Troppo Sinner per questo Dimitrov. Dopo aver dominato la semifinale contro Daniil Medvedev, lasciandogli dolo 3 game nell'intera partita, l’italiano concede il bis in finale, perdendo solamente 4 game nella serata italiana di domenica contro il bulgaro Dimitrov e diventando il nuovo numero 2 del mondo. Non c’è stata partita, Sinner ha preso in mano il gioco sin dal primo game, senza mai lasciarlo; impressionante in risposta, solidissimo al servizio, preciso nei passanti, Dimitrov non è riuscito a trovare niente a cui aggrapparsi, nulla nel suo gioco sembrava poter funzionare. Neanche lo schema adottato da tutta la settimana dal bulgaro, il back lungolinea, seguito dal dritto lungolinea e discesa a rete, che ha funzionato perfettamente contro Alcaraz e nel terzo set contro Zverev, ha sortito nessun effetto contro Sinner, anzi, il risultato sono stati tre passanti brucianti di rovescio dell’italiano.
Dimitrov ha provato a scuotersi, a mischiare le carte, a rimanere vicino alla riga di fondo per non perdere troppo campo e lasciare il pallino del gioco in mano all’avversario, ma Sinner si è dimostrato di un altro livello, ingiocabile per larghi tratti, ha costretto il bulgaro a prendere dei rischi enormi per vincere un singolo punto. Ci sono stati momenti di assoluta bellezza, Dimitrov è un giocatore da highlights, alcuni colpi che ha trovato rappresentano la massima espressione della bellezza su un campo da tennis, ma per vincere contro questo Sinner serve altro, non si può farlo solo con i miracoli. Jannik ha accettato i momenti di splendore del suo avversario e lo ha incastrato sul suo rovescio, variando la velocità, la profondità e l’altezza dei colpi, ha reso impossibile al bulgaro l’evasione da quella situazione tattica così svantaggiosa per lui. Dimitrov non è riuscito quasi mai a girarsi e incidere con il suo dritto, la palla di Sinner era troppo veloce per farlo; come al solito Jannik ha fatto la differenza con i colpi di inizio scambio, con il servizio ha variato molto le direzioni, sia con la prima, che con la seconda, impedendo al bulgaro, di trovare la sua risposta d’incontro, che era stata super efficace nelle partite precedenti. In risposta, Sinner ha semplicemente dimostrato di essere il numero 1 del mondo in quel fondamentale, mettendo costantemente la palla nei piedi a Dimitrov, costretto a uscire in fretta dal servizio, per non venire “investito” dal colpo del suo rivale. I turni di servizio del bulgaro si sono trasformati in un calvario, non arrivavano punti veloci e, anzi, per vincerne uno servivano i miracoli, una situazione insostenibile.
Non lo scopriamo certo oggi, giocare con Sinner ti porta al limite, mentale e fisico, ieri sera a un certo punto, verso metà del secondo set, la telecamera ha inquadrato il viso di Dimitrov, l’espressione era quella di un giocatore al limite della sopportazione, che avrebbe voluto solo che la partita finisse in fretta. Dover lottare per ogni punto, sapere di dover giocare al massimo delle proprie possibilità in ogni momento della partita, solo per poter rimanere a contatto nel punteggio, è estenuante, oltre che frustrante quando non ci riesci. Il tennis è uno sport fatto di errori, di avversari troppo forti, di equilibri difficili da trovare e quindi frustrante, giocare contro Sinner porta all’estremo questo aspetto.
Chiusa con un incredibile 22-1 la stagione sul cemento, adesso arriva la definitiva prova del nove per Sinner: riuscire a confermarsi su questi livelli anche sulla terra. La concorrenza sarà feroce, perché il ritorno su questa superficie sarà l’occasione per diversi tennisti in crisi di rimettersi in gioco, come Tsitsipas, Ruud e Rune. Ovviamente tornerà Novak Djokovic e anche Rafa Nadal, oltre ai soliti Medvedev, Zverev e Alcaraz. La curiosità più grande però, sarà vedere come il nuovo Sinner giocherà sulla terra, quali saranno gli espedienti tattici e tecnici che Cahill e Vagnozzi escogiteranno per rendere il gioco dell’italiano più efficace, anche su una superficie un po’ più ostica per lui come la terra rossa.
Prima di pensarci però, c’è da celebrare l’ennesimo trionfo di un ragazzo che sta riscrivendo la storia del tennis italiano e lo sta facendo come se fosse la cosa più naturale del mondo. A Miami Sinner non ha solo vinto, ha dominato, dimostrando un livello di gioco impressionante. C’è poco da fare, esclusi gli sporadici momenti di esaltazione di Alcaraz, nessun giocatore al mondo, in questo momento, riesce a mettere in difficoltà Jannik Sinner.