E’ stato per anni in KTM, diventandone quasi una bandiera e facendo crescere la moto austrica, poi, però, ha voluto provare a confrontarsi con la Honda, dentro lo stesso box di Marc Marquez. Ma non è andata come si aspettava e adesso Pol Espargarò si prepara a vivere le sue ultime gare da pilota HRC, prima di tornare con KTM. E’ un quasi ex, ma parla già al passato quando fa riferimento a Honda. Lo ha fatto anche nella recente intervista rilasciata a Motorcycle Magazine, provando a spiegare le ragioni di un feeling che non è mai realmente nato. E buttando là anche l’ombra di un sospetto: fino a quando non è tornato Marc Marquez nessuno si è fatto vivo per provare a migliorare la moto.
“Marc è una figura che dà risultati alla fabbrica, ma è anche una figura imponente per la Honda e che è ascoltata molto più degli altri piloti – ha detto Pol Espargarò - Ho avuto la sensazione in tutto questo tempo che, senza Marc, o ci sentivamo un po' meno o ci sentivamo molto poco. Ecco perché penso che nemmeno noi abbiamo avuto evoluzioni nella moto attuale, dal Qatar o da quando Marc non c'è, la moto è stata praticamente ferma e non ci sono state nuove parti con cui evolvere o testare le cose”. Un sospetto, ma anche una accusa alla casa giapponese che, se fosse come ha raccontato Espargarò, non sembra intenzionata a voler andare oltre Marc Marquez. Correndo, però, il rischio di passare alla storia come “casa bruciapiloti”. Espargarò, però, è sembrato convinto e ha anche argomentato: “Le prime novità sono arrivate ai test di Misano, esattamente quando è tornato anche Marc Marquez. Proprio a Misano hanno portato cose nuove per la moto attuale, che ha provato Marc, alcune hanno funzionato per quanto ne so, ma solo Marc lo ha fatto, penso che ci sia stato uno stato di 'shock' da quando Marc non c'è stato e tutto gli altri piloti ne hanno patito le conseguenze”.
Ascoltare solo Marquez, però, non è l’unico dei problemi in HRC, almeno a detta di Pol Espargarò. Sembra, infatti, che si parli anche molto poco tra membri del team e non ci sia confronto con la squadra satellite. “Ci sono tanti modi di lavorare – ha spiegato lo spagnolo - Ogni cultura lavora in modo diverso all'interno del paddock ei giapponesi hanno un modo di lavorare molto particolare, molto diverso dagli altri o da quello a cui ero abituato in KTM. Ciò non rende le cose migliori o peggiori, l'unica cosa è che l'organizzazione all'interno della fabbrica è diversa e che colpisce quando si hanno più o meno problemi, a livello di unità, di controllo e soprattutto di comunicazione. Parlarsi, soprattutto, tra la squadra ufficiale e il satellite, tra i team manager e i piloti, è molto importante e penso che qui la Honda possa avere una mancanza importante".