L’Autodromo Nazionale Monza ha ospitato il quinto round del WEC in grande stile. L’atmosfera che si respirava in pista era proprio quella di puro motorsport, con il profumo di carburante e gomma nuova e un sound incredibile che rimbombava per tutto l’autodromo. Sono stati in 65.000 a prendere posto sulle tribune durante il weekend, con tifosi da tutto il mondo arrivati al Tempio della Velocità per celebrare una delle tappe più veloci e iconiche del campionato che ha giocato un ruolo molto importante in termini di campionato. Le qualifiche avevano già visto Toyota in grande forma, con la #7 di Kamui Kobayashi che si è preso la posizione al palo per la gara di domenica - anche se con solo diciassette millesimi di vantaggio da Antonio Fuoco al volante della Ferrari 499P.
La posta in gioco sul tracciato monzese non era poca, viste le classifiche dopo Le Mans: in Hypercar il distacco tra Toyota e Ferrari era minimo e la Scuderia di Maranello poteva portarsi in testa con la vittoria a Monza. L’unico ostacolo in campo per l’entourage di AF Corse era quello del Bop, un po’ sfavorevole per la 499P, appesantita e rallentata, ma la fame per la vittoria era sicuramente maggiore. In LMP2 invece Intereuropol Competition era riuscito a portarsi in terza posizione dopo la vittoria sul circuito de La Sarthe, aggiungendosi al lungo trenino di squadre in corsa al titolo. Il bottino più grosso però poteva portarselo a casa Corvette, prima nella classifica GTE Am e con un’alta probabilità di riuscire a raggiungere la vittoria del campionato a Monza. Basta pensare che per essere incoronati campioni era solo necessario finire davanti ai loro avversari diretti per il titolo.
Buemi colleziona penalità ma Toyota non si da per vinta
Dopo una griglia di partenza particolarmente emozionante la 6H di Monza ha preso il via e ha dato subito spettacolo, con tutte le vetture che si sono affiancate alla prima variante. Chi ci ha rimesso di più di tutti è stato Antonio Giovinazzi che, dopo essersi toccato con la Toyota di Sebastien Buemi, si è girato e ha dovuto riaccodarsi al gruppo vanificando il sesto posto in qualifica. Le sei ore di Monza sono andate via lisce come l’olio, caratterizzate da tante lotte importanti e due periodi brevi di Safety car. Poco dopo la partenza infatti, l’Aston Martin numero 777 di D’Station Racing è andata a sbattere in barriera dopo che Buemi, decisamente il pilota più caotico delle prime due ore, l’ha toccata con il posteriore della sua Toyota in fase di doppiaggio. Allo svizzero sono state date una penalità di dieci secondi da aggiungere al pit stop successivo e uno stop and go in seguito ai contatti con la Ferrari e con l’Aston Martin e, nonostante nei suoi team radio Buemi si dichiarasse incolpevole di entrambi, i fatti parlano e il severo Eduardo Freitas in direzione gara non si fa scappare niente.
Con la n. 8 fuori dai giochi - o almeno dal podio - Toyota poteva puntare solo sull’equipaggio di Kobayashi, Conway e Lopez che, nonostante qualche piccolo problemino in una delle soste, è riuscito a portare alla casa giapponese la vittoria.
“È stata una bella battaglia quella con la Ferrari e ci siamo dovuti impegnare moltissimo perché la competizione è più infuocata che mai adesso. Però battagliare con loro è stato molto divertente, soprattutto dopo il risultato di Le Mans, ci siamo potuti vendicare a casa loro” dice Kamui Kobayashi ridendo dopo la gara. “Questo dimostra che non bisogna mai arrendersi o abbassare la guardia, noi ci crediamo nel Campionato ma ci aspetta una bella lotta serrata”.
