Jannik Sinner is back. Dopo il trionfo di Wimbledon, fuga in Sardegna con Laila Hasanovic e una pausa strategica per ricaricarsi, il numero uno del mondo torna ufficialmente in campo per l’inizio della campagna americana. Si riparte da Cincinnati, in Ohio, con un Masters 1000 che segna l’avvicinamento agli Us Open e che, un anno fa, aveva dato il via alla striscia più gloriosa della carriera di Sinner: New York, Shanghai, Torino, Malaga. Tutto cominciò da qui. “Jannik ha bisogno di partire forte”, avverte Paolo Bertolucci, che sulla Gazzetta dello Sport ha analizzato la situazione dell’azzurro. “Ora a Cincinnati deve sciorinare subito una prestazione ad alto livello per confermare i punti acquisiti o tamponare quelli che andranno persi. Dovrà guardarsi le spalle da Alcaraz, che ha pochi punti da difendere e potrà giocare con meno pressione”. La posta in gioco è altissima. Sinner ha 6030 punti da difendere nella seconda parte del 2025. Alcaraz, che lo segue in classifica, ne ha appena 1060. Un abisso che però può assottigliarsi se l’azzurro non dovesse tenere il passo: “Sono rimasti solo due uomini al comando, Sinner e Alcaraz”, sottolinea Bertolucci. “Due giocatori molto diversi, ma consapevoli del rispettivo valore. Il loro duello può solo alzare il livello tecnico e mentale”.

Sul piano fisico, Sinner si è fatto trovare pronto. Dopo una settimana di mare, è tornato ad allenarsi a Montecarlo, seguito di nuovo dal preparatore Umberto Ferrara, elemento storico del suo team, il cui ritorno ha fatto discutere e non poco. Il focus? Proprio sull’adattamento al cemento velocissimo di Cincinnati, una superficie ancor più rapida di quella degli altri tornei americani. “Non lascia nulla al caso”, scrive Bertolucci. “Sinner è uno che pianifica ogni dettaglio e sa che questo torneo non è affatto ‘di passaggio’. È un banco di prova”. Dall’altra parte della rete c’è Carlos Alcaraz, l’amico-rivale di sempre, quello battuto in quattro set sull’erba londinese, rimasto in Spagna fino all’ultimo. Si è goduto la movida e ha ritardato l’arrivo negli Stati Uniti. E Bertolucci non manca di rimarcare il contrasto: “Jannik è tutto casa e tennis. Alcaraz ama divertirsi, ma se vuole la vetta dovrà cambiare passo. Perché Sinner, oggi, è un treno in corsa”. Il cemento americano sarà ancora una volta il campo di battaglia. Djokovic non ci sarà: il tre volte campione di Cincinnati ha dato forfait per “motivi non medici”, lasciando campo libero a un altro possibile scontro frontale tra Sinner e Alcaraz. “La loro rivalità sarà il filo conduttore dei prossimi mesi. Sinner non ha più l’ombra del Clostebol addosso, ha spalle larghe e un morale altissimo. Ma il fardello dei punti da difendere è pesante anche per lui”, dice l’ex Davisman.

Nel 2024, Alcaraz era stato eliminato al primo turno da Gael Monfils. Nel 2023 aveva perso una finale epica con Djokovic. Il torneo non è mai stato fortunato per lui. Per Sinner, invece, Cincinnati rappresenta quasi un santuario: un anno fa lo vinse mentre il caso Clostebol era ancora aperto. Ora, con quella parentesi chiusa, può davvero partire da qui per confermare il suo dominio. “Il periodo di pausa è servito. Ora è il momento di tornare a combattere. Da Cincinnati a Flushing Meadows, il cammino sarà duro. Ma Sinner ha tutto per confermarsi il numero uno. A patto che tenga sempre alta la soglia dell’attenzione”, conclude Bertolucci. E con lo spagnolo alle calcagna e Djokovic pronto a colpire a New York, Jannik non potrà permettersi cali di tensione.