I nostri lettori impazziscono per i pezzi su un uomo che picchia le donne alle Olimpiadi? Vi piacerebbe. Questa si chiama “narrazione”. Serve a chi cerca voti. Ecco come funziona: si fa un discorso serio su un caso serissimo, uno dei peggiori della storia recente della storia olimpica, che pone tante questioni, una su tutte quella dell’equità e della sicurezza nelle categorie femminili. Si cancellano tutte le critiche intelligenti e si pensa solo a marchiare chi pone delle domande come “transfobico” o “omofobo” (anche se Imane Khelif non è né trans né gay).
Il punto non è prendersela con Khelif o sostenere più di quello che si sa, e cioè che potrebbe (è un’ipotesi) essere un maschio biologico, con cariotipo maschile (xy), se il test del dna fatto a Nuova Dehli si rivelasse autentico. Basta che ci sia questo dubbio per dimostrare che gli standard del Comitato olimpico, che dal 1999 ha vietato i test genetici sul sesso, sono ridicoli, perché non garantiscono che a combattere siano solo donne biologiche.
Un altro aspetto fondamentale: Imane Khelif sa la verità? Ha fatto dei test di nascosto, senza pubblicare i risultati? Se sì cos’ha da nascondere? È una donna e può competere. Non è una donna, allora non può.

Oppure non sa nulla. E vuole convivere davvero con l’incertezza dopo tutta l’attenzione mediatica che le hanno riservato? Difficile da credere, ma anche fosse così allora l’unica cosa che le istituzioni sportive dovrebbero fare è esattamente ciò che sta facendo lei: sospendere ogni giudizio e agire per precauzione, impedendole di salire sul ring con delle donne al 100%.
Tutto questo viene completamente distrutto dalla propaganda. Oggi in Italia di Khelif si parla pochissimo, mentre durante i Giochi di Parigi 2024 se ne parlò tantissimo. I giornali più importanti di sinistra dovevano difenderla. Da Repubblica a Fanpage. Ora ci riprova, fallendo, Open. Così si trasforma un dibattito etico in una battaglia ideologica. Allora torniamo alla domanda iniziale: chi ci legge perché andiamo contro una narrativa woke è libero di farlo, ma dovrebbe sapere che il punto non è quello, ma la salute e la sicurezza delle donne. Full stop.
