La madre di tutte le discussioni da bar è senz’alcun dubbio lei: chi è il pilota più forte di tutti i tempi, il più veloce del reame? C'è chi dice Marquez, chi Valentino, chi chiama in causa Giacomo Agostini. Per molti il più grande di sempre è Kevin Schwantz, nonostante abbia vinto soltanto un mondiale nel 1993 con Suzuki. A questa domanda i francesi di Paddock GP hanno provato a rispondere con una classifica abbastanza particolare. Perché un fuoriclasse lo devi valutare nel momento della massima ascesa, solo così puoi capire quanto poteva fare la differenza sugli avversari. Esempio: Marc Marquez, nel 2019, ha concluso la stagione con 420 punti su di un totale di 475 disponibili, quindi l'88,4% dei punti.
La verità però è che un dominatore non si vede in un anno, ma nel suo intero periodo d’oro. Così a Paddock GP hanno scelto tre diversi campioni con almeno 5 titoli mondiali. Campioni come Giacomo Agostini, Geoff Due o Mike Hailwood non non stati considerati per via del modo -troppo diverso- in cui si correva allora: si poteva gareggiare su più categorie, le piste erano diverse ed anche i piloti in gara cambiavano a seconda del circuito.
I fuoriclasse analizzati quindi sono tre: Mick Doohan negli anni del dominio dal 1994 al 1998, Valentino Rossi dal 2001 al 2005 e Marc Marquez nei suoi primi cinque anni di MotoGP, quindi dal 2013.
Partiamo con Mick Doohan, cinque volte iridato con Honda Repsol. Nel 1994 ha conquistato addirittura il 90,56% dei punti disponibili, persino meglio di Marquez nel 2019. Ma Doohan ha rincarato la dose nel 1997, arrivando al 90,99% dei punti. Semplicemente inarrivabile per tutti gli altri piloti. Ed è anche l'unico dei tre ad aver superato la soglia del 90% di punti, cosa che gli è riuscita per ben due volte.
A rovinare lo stato di grazia di Mick è stato soltanto il 1998 (si fa per dire, tre zeri e altrettanti secondi posti sono gli unici risultati diversi dalla vittoria) così da portare la sua media a 82,83%. In 5 anni quindi, l’australiano ha conquistato l’82,83% dei punti disponibili. Ecco, Valentino Rossi ha fatto meglio.
Meno vincente in termini assoluti rispetto a Doohan (il massimo dei punti conquistati in una stagione è stato l’89,25% fatto registrare nell'ultimo anno con la Honda, il 2003) il pesarese ha però la media migliore, pari all'84,32% nei suoi 5 anni di dominio. Va anche detto che Rossi è stato l'unico pilota ad aver anche cambiato moto durante questo periodo: mentre gli altri due hanno corso esclusivamente con Honda, Rossi è riuscito a dominare anche con Yamaha.
A stupire ancora di più però sono i numeri di Marc Marquez: il carboncino si ferma solo al 71%, decisamente meno rispetto agli altri due. Ma perché? beh, innanzitutto va considerato il terribile 2015, anno difficile per il motociclismo in generale e di certo anche per lui. Poi va detto che Marc ha trovato sulla sua strada avversari più competitivi, dal compagno di squadra Dani Pedrosa a Jorge Lorenzo, senza contare lo stesso Rossi ed Andrea Dovizioso. Ad ogni modo lo spagnolo è anche l'unico del terzetto ad aver vinto il titolo nel suo anno d'esordio, nel 2013. Certo, ai tempi di Valentino c'era la "regola del rookie", non era possibile approdare in un team ufficiale al primo anno nella classe regina.
Ancora una volta le statistiche parlano chiaramente, ma mai abbastanza. Perché c'è modo e modo di vincere, di essere ricordati e di dominare. D'altronde il motociclismo è uno sport di coraggio, genio e follia, impossibile ridurlo ai punti come se si trattasse di un campionato di freccette.
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