Più che citare Stendhal, a vedere questa MotoGP c'è da scommettere su quello che rimane del podio una volta che il suo legittimo proprietario si è preso il gradino più alto. C'è però da giocare sul rosso e sul nero. Il rosso della Ducati, che quest’anno ha perso due moto e che vince tutto ma con un pilota solo, e il nero dell’Aprilia, sempre a inseguire ma costantemente più vicina. Il circuito di Montmelò a Barcellona diventa una roulette, e se è vero che Marc Marquez rimane il favorito assoluto è qui che le moto di Noale possono far girare la loro fortuna. Marco Bezzecchi viene da tre podi consecutivi, Jorge Martín dal rientro più clamoroso dell’anno: una botta dietro l’altra, il crollo emotivo, la fuga verso la Honda e poi, un po’ alla volta, la ricostruzione.
Per vincere un titolo mondiale in questa MotoGP devi avere la moto giusta, Marc Marquez ne è una straordinaria dimostrazione. Eppure, mentre lui domina incontrastato, le altre moto (o gli altri piloti?) viaggiano tra alti e bassi. Alex Marquez per esempio, che nella seconda parte di stagione sta facendo molta fatica, per non parlare di Pecco Bagnaia in piena crisi umana e di risultati. Sarà la tecnica, sarà che guardare i dati di Marc Marquez dev’essere deprimente, sta di fatto che nel frattempo in Aprilia stanno portando la RS-GP sempre più vicina a Ducati.

Questo almeno è sembrato nelle ultime gare in cui Jorge Martín ha cominciato a capire la moto come aveva fatto Bezzecchi nelle prime gare della stagione (“Non devo cercare di violentarla in qualifica, ma essere dolce con lei”) mentre Raul Fernandez sembra essersi messo a posto rispetto a inizio anno. La moto, di fatto, sta lentamente (?) facendo passi in avanti. E un giorno potremmo trovarci a fissare un podio su cui il rosso, con Marc Marquez che questa scommessa l’ha dichiarata già dai test, è circondato dal nero, quello di Marco Bezzecchi e Jorge Martín. Quando questo succederà cominceremo a pensare che l’Aprilia ha la moto da battere o, se non altro, che l’era del dominio Ducati è finita. In ogni caso, quel percorso in MotoGP iniziato nel 2015 sta arrivando a destinazione. A Barcellona per esempio, ci sono un gran numero di probabilità che succeda.
Per quanto riguarda Ducati invece, Gigi Dall’Igna continua a muoversi con precisione meticolosa e un approccio da stratega: sa che vincere è bello, farlo di poco è importante. Per non diventare antipatici, dice lui, che poi vuol dire evitare penalizzazioni, sanzioni, concessioni. Vuol dire stare lì, un passo davanti agli altri, abbastanza per arrivare prima ma non al punto farlo sembrare facile.

