“Ha il suo carattere e è stato anche una testadica*zo in passato, ma adesso è molto diverso e sono stracerto che ci abbia messo seriamente le mani lui. E anche che, per il carattere che ha, se ne sia fregato di prendersi pubblicamente i meriti che ha avuto in questa vicenda”. Sono parole di Carlo Pernat e la persona a cui fa riferimento è Max Biaggi. Mentre il fatto a cui fa riferimento è il caso Jorge Martìn e Aprilia. Sì, il manager genovese sembra certo che un ruolo importantissimo nel nuovo abbraccio tra il campione del mondo del 2024 e la casa di Noale lo abbia giocato proprio Max Biaggi.

“Sarà che io sono un po’ malizioso – ha aggiunto Pernat – ma secondo me quello scambio di caschi tra Martìn e Biaggi a Brno è stato un po’ il modo per dire senza stare troppo a dire. Non è che abbiano voluto nascondere, ci mancherebbe, anche perché c’è niente da nascondere e è anzi una cosa bellissima, ma Max è uno della vecchia scuola secondo cui il bene si fa ma non si dice. Per quanto ne so, Biaggi in questi mesi è stato vicinissimo a Jorge, chiamandolo spesso, affiancandolo all’Aprilia All Stars e a Misano, cercando un confronto con lui. E un pilota giovane, per quanto campione, quando si sente coccolato da uno che è una leggenda e che ha vinto sei titoli mondiali, sicuramente apre le orecchie molto più di quanto non le apra quando a parlargli è chiunque altro”.
L’immagine che viene da stamparsi in testa, c’è poco da dire, è di quelle romantiche davvero: un monumento silenzioso, Max Biaggi, che s’è messo tra il campione del mondo e l’Aprilia non a imporre qualcosa o a prendere parte, ma a risultare quasi un punto di unione. Anzi, in quel momento l’unico punto di confronto possibile. “Non penso che Aprilia gli abbia dato quel compito o se lo ha fatto è stata bravissima – dice ancora Pernat – secondo me è più lui che s’è sentito di metterci del suo per provare a capire se e come due strade che oggettivamente s’erano separate avrebbero potuto ricongiungersi. Poi, chiaramente, il resto lo avranno fatto Martìn e l’Aprilia, parlandosi e confrontandosi e capendo che c’era ancora futuro al di là dei muri o delle dichiarazioni dell’uno o dell’altra. Però se guardi anche le tante immagini di questi mesi, con Biaggi e Martìn fotografati spesso vicini, se ascolti le voci che circolano tra quelli del paddock e soprattutto se rileggi le varie dichiarazioni rilasciate da Max, diventa facile rendersi conto di quanto ami l’Aprilia e pure di quanto, però, sia sempre stato molto comprensivo anche con Martìn. Da pilota sapeva che quel ragazzo, in quel momento, non andava infastidito oltre, ma semplicemente affiancato in qualche modo. Io non lo so se è andata veramente così, ma da quello che mi risulta sì e quella scena dei caschi scambiati proprio a Brno mi fa pensare che sì, c’è una bella storia dietro che magari non è stata raccontata tutta”.
Una suggestione, una impressione e probabilmente niente di più, almeno fino a quando non saranno i diretti interessati a confermare tutto, con Pernat che continua: “Sei un campione giovane che sta nel momento più brutto della sua vita e della sua carriera, ti ritrovi tirato da una parte e dall’altra e a un certo punto una leggenda ti offre una spalla e magari ti fa capire tante cose su cui non avevi riflettuto fino in fondo. Capisci che è più che possibile che sia andata così?” Sì, è possibile e, anzi, sarebbe quasi l’aggiunta che renderebbe perfetta una storia che è diventata bellissima in un fine settimana a Brno, quando dal distacco freddo del giovedì si è passati agli abbracci di una domenica finita con una frase che vale più di una vittoria: “Siamo già una famiglia”.
