Proprio sotto gli occhi di Valentino Rossi. Avremmo voluto titolare così, ma non sarebbe stato neanche giusto. Quello che è giusto ricordare, invece, è che l’ultima volta era successo a Portimao, un sacco di tempo fa. Cosa? Marc Marquez in prima fila. L’otto volte campione del mondo ha centrato oggi a Jerez, sul circuito in cui ha rischiato di mettere definitivamente fine alle sua carriera, la pole numero 93 della sua storia nel motomondiale. Intreccio di un numeri, quello sul cupolino e quello delle volte in cui Marquez è partito davanti a tutti, che diventa niente davanti al numero che conta davvero: l’uno. L’uno della prima volta della nuova vita del fenomeno di Cervera da quando corre con la Ducati del Team Gresini.
E’ tornato a andare forte. Proprio oggi, proprio a Jerez. Proprio con la moto di una squadra che incarna più di chiunque altra la rinascita. La reazione alla sofferenza. La voglia e la capacità di generare futuro. Anche accettando la sfida, enorme e spaventosa per chiunque, di accogliere nel box un mostro sacro che aveva smarrito la strada. Ricominciando a costruirla insieme. E, poi, facendo tesoro anche delle condizioni avverse. Perché oggi a Jerez c’era la pioggia e nella confusione della scelta della gomma, Marc Marquez e i suoi del Team Gresini sono stati più veloci di altri. Nello scegliere e poi pure in pista. Tornando anche a rischiare come faceva quando non aveva rivali. Prima di centrare il tempone ha rischiato il botto e poi l’ha rischiato anche subito dopo. Tra l’altro lasciandosi andare a un gesto di stizza che dice tutto su quanta fame ha Marc Marquez. “E’ vero che una pole sull’asciutto è meglio – ha scherzato Marc – ma anche sul bagnato m’è piaciuto. Mi sento bene, sono contento, ma con la nuova formula della Sprint è un po’ strano, perché rimani in modalità gara e non te la godi”
Subito dietro l’otto volte campione del mondo, proprio davanti agli occhi di Valentino Rossi, è tornato in prima fila Marco Bezzecchi, con la Desmosedici del Team Pertamina Enduro VR46. la squadra di Tavullia stava per centrare il colpaccio nei secondi finali, visto che anche DiGiannantonio, che poi ha chiuso quinto, aveva un intertempo pazzesco quando un errore gli ha impedito di concludere il time attack secondo le promesse. Terza piazza, infine, per Jorge Martin: sempre lì, ancora lì, nonostante una Desmosedici 2024 che sull’acqua è sembrata meno a posto delle 2023.
Tre Ducati davanti a tutti, quindi, con la prima non Ducati relegata alla quarta casella grazie a Brad Binder, primo dei piloti KTM grazie anche alla caduta nel time attack di Pedro Acosta. Il giovane fenomeno spagnolo, alla fine, ha chiuso decimo con una moto danneggiata e avrà davanti Alex Marquez, Pecco Bagnaia, Franco Morbidelli (fenomenale in Q1) e Enea Bastianini. Una terza fila tutta Ducati (ce ne sono otto nelle prime dieci posizioni) che racconta, al di là di Alex Marquez, la sofferenza dei piloti del Team Lenovo in assetto da bagnato e che, di fatto, lascia aperta ogni possibilità in vista della Sprint del pomeriggio e della gara lunga di domani. Sprint e gara lunga su cui punteranno tutto anche le grandi favorite di Jerez, ossia le Aprilia di Maverick Vinales e Aleix Espargarò che hanno sofferto più di altre il bagnato e hanno dovuto accontentarsi rispettivamente dell’undicesima e della dodicesima posizione.
A proposito di Aprilia, da segnalare che Lorenzo Savadori, wildcard a Jerez con una RS-GP sperimentale, è riuscito a mettere le sue ruote davanti a quelle di entrambe le Yamaha di Fabio Quartararo e Alex Rins e di due dei piloti Honda: Takaaki Nakagami e Luca Marini.