Per anni, condannato dagli infortuni e da una Honda che non voleva saperne di andare forte, Marc Marquez s’è ritrovato a vincere solo il meno ambito dei titoli della MotoGP: quello di pilota con più cadute in stagione. Adesso che sotto il sedere ha una Ducati, però, la musica è cambiata e l’otto volte campione del mondo ha messo l’ipoteca su ben altri primati. Abdicando, non certo con dispiacere, al titolo di principe dei crash. Lo dice la speciale classifica pubblicata al giro di boa di Brno dal canale ufficiale della MotoGP e che racconta di un Marc Marquez “miseramente indietro” con “soli” otto voli da quando è iniziato il mondiale. Così, anche chi sosteneva che in Ducati avrebbero dovuto prepararsi a cambiare montagne di carene, s’è ritrovato ammutolito dai numeri di cui il fenomeno di Cervera s’è reso capace in questo 2025. Dimostrandosi anche molto più “prudente” e “accorto” rispetto al passato. E anche rispetto allo scorso anno, quando con la Ducati del team Gresini s’era già steso sedici volte dopo dodici GP.

Con la Desmosedici ufficiale, Marc Marquez s’è potuto permettere tanti rischi in meno, riuscendo comunque a stare davanti a tutti con un margine imbarazzante. Il confronto con il suo stesso passato è impressionante: nel 2023, ultimo anno con la Honda, aveva subito ventinove cadute, mentre nel 2022, nonostante otto gare saltate, ne aveva collezionate diciotto. Anche il 2019, stagione dominata con quattordici vittorie, era caduto quattordici volte.
Sul trono dei crash sono costretti a restarci, invece, due dei quattro piloti Honda, che lottano con una moto più competitiva rispetto al recente passato, ma anche meno disposta a perdonare ogni minima sbavatura. Johann Zarco e Joan Mir guidano infatti la classifica dei crash con quindici cadute a testa. Per Zarco, il dato è il risultato di una RC213V più competitiva rispetto al 2024, che lo ha portato a vincere il Gran Premio di Francia in condizioni di pioggia e a lottare per il podio in altri appuntamenti. Tuttavia, la scarsa potenza del motore, come ha spiegato proprio il francese, costringe i piloti a spingere al massimo in frenata per recuperare terreno, aumentando il rischio di errori. Più complesso e da leggere in chiave “sf*ga cosmica”, invece, il discorso che quanto riguarda Joan Mir, che sì è caduto quindici volte come Zarco, ma.in cinque è stato steso da altri e senza alcuna colpa.
In fondo alla classifica degli incidenti, ad eccezione delle wildcard, di Jorge Martin (che ne ha fatta una e gli è costata cara) e di Luca Marini (mai sulla ghiaia), spiccano i nomi di Fabio Di Giannantonio e della coppia Yamaha Alex Rins e Miguel Oliveira, che condividono il primato di soli tre crash con il romano della VR46. Se Rins e Oliveira, però, non se la passano bene in classifica generale, il caso di Di Giannantonio è particolarmente rilevante, visti i risultati ottenuti tra podi e prestazioni costanti. E Pecco Bagnaia? E’ caduto in questi primi dodici fine settimane due volte in meno di Marc Marquez: sei in totale. A destra e sinistra del podio che vede Zarco e Mir sul gradino più alto della speciale classifica dei crash, invece, c’è una bella battaglia, con Alex Marquez e Brad Binder che “si contendono” con tredici cadute la seconda posizione, e Marco Bezzecchi, Jack Miller e Franco Morbidelli in terza con dodici voli a testa.
E per quanto riguarda i circuiti quale è stato quello che ha perdonato di meno? Senza dubbio Le Mans, con la complicità della pioggia. Sul tracciato francese, infatti, si sono registrati ben settanta crash in un solo fine settimana. Segue Assen con sessantaquattro, mentre in coda alla classifica troviamo Aragon e il Qatar con “sole” ventisette cadute nei rispettivi week end di gara.