È praticamente impossibile riassumere per intero la quantità di lotte, battaglie, sorpassi e sportellate della domenica di Mandalika in SBK. L'umidità tropicale e il caldo asfissiante di Lombok - Indonesia - hanno evidentemente influito sulla pazienza dei piloti. Tranne Locatelli e Razgatlioglu, tutti piuttosto nervosi, fallosi, aggressivi. Tanti incidenti, svariati contatti, un bruttissimo infortunio, una bandiera rossa per gara e qualche litigio - infine - a semafori spenti. Si comincia in una tranquilla tarda mattinata nei pressi delle spiagge di Lombok. Tuttavia, col passare dei minuti, il sole si alza e le temperature salgono. Il clima si infiamma e tutto ciò non può che tener svegli coloro che, nella notte italiana, si sono alzati per vedere la Superbike.
I commissari interrompono subito la Superpole Race per una carambola in partenza che coinvolge Danilo Petrucci, Alex Lowes e Loris Baz. Il pilota Kawasaki approccia curva 2, ignorando che all'interno ci sia la Panigale V4 del ternano. Danilo va lungo ma resta in piedi, Lowes cade e la sua Ninja ZX-10R colpisce ad alta velocità la BMW dell'incolpevole Loris Baz, che si rialza incredulo sulle sue gambe, riuscendo a riportare la moto ai box. Alla ripartenza Lowes tenta un attacco sul francese, affiancandolo in frenata di curva 10. Baz, come tutti ormai, strizza la leva del freno e, contestualmente, tira fuori la gamba in inserimento curva. Il britannico calcola male le misure e colpisce violentemente la gamba destra del pilota del Team Bonovo. Le radiografie a fine giornata daranno esito durissimo per Baz che, preso in braccio dai suoi meccanici al secondo rientro anticipato ai box di una domenica nera, dovrà fare i conti col la frattura di perone e caviglia (coinvolti anche i legamenti). Intanto la Sprint (Superpole) Race, che per avvenimenti sembra durare un'eternità, prosegue: Jonathan Rea entra deciso su Alvaro Bautista per un posto sul podio, entrambi finiscono larghi, ma è lo spagnolo a cadere. Le Yamaha ufficiali di Razgatlioglu e Locatelli ringraziano, imponendosi davanti a Lowes, inspiegabilmente senza penalità.
"La Superpole Race è una gara sprint, certo, ma questo non ti autorizza a guidare come se fossi sugli autoscontri. Alla prima partenza Lowes ha colpito me e Baz, poi hanno dato la bandiera rossa e alla ripartenza ha preso di nuovo Baz rompendogli la gamba. A me ha distrutto scarico e codone al primo giro. Posso capire che abbia sbagliato, ma gli dai una penalità per quanto fatto. Non lo fai ripartire ed in seguito gli dai pure il premio per il terzo posto. Sono andato in Direzione Gara e come scusante mi hanno detto che Baz aveva fuori la gamba. Tutto ciò non ha veramente senso" - dirà al parco chiuso dopo Gara- 2 Danilo Petrucci, sesto ma, allo stesso tempo, primo tra i piloti dei Team satellite con la Ducati di Barni Spark. Anche la seconda Gara "lunga" di Mandalika non si fa mancare nulla. Nei primi giri è battaglia rusticana nel folto gruppo di testa, al quale si iscrivono le Ducati ufficiali, la clienti Motocorsa di Axel Bassani, la Honda di Xavi Vierge, le Yamaha e le Kawasaki ufficiali. Bassani sta al gioco e scavalca Razgatlioglu senza timori reverenziali; qualche curva dopo leggerà sul dashboard che la sua manovra "irresponsabile" è stata inutile: dovrà restituire la posizione. Michael Rinaldi ne approfitta per prendere la leadership e accumulare due secondi di vantaggio sugli inseguitori, ma viene fermato sul più bello dalla bandiera rossa, provocata da due voli in simultanea di Michael van der Mark e Philipp Oettl (entrambi, per fortuna, senza conseguenze). Alla ripartenza di Gara-2 Rinaldi riconquista imperiosamente la prima posizione, inscenando una nuova fuga. Intanto, in quinta posizione, Rea lotta con una Kawasaki mai veramente sua in questo inizio di stagione. Il nord irlandese perde il controllo dell'avantreno in curva 7 e scivola nel ghiaione, siglando la fine di un weekend complicatissimo. Nel mentre Toprak Razgatlioglu ("mi servirebbe l'aiuto di Rea per fermare questo Bautista") deve difendersi dagli attacchi di un rampante Xavi Vierge. Bautista, giro dopo giro, sfrutta al meglio l'astuta scelta di montare mescola dura al posteriore, e ricuce i due secondi di distacco dal compagno di squadra. Rinaldi deve arrendersi alla rimonta campione del mondo in carica e al crollo di un anteriore troppo morbido per le temperature indonesiane. Michael, all'ultimo giro, non ne ha più: va lungo in curva 10 e cede il passo a Razgatlioglu - formichina - e a Vierge. Xavi è terzo su Honda, oltre ad essere la sorpresa di giornata.
"Gara 2, parto settimo, faccio qualche sorpasso, mi metto in testa dopo pochi passaggi e giro dopo giro vado in fuga a 2.5sec. Ma proprio sul più bello gara interrotta causa caduta nel gruppo centrale. Si riparte a gomme usate. Mi rimetto in testa, prendo 1.5 secondi di vantaggio sul secondo ma a 4 giri dalla fine il grip della gomma anteriore decide di andare a farsi benedire e Alvaro inizia a recuperare terreno. Penultimo giro mi passa Alvaro, quindi dico 'P2 ok non ho più grip non posso rispondere va bene così. Invece no, a 7 curve dalla fine prendo una sbacchettata incredibile, e vado lungo per evitare di cadere. Morale della favola finisco quarto. Evabbè si vede che oggi non dovevo vincere io. Comunque mi sono divertito lo stesso, girerà" - scriverà uno sconsolato Rinaldi su Instagram al termine della domenica di Mandalika, dove tutto è successo ma niente, al vertice, è cambiato. Alvaro Bautista e Ducati hanno vinto Gara-1 e Gara-2. Ad una settimana dall'inizio del mondiale lo spagnolo e Borgo Panigale contano già 37 punti di vantaggio su Toprak Razgatlioglu.