Ferrari seconda sul podio ma prima nel cuore di tutti i suoi tifosi in giro per la pista
Il Cavallino rampante non aveva vita facile a Monza dopo Le Mans, visto il BoP particolarmente severo nei suoi confronti, ma la competitività della 499P lasciava comunque spazio alla corsa al titolo. Durante tutto il weekend la vettura n. 50 ha performato meglio rispetto alla 51, con Antonio Fuoco che è riuscito a qualificarsi in prima fila per permettere a Miguel Molina di andare subito all’attacco al via della 6h di Monza, mentre Antonio Giovinazzi, James Calado e Alessandro Pier Guidi - nonostante la velocità negli stint pari a quella dei compagni di squadra - hanno dovuto relegare la loro performance all’inseguimento delle altre Hypercar in seguito al contatto del pilota pugliese a inizio corsa che l’ha costretto ad accodarsi al resto del gruppo. Molina, dopo aver battagliato con Mikkel Jensen al volante della Peugeot #93 per il secondo posto, ha consegnato la vettura a Nicklas Nielsen che è riuscito a mantenere la seconda posizione per tutto il suo stint, lasciando il compito di portare la 499P al traguardo ad Antonio Fuoco. La 51 invece ha trovato più difficoltà e ha differenziato un po’ la strategia rispetto alla vettura sorella, con Giovinazzi che è tornato al volante della Ferrari durante l’ultimo stint ed è stato autore di una battaglia spettacolare con la Toyota n.8 per la quinta posizione.
Se le facce nei box Ferrari non erano troppo contente, dato che Toyota è riuscita ad allungare in campionato, i Tifosi in ogni angolo della pista hanno celebrato questo risultato di Ferrari come se fosse una grande vittoria. D’altronde, veder correre due Ferrari, con tre piloti italiani al volante sulla pista italiana per eccellenza è piuttosto iconico e quando i commissari hanno aperto i cancelli per l’invasione di pista il rettilineo dell’Autodromo di Monza si è colorato di rosso. Le 65.000 persone accorse in pista lo scorso weekend per vedere la 6h di Monza parlano chiaro: il WEC sta davvero entrando nella sua golden era, ancora di più se pensiamo al fatto che lo scorso anno erano appena 10.000 ad aver comprato il biglietto.
Si accende una luce in casa Peugeot
Chi questo weekend se ne torna a casa con il sorriso stampato in faccia e la soddisfazione alle stelle è sicuramente Peugeot che, esattamente un anno dopo il debutto, è riuscita a prendersi il primo podio nel Campionato Mondiale Endurance. La 9X8 n.93, con al volante Mikkel Jensen, è riuscita a portarsi a casa la terza posizione dopo aver impensierito anche la Ferrari che gli stava davanti vista la velocità della vettura francese. Jensen ha condiviso la macchina con Jean Eric Vergne e Paul Di Resta, due dei piloti più veloci su ruote coperte che pezzo dopo pezzo, chilometro dopo chilometro, sono riusciti a portare in alto il progetto di Peugeot. Quando la casa costruttrice francese aveva presentato il proprio prototipo c’erano più opinioni negative che positive; in molti si chiedevano come fosse possibile che una vettura senza ala posteriore riuscisse a competere a questo livello.
Il debutto a Monza, lo scorso anno, non fu per niente semplice, con entrambe le 9X8 ai box ogni poco perché piene di problemi e la velocità nettamente inferiore rispetto a quella della Toyota e dell’Alpine. L’inizio di questa stagione non era andato poi così diversamente, con entrambe le vetture che di problemi ne avevano ancora e non pochi, i ritiri costanti e la motivazione della squadra sotto i piedi. A Spa poi, sotto la pioggia, si era visto un primo bagliore, con dei tempi particolarmente promettenti ma a Le Mans Peugeot non era riuscita a concludere niente di concreto. Poi è bastato qualche aggiustamento, un BoP nemmeno troppo severo et voilà, il primo podio per la 9X8. Adesso bisogna attendere la 6H di Fuji per capire se effettivamente la squadra francese abbia trovato la quadra, ma visto l’andamento di Monza e la probabile pioggia giapponese potrebbe essere un round particolarmente interessante per loro.
Inizia il mercato piloti in LMP2?
