Qui comando io! L'impennata di Marc Marquez sul traguardo di Austin ha richiamato una metafora fin troppo alla portata. Il vecchio cowboy che torna in paese e, soffiando sulla pistola ancora fumante, impone a tutti la sua legge. Solo che invece della pistola c'era il cupolino di una RC213V che, come un fedele cavallo compagno di mille avventure, ha deciso di mettere da parte gli acciacchi degli anni per dimostrare a tutti che sul territorio texano non deve essercene per nessuno. Marc Marquez ad Austin non ha solo vinto: ha scritto un trattato su dominio e prepotenza e poi, una volta ai microfoni di Sky, ha pure ribadito il concetto: "E' andato tutto come dovevqa andare".
L'otto volte campione del mondo, infatti, ha raccontato di aver sognato prima e pianificato poi una gara così: "M'ero riproposto di girare primo alla prima curva, poi di tenere a bada gli altri senza esagerare troppo e dare tutto quando poi le gomme avrebbero cominciato a calare. Ed è esattamente quello che ho fatto". Sì, è esattamente quello che ha fatto e non c'è niente da aggiungere. Se non che, appunto, il vecchio cowboy è tornato a dettare la sua legge, con i giovani che in questi due anni hanno alzato la cresta che dovranno imparare una dura lezione: c'è ancora un po' di polvere da mangiare.Almeno in Texas, almeno in quei circuiti in cui il fenomeno di Cervera riesce a trovare il giusto compromesso tra ciò che il fisico gli consente e ciò che la testa gli suggerisce. Basterà per il prossimo anno e per tornare ad essere il dominatore del mondiale?
Impossibile dirlo adesso, anche perchè è ben noto a tutti - Marquez compreso - che i problemi al braccio non si superano con una vittoria. Così come non basta una vittoria per pensare che una moto problematica come la RC213V di quest'anno possa essere tornata sui livelli di sempre. Ma è innegabile pure che una vittoria così aiuta a lavorare sodo, a rinnovare l'entusiasmo e anche a guidare sopra i problemi, innescando quelli che in gergo si chiamano "circoli virtuosi". E mandando anche un chiaro messaggio a chi intende sfidarlo per il futuro, magari prendendo in prestito le parole di Clint Eastwood nel celebre duello finale di C'era una volta in America: “Che ti succede Ramon, ti trema la mano? O forse hai paura? Al cuore Ramon, se vuoi uccidere un uomo devi colpirlo al cuore”.