In occasione del Gran Premio d'Arabia Saudita, che questa domenica si svolgerà a Jeddah per la prima volta nella storia del paese, un piccolo cambiamento ha fatto parlare, e discutere, gli appassionati di Formula 1: i tradizionali nomi dei piloti, presenti sopra ad ogni box all'interno del paddock, questo fine settimana non saranno scritti solo in alfabeto latino ma anche in alfabeto arabo.
Una scelta voluta per internazionalizzare ancora di più l'ambiente della Formula 1, che il prossimo anno vedrà la presenza di ben quattro piste arabe con i GP di Bahrain, Arabia Saudita, Abu Dhabi e (ancora da confermare) Qatar.
Sono in molti però quelli che storcono il naso davanti a questa scelta, accusando il circus di allontanarsi troppo dai valori tradizionali che ne hanno guidato lo sviluppo e dai paesi europei che hanno reso grande questo sport.
Da chi accusa "I soldi fanno magie" a chi si limita a commentare "Non c'è limite al peggio" passando per chi parla di diritti umani, piloti ipocriti che non si ribellano e situazioni incomprensibili e incommentabili.
Una reazione un po' esagerata, considerando che sopra ai nomi in alfabeto arabo sono presenti, come sempre, i nomi in alfabeto latino, e che questa iniziativa non va a intaccare in alcun modo le tradizioni del circus ma vuole solo aprirsi alle culture dei paesi che ospitano la Formula 1.