Nel campo LMP2 questo weekend non c’è stato un momento tranquillo. Battaglie su battaglie, colpi di scena sempre dietro l’angolo, penalità multiple ma sono iniziate anche le prime chiacchiere per il mercato piloti in vista Hypercar. Il prossimo anno nella classe regina del WEC arriveranno Lamborghini, Alpine e BMW, ma anche qualche team cliente quindi i sedili da assegnare sono parecchi e la scelta ricadrà principalmente proprio sui piloti di LMP2 di quest’anno. Inoltre, bisogna aggiungere il fatto che tutti i piloti attualmente in LMP2 hanno un grande punto interrogativo riguardante la stagione del prossimo anno; a Le Mans il comitato del WEC, la Federazione Internazionale dell’Automobile e l’ACO hanno rivelato che a partire dalla prossima stagione la categoria LMP2 verrà soppressa e quindi sparirà dal campionato mondiale rimanendo però nell’European Le Mans Series. Per i piloti di LMP2 quindi è il momento di cercare un sedile nella classe maggiore del WEC, perché la loro categoria non ci sarà più a partire dal prossimo anno.
A vincere la 6H di Monza sono stati David Heinemeier Hansson, Oliver Rasmussen e Pietro Fittipaldi, uno dei piloti che fino ad ora si è messo più in risalto nella classe Le Mans Prototype 2 e, quindi, uno dei papabili che saliranno sulla Porsche cliente dell’Hertz Team Jota in Hypercar. Stesso discorso vale per i tre saliti sul terzo gradino del podio, Robert Kubica, Louis Deletraz e e Rui Andrade, piloti della LMP2 n. 41 del Team WRT che il prossimo anno prenderà in gestione la LMDh di BMW. Tra le altre cose, il Team WRT era uno dei favoriti della vittoria con la vettura sorella della #41, quella guidata da Ferdinand Habsburg, Sean Gelael e Robin Frijns, in corsa per il gradino più alto del podio fino al momento in cui si sono dovuti ritirare per dei problemi al motore del prototipo. Sul secondo gradino del podio invece c’erano degli outsider, un equipaggio che ancora non avevamo visto sul podio - o in posizioni particolarmente di rilievo - ma che a Monza è riuscito a fare la differenza: stiamo parlando di Charles Milesi, Matthieu Vaxiviere e Julien Canal, i piloti al volante della Alpine ELF n. 36. I tre hanno dimostrato di essere veloci già dall’inizio del weekend e in gara sono riusciti a rimanere fuori dai problemi e a non trovare ostacoli, salendo per la prima volta nel 2023 sul podio.
Corvette vince il titolo in GTE Am ma il podio è monomarca
In GTE Am questo weekend i protagonisti indiscussi sono stati i team che schierano delle Porsche nel WEC. Infatti ad accaparrarsi il gradino più alto del podio sono stati Christian Ried, Julien Andlauer e Mikkel Pedersen, i tre piloti al volante della 911 RSR-19 n. 77 del team Dempsey Proton Racing, seguiti dall’equipaggio del team #60 di Iron Lynx e da quello di GR Racing. Si tratta del primo podio monomarca della stagione e della prima vittoria del team di Patrick Dempsey, Proton Racing - che vedeva al debutto anche la LMDh di Porsche in Hypercar - dato che finora le Porsche non avevano avuto poi così tanta fortuna, non riuscendo mai a dominare così tanto come a Monza. Quinte hanno chiuso le polewoman Iron Dames che la sfortuna ha relegato fuori dal podio mentre le Ferrari e le Aston Martin hanno chiuso fuori dalla Top 5.
Quarti alla bandiera a scacchi sono arrivati invece Nicky Catsburg, Nico Varrone e Ben Keating, il trio velocissimo al volante della Corvette C8 e neo campione del mondo. Infatti il team americano è riuscito a proclamarsi campione in GTE Am sul tracciato monzese con due tappe ancora da affrontare del campionato grazie a delle performance incredibili a Sebring, Portimao, Spa e Le Mans.
l World Endurance Championship conclude qui la sua parte europea di competizioni e si prepara a partire per il Giappone dopo una pausa estiva durante luglio e agosto: se un campionato si è già chiuso gli altri due sono più che aperti quindi è vietato distrarsi. La 6H di Monza ha visto Toyota allungare ma il Fuji International Speedway e il Circuito del Bahrain sono due delle piste più particolari del calendario e si sa, nel WEC i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo.