Uno degli osservati speciali della prossima stagione della MotoGP sarà Maverick Viñales che, dopo aver lasciato la Yamaha a campionato ancora in corso, ha deciso di correre per Aprilia.
Nel ricordare i tempi in cui correva per la casa di Iwata lo spagnolo però ha solo parole positive: "Voglio solo dire buone parole su di loro perché non ho niente di male da dire. Alla fine, si vede che la moto è di grande livello, e ho sempre detto che la moto era fantastica". Queste le dichiarazioni rilasciate a TheRace.com dal pilota che ha voluto spiegare cosa pensasse della M1 per poi definire “difficile” la convivenza con Yamaha: "A volte mi sentivo imbattibile, altre volte ero l'ultima Yamaha. Stavo impazzendo. Ma la moto era su un livello incredibile. Comunque non era la mia sfida, quindi ho accettato la vera sfida, l'Aprilia".
Per poi sottolineare come l'essere diventato padre abbia comportato un cambio di priorità nella sua vita: "Ho cambiato molto le mie priorità. Quando hai una famiglia, non pensi al domani, pensi al lungo termine. Non puoi semplicemente pensare giorno per giorno – per poi aggiungere - Prima pensavo molto così, vivendo la vita così com'era, senza pensare troppo al futuro o a come avrei realizzato la mia realtà".
Per lo spagnolo che correrà con Aprilia, l’obiettivo è quello di andare oltre la ricerca della vittoria: "È bello vincere, ma voglio sentire qualcosa di più. Voglio sentire una squadra intorno a me, ed è per questo che mi sono trasferito. Mi sono trasferito per avere tutta quell'atmosfera, quella passione, e soprattutto perché penso che quando vai in un posto dove tutti hanno fame, ti fa andare ancora più forte".
Durante l’intervista il pilota ha parlato della differente atmosfera che si respira tra un box giapponese e uno italiano: "Una squadra italiana è molto diversa da una squadra giapponese. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con il team giapponese, perché amo il loro cibo, la cultura, i luoghi, e il loro approccio, sono calmi e sistematici. Però avevo bisogno di un po' più di fuoco intorno a me – ha spiegato il giovane - Mi motiva molto l'idea di riportare la fabbrica al top. Voglio essere un campione, ma voglio anche fare qualcosa di speciale, non fare quello che fanno gli altri".
Come avvenne con Suzuki nel 2016: "Non voglio parlare troppo del passato, è chiaro che ho commesso un errore lasciando Suzuki. Alla fine abbiamo creato una squadra davvero buona, ma in quel momento la Yamaha è stata una moto vincente e io ho scelto quella strada. Sbagliato o no, non lo so, perché alla fine prendi le tue decisioni".
Per poi concludere sottolineando come l’arrivo nel team italiano gli abbia fatto ritrovare la motivazione: "Tutto ciò mi ha portato in un posto dove sono molto felice. Vengo di nuovo alle gare eccitato. Ho ritrovato la motivazione, la passione per le moto, che è molto importante. Alla fine, questo è il carburante che ti dà l'energia per continuare. Penso di avere ancora molto da dare e molto che non ho dato, quindi è molto importante per me. In questo momento sto raccogliendo questa sfida in quello che penso sia il momento giusto per prenderla, per svegliarmi e continuare a spingere".