In KTM negli ultimi mesi ne sono successe di tutti i colori e, adesso che le acquese sembrano un pochino più calme grazie all’intervento di Bajaj, la tempesta ha cominciato invece a scatenarsi sul fronte MotoGP. Sì, le voci sul possibile ritiro e sulla possibilità che Red Bull prenda in mano l’intera baracca ci sono da sempre, ma adesso c’è qualcosa di più contingente: i piloti che sparano su una moto che non vuole saperne di andare forte. Con la stagione ormai alla sua settima tappa e i risultati che non sono arrivati, adesso persino Brad Binder, che non ha mai messo mezza parola fuori posto, ha sbroccato.
Il sudafricano, insieme a Pedro Acosta e Enea Bastianini, ha alzato il tono delle critiche dopo l'ultimo round, descrivendo problemi tecnici ricorrenti e chiedendo interventi immediati. Solo Maverick Vinales, paradossalmente, sembra mantenere un barlume di ottimismo, pur senza nascondere le difficoltà. La situazione raggiunge picchi di drammaticità inaspettati, considerando gli investimenti del gruppo Bajaj che ha salvato la squadra dal fallimento. I problemi della RC16 spaziano dalla mancanza di grip in accelerazione alle vibrazioni incontrollabili, passando per setup elettronici inefficaci. E ognuno, adesso, prova a prospettare un futuro differente da quello immaginato in arancio.

Pedro Acosta: "Non aspetterò una vita per diventare campione"
Il talento spagnolo non usa mezzi termini per descrivere la sua frustrazione. "Non voglio venire in pista solo per bruciare benzina, voglio lottare in testa – ha tuonato – A Silverstone avevo poca trazione in uscita dalle curve e poi perdevo molto in accelerazione sui rettilinei. È davvero estenuante quando combatti costantemente sui freni e lavori sul grip per poi perdere di nuovo tutto in accelerazione". Il giovane talento spagnolo, è cosa nota, ha detto no a una offerta faraonica di Honda e ha declinato anche i timidi corteggiamenti di Yamaha, spiegando al suo manager prima e lasciandolo poi intendere anche a tutti, di voler onorare il contratto con KTM fino alla fine del 2026 e di essere disposto a prendere in considerazione una rescissione solo per una Ducati.
Nel paddock della MotoGP, anche a Silverstone, c’era chi sosteneva che il giovane spagnolo ha già le chiavi di quella Ducati in tasca, grazie a un accordo con il team di Valentino Rossi. Ma per il 2026 oppure si tratta di un preaccordo per il 2027? La risposta ha provato a darla, forse in politichese, proprio Pedro Acosta. “Ho un contratto per quest'anno e il prossimo – ha spiegato - e continuo a credere fermamente in questo progetto. Ma non ho più pazienza e ho bisogno del supporto della casa madre ora. Non posso più aspettare. Ci sono opportunità che capitano una sola volta nella vita, e non aspetterò una vita per diventare un campione in MotoGP. Credo che KTM la veda allo stesso modo: è un marchio vincente e ha tutte le opportunità. Ma ora tocca a loro".
Brad Binder: "Questa moto non aiuta"
Se quello di Pedro Acosta è a tutti gli effetti un ultimatum, Brad Binder – che fino a ora era rimasto sempre in silenzio a fare il suo lavoro a testa bassa – ha dipinto un quadro desolante dopo Silverstone. "È stato orribile, orribile proprio – ha detto, lasciando a bocca aperta mezza sala stampa, di certo non abituata a media scrum così conditi del sudafricano - Faccio i conti con tantissime vibrazioni e mi manca completamente la fiducia nell’anteriore ". Anche Brad Binder ha un contratto blindato fino al 2026 e per lui sembrano non esserci neanche troppe porte aperte nei marchi concorrenti. Ecco perché il suo sfogo diventa, paradossalmente più credibile di quello di tutti gli altri, visto che comunque nessuno può pensare che sottolineare le criticità ossa essere per lui un modo per seguire altre sirene
“A Silverstone – ha aggiunto il sudafricano - ho commesso un grosso errore non usando la gomma anteriore morbida. Quindi sono stato davvero lento. Non sto cercando scuse, ma devo fare di meglio così come di meglio deve fare la moto. Non dovrei correre per la quindicesima posizione, ma al momento è così. È letteralmente il nostro livello".
Enea Bastianini: "A Silverstone ho pensato al ritiro a ogni giro"
Ha corso e vinto in MotoGP con Ducati e già trovarsi sopra un’altra moto è stato un mezzo trauma. Solo che virare dal rosso all’arancione per Enea Bastianini si sta trasformando letteralmente in un incubo. Tanto da sognare il blu, anche quello che è quasi viola. "Non mi sento bene con questa moto – ha ammesso dopo Silverstone - non riesco a trovare soluzioni che funzionino. Durante l’ultimo GP ho pensato al ritiro a ogni giro. Ho continuato per rispetto di tutti, ma è stata davvero la gara più dura della mia vita".
Pazienza finita, quindi, e una possibilità di fuga che sta tra le righe del contratto che l’italiano ha firmato alla fine della scorsa stagione con il marchio austriaco. Ci sarebbe, infatti, una clausola che prevede la possibilità di rescindere per Bastianini nell’eventualità che il suo capomeccanico, Alberto Giribuola (Pigiamino), non rinnovi a sua volta l’accordo con KTM. Lo sa Bastianini, lo sa Giribuola e lo sa benissimo anche Yamaha, che vorrebbe l’italiano in uno dei suoi box al fianco di Fabio Quartararo, laddove il rapporto con Alex Rins dovesse interrompersi, oppure sotto l’ala di Paolo Campinoti e Pramac. “Il problema principale – ha tagliato corto Bastianini senza commentare le indiscrezioni di mercato, ma restando sui guai della Rc16 - è che non sappiamo cosa fare. Spero che arrivi qualcosa che ci possa aiutare. Innanzitutto a livello di ergonomia, perché non mi trovo a mio agio. Poi anche sull’elettronica e la ciclistica, che credo siano due aspetti da non sottovalutare e che ci stanno rallentando".
Maverick Vinales: "Restiamo positivi, lavoriamo in modo intelligente"
Unica voce fuori dal coro, Maverick Vinales lo spagnolo cerca di stemperare le tensioni: "Ho fiducia nel nostro pacchetto. A Silverstone la mancanza di grip in piega è stato il nostro punto debole per tutto il weekend, ma credo che quella non sia una pista adatta a noi, quindi dobbiamo concentrarci su Aragon, perché a Jerez e Le Mans siamo stati veloci. Restiamo positivi, lavoriamo in modo intelligente e continuiamo ad andare avanti passo dopo passo".
Lo spagnolo, paradossalmente, si tiene su una posizione differente rispetto a tutti gli altri e, anzi, ritiene che KTM potrà essere la vera sorpresa quando, con il cambio di regolamento del 2027, il livello tornerà lo stesso per tutti o, comunque, sarà per tutti un ripartire da zero. Oppure, come dicono i più maligni, dopo averle girate quasi tutte a Vinales conviene fare il bravo in KTM e provare a diventarne una bandiera?