Ci siamo, Flavio Briatore è tornato a tutti gli effetti, e per la terza volta, in Formula 1. Il circus riabbraccia così l’imprenditore italiano dopo averlo allontanato a causa dello scandalo del “crashgate” nel 2009, con relativa sospensione, e dopo un primo timido rientro nelle vesti di brand ambassador, fortemente voluto dall’amministratore delegato della F1 Stefano Domenicali. Adesso mr. Billionaire seguirà la scuderia francese Alpine, del gruppo Renault, in qualità di consigliere, anche se, assicura lo stesso Briatore, a quanto pare sarà molto di più di ciò; al punto che, ha rivelato in un’intervista, “avrò carta bianca su tutto, non darò consigli, deciderò io. Mi toccherà ogni decisione”. La notizia era già trapelata da qualche settimana, ma soltanto adesso Flavio ha passato il suo primo giorno al quartier generale del team d’oltralpe; un momento celebrato con un video postato su Instagram e con una carrellata di storie. La presentazione ufficiale, quasi fosse un nuovo pilota pronto a scendere in pista, davanti a tutti i lavoratori dell’Alpine Team Factory, a cui il businessman di Verzuolo ha voluto dedicare le sue prime parole da consigliere in un misto di italiano e inglese: “Ciao a tutti, first”. Il suo ritorno? Soltanto per un motivo…
E Briatore lo ha reso subito chiaro ai suoi collaboratori: “Ho deciso di tornare per la terza volta – la traduzione in italiano delle sue parole – a Enstone solamente per vincere”. Una dichiarazione piuttosto asciutta a dire il vero, ma quasi lapidaria, che non lascia scampo a nessun’altra interpretazione. E poi Enstone per l’imprenditore è un luogo a dir poco speciale. “L’ho costruita io – ha detto in un’intervista a il Giornale –! È il building dove ho vinto sette mondiali”. Che sia arrivato il momento dell’ottavo titolo? A spezzare, o almeno a rovinare, le grandi promesse di Flavio e i sogni di Alpine, ci pensano le polemiche che in questi giorni stanno letteralmente impazzando intorno alla notizia del ritorno di mr. Billionaire in F1. Ci ha pensato prima Damon Hill, ex campione del mondo nel 1996, a criticare sia l’imprenditore che la scuderia francese (che l’intero circus) per questa mossa, dichiarando di essere “molto deluso” e che Briatore “non si preoccupa delle regole. È così che si è messo nei guai”, rivelando inoltre di essere molto preoccupato, visto che “non vogliamo tornare in un mondo di imbrogli che lasciano l’amaro in bocca”. Ma quelle dell’inglese non sono state le uniche parole negative rivolte al piemontese del Twiga e del Crazy Pizza. Ma c’è anche chi lo protegge, da Bruno Famin (team principal di Alpine) a Toto Wolff della Mercedes, arrivando fino a Fred Vasseur della Ferrari secondo cui Briatore “ha pagato il prezzo di tutto ciò”, e cioè il suo passato.