Al Red Bull Ring la storia del Gran Premio di Formula 1 2024 sembrava già scritta dopo il via perfetto del padrone di casa Max Verstappen: una folla di Orange - i suoi affezionatissimi fan olandesi - pronta ad acclamarlo, un altro allungo sul campionato con una vittoria, dopo quella vista a Barcellona lo scorso weekend, fatta di orgoglio e talento, nel tentativo di mostrare agli avversari le vere carte in tavola della stagione. E invece, alla fine, non è andata così. A sbagliare è stato lo stesso Verstappen, in un duello testa a testa con Lando Norris che ha segnato la sconfitta di entrambi: per il britannico di casa McLaren una foratura e un ritiro, per l'olandese un quinto posto con penalizzazione di dieci secondi per aver provocato l'incidente. Poi la rabbia, lo scarico di responsabilità, l'ombra della fine di una grande amicizia tra i due piloti: "Se non ammette di aver sbagliato perderò rispetto per lui" ha detto Norris dopo le interviste ma Max, interpellato sull'argomento, non sembra intenzionato a chiedere scusa: "Non ho sbagliato io" ha detto sicuro, accusando Lando di un'aggressività eccessiva che ha portato allo scontro.
Ma tra i due a festeggiare il successo in casa Red Bull è la Mercedes di Toto Wolff, finalmente sorridente dopo un inizio di stagione complicatissimo, con il gradino più alto del podio conquistato da un incredulo George Russell. E' festa grande in Austria per la squadra che tra lacrime, risate e tante emozioni si riprende un po' di felicità dopo mesi complessi iniziati con l'addio di Lewis Hamilton per la nuova avventura in Ferrari a partire dal prossimo anno. Lo stesso Russell non avrebbe mai immaginato di chiudere la sua domenica festeggiando una vittoria ma il motorsport è questo e, nelle interviste post gara, a ridere dell'imprevedibilità del suo sport è proprio lui: "La gara non è finita finché non è finita. Si dice sempre di non mollare mai perché è vero, può succedere di tutto e oggi era il mio giorno. La vettura adesso è molto piacevole da guidare, abbiamo più carico aerodinamico e questo weekend abbiamo fatto una grande differenza rispetto alle avversarie".
Un lavoro che ha raccolto i frutti grazie alla fortuna dell'incidente tra i due contendenti per il successo, Verstappen e Norris, ma che Russell ricerca anche nel grande impegno della squadra in questi mesi: "Abbiamo fatto un gran bel lavoro e alla fine siamo riusciti a raccogliere i pezzi. Chiaramente non riuscivo a credere quanto fossero vicini Lando e Max, eravamo una dozzina di secondi dietro ed era comunque un buon risultato per noi. Quando c’è una possibilità sogni sempre di poterla cogliere, e sono molto orgoglioso del lavoro del team. Abbiamo fatto passo avanti enormi da inizio stagione, e le ultime due gare sono state incredibili per i risultati ottenuti. Non è un segreto che Red Bull e McLaren siano ancora un pochino davanti con Max e Lando, ma ci stiamo tenendo in terza posizione, e poi se dovesse succedere qualcosa davanti siamo lì per cogliere l’opportunità". Un successo che ripaga Russell dell'errore commesso in Canada che avrebbe potuto dare alla Mercedes un'altra vittoria: "Sono fiero di tutti. Stiamo andando a gonfie vele ultimamente, avremmo potuto realisticamente vincere la gara in Canada e questo compensa per gli errori che ho commesso lì, e sono fiero di essere tornato sul gradino più alto del podio".
A emozionare, sotto al podio, anche il sorriso ritrovato di Toto Wolff, finalmente soddisfatto dell'andamento della sua squadra e fiero del risultato di George Russell che il prossimo anno sarà chiamato al ruolo di leader in assenza di Lewis Hamilton e al fianco del probabile nuovo ingresso del giovanissimo rookie Andrea Kimi Antonelli che, salvo sorprese, arriverà in Formula 1 a diciotto anni. Toto sorride così della costanza di Russell che si fa forte dei risultati di quest'anno ambendo a qualcosa di importante in attesa di un 2026 che cambierà le carte in tavola ma concentrandosi anche su questa e la prossima stagione, piena di sorprese, e finalmente non più dominata dalla sola presenza della Red Bull del campione in carica.