Al Mugello, dopo un giovedì piuttosto caldo dal punto di vista mediatico con il gran rifiuto di Marc Marquez nei confronti di Pramac ("il team Pramac non è tra le mie opzioni per il 2025"), sembrava che le acque si fossero calmate. Diverse persone, questa mattina, avevano visto Marc Marquez e Paolo Campinoti insieme nel paddock, coinvolti in abbracci benevoli e risate distese. Poi la giornata è andata avanti, mentre le dichiarazioni degli addetti ai lavori - come una serie di operazioni in colonna - convergevano sempre più verso un unico risultato: la Ducati molto prababilmente a fine stagione perderà uno tra Marquez e Martín, altre possibili strade di compromesso non se ne vedono. Con le dichiarazioni di ieri in conferenza stampa il 93 potrebbe aver cercato di mettere ulteriore pressione a Jorge, prendendo il pallino del gioco e spostando il diretto rivale per il titolo e per la Ducati rossa in un angolo. Marc - adoperando una frase asciutta, diretta e priva di particolari giri di parole - ha cominciato una partita a scacchi in cui ha francamente poco da perdere. Motivo? Ha otto titoli mondiali in bacheca, è il personaggio assoluto di questa MotoGP, si sta giocando il Mondiale in sella ad una moto clienti. Se il suo progetto principale (conquistare il lato del box accanto a Pecco Bagnaia) dovesse sfumare, i piani di riserva (KTM o Aprilia ufficiali) sarebbero ambiziosi sotto tutti i punti di vista.
Così, dopo una mattinata serena, il vento sul Mugello si è alzato, in tutti i sensi: spirava con intensità crescente in direzione opposta al rettilineo principale, portando nuvoloni neri sull'Autodromo e cambiando i punti di riferimento dei piloti, costretti a giocarsi il tutto per tutto proprio in quel momento, nei minuti finali delle Prequalifiche. Marquez strappava il quinto tempo, Martín il settimo, mentre a Sky Carlo Pernat denunciava come secondo lui la fatidica dichiarazione di Marc fosse stata "poco carina" nei confronti di Pramac. Sandro Donato Grosso, allora, chiedeva lumi direttamente al patron di Pramac, Paolo Campinoti, il quale indirettamente avallava la considerazione del manager genovese: "Sento quello che dicono e ascolto, per ora non abbiamo ancora fatto niente. Siamo in attesa. In attesa di cosa? Delle decisioni di Ducati. In funzione di quello che decideranno a Borgo Panigale ci muoveremo di conseguenza. Marquez? È lui che si è chiamato fuori, noi abbiamo il pilota in testa al Mondiale e l'anno scorso abbiamo vinto il titolo dei team. Il problema è di Marc, non nostro. Come ho recepito le dichiarazioni di Marc secondo cui Pramac non tra le sue sue opzioni? Bisognerebbe chiedere a Marc quali fossero le sue intenzioni, lui ha detto che vuole stare in un team vincente e noi abbiamo dimostrato di essere vincenti. Le opzioni B e C che ha non mi sembra abbiano vinto molti mondiali negli ultimi anni. È una sua scelta, non mia".
La risposta diretta di Marc Marquez non si è fatta attendere. Arrivato in sala stampa con l'atteggiamento rilassato di chi ha archiviato una giornata più che positiva (dopo due venerdì consecutivi fuori dalla top ten il 93, almeno al Mugello, ha sistemato il time attack), ha reagito con un ghigno quando gli sono state riportate le parole del patron toscano: "Le mie opzioni B e C non hanno vinto Mondiali? Beh, lo stesso si può dire di Paolo". Sipario. A domani.