez. Roba che, alla prima gara della tua storia - con una gestione della gomma tutt’altro che semplice - basterebbe a spiegare una carriera. La storia la fa comunque, in un angolino, diventando il pilota più giovane di sempre a fare un giro veloce in MotoGP. Se dovesse vincere una gara entro il Sachsenring, sarebbe anche il più giovane in assoluto a riuscirci. Lui a pensarci fa spallucce e la sfida con l’8 volte campione del mondo (che lo infila alla curva 12 dopo il primo di una serie di lunghi) la spiega in due modi diversi. Alla televisione paragona l’emozione alla 100 Km dei Campioni, a cui ha partecipato questo inverno: “Quando ho passato Marc Marquez alla fine non ho avuto tempo per pensare a niente, ho guidato e basta. È stato come guidare con Valentino Rossi al Ranch, la gara che abbiamo fatto d’inverno. È vero che ho sentito un po’ la pressione di guidare con Marc dietro, ma è normale essendo la prima volta”.

Davanti ai giornalisti inglesi invece, come riporta Motorsport, l’ha mette in un altro modo: “La lotta con Marc è durata quello che doveva durare. È come quando perdi la verginità: è tutto molto bello ma finisce con l’essere un disastro. La favola non poteva durare troppo, sorpassare piloti, avere ritmo e star lì è ciò che mi è piaciuto di più”.

Signori, Pedro Acosta. Con tutte le probabilità gli altri piloti hanno già smesso di ridere alle sue battute.

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