“Amerei veder tornare in Formula 1 motori più rumorosi. Più sound sarebbe davvero apprezzato”. La rivoluzione 2026 si avvicina, ma Charles Leclerc guarda già avanti e lo fa tra speranze e preoccupazioni. Il monegasco, che si prepara ad affrontare il GP di Singapore dopo la delusione di Baku, ha parlato della Formula 1 che sarà non nascondendo una vena romantica che lo lega al passato del circus, quello che ammirava con gli occhi spalancati quando, da bambino, vedeva le monoposto sfrecciare tra le stradine di Monaco dal balcone di casa sua. Un passato che si augura possa tornare, scavalcando già quelle che saranno le novità introdotte a partire dalla prossima stagione e che segneranno una nuova era per lo sport.

Power Unit sulla carta più efficienti, ma messe in dubbio ancor prima di scendere in pista. Troppo complesse, formate da una parte termica e una elettrica che si equivalgono nella potenza, ma lontanissime dai motori ruggenti che negli anni hanno fatto la storia. E Leclerc lo ha spiegato senza mezzi termini, come riportato da Motorsport.com. “Preferirei assolutamente tornare ai normali V8 o addirittura V10, specialmente per il suono. È quello che mi manca di più di questo sport, è quello che mi ha fatto innamorare. Sono di Monaco e ricordo quando le monoposto correvano sul mio tracciato di casa. Mi provocavano i brividi e ora non credo che si provi più quella sensazione. È un vero peccato”.

Un pensiero romantico che guarda all’epoca d’oro del circus, ma non c’è solo la questione motori tra le riflessioni fatte dal monegasco: l’attenzione, infatti, è andata anche al format dei fine settimana di gara, di recente oggetto di tante discussioni specie dopo quanto affermato dal presidente e CEO di F1, Stefano Domenicali. L’italiano ha parlato della necessità, o volontà, di aumentare il numero delle Sprint Race, ma Leclerc, così come tanti altri, sul tema è chiaro: “A mio avviso il numero che abbiamo ora è già abbastanza buono e non andrei a incrementarlo”. Poi, c’è spazio anche per un passaggio sulla possibile introduzione della griglia invertita, anche questa una delle possibilità menzionate dallo stesso Domenicali. Il parere? Negativo, anzi, negativissimo: “Sulla griglia invertita... Non lo so. Non in un fine settimana normale, almeno. Magari, perché non considerarlo per la Sprint Race? Ma è davvero qualcosa che potrebbe non far parte del DNA dello sport. Credo che la Formula 1, per com'è adesso, dovrebbe rimanere tale e non dovremmo sentire il bisogno di reinventare nulla”.

Riflessioni che non lasciano spazio a interpretazioni: da un lato il passato che vorrebbe tornasse in auge visti i dubbi che accompagnano la rivoluzione regolamentare del 2026, dall’altro la certezza che, quantomeno per adesso, la Formula 1 non dovrebbe guardare troppo in là per continuare a crescere. C’è un confine, quello tra storia e innovazione, che non va varcato e ad oggi gli unici a spingere per una rivoluzione sembrano essere i vertici di Liberty Media, mentre dai piloti sono arrivate solo perplessità. Domenicali aveva detto che 18 su 20 sarebbero stati a favore di un aumento delle Sprint ma, man mano che il tempo passa, i no grazie aumentano sempre di più. Sarà che la nuova Formula 1 proprio non piace?
