Ci sono gli infortuni in fila, gli inconvenienti, anche la sorte che incide sulla carriera. E poi c'è la tempra del campione, anzi, meglio del fuoriclasse. Merce rara, lo hanno insegnato fenomeni come Michael Jordan e Kobe Bryant: si va al tappeto, prima o poi ci vanno tutti, quello che conta è come ci si rialza. Anche più volte, con determinazione, ferocia e rispetto per il gioco. In questo senso sia Marcell Jacobs che Matteo Berrettini, due volti dello sport italiano d'élite che per motivi diversi hanno imbroccato la strada del buio, forse potrebbero giovarsi dell'esempio di Sofia Goggia, in queste ore sotto le luci dei riflettori del gossip per le foto in piscina con Massimo Giletti. La sciatrice bergamasca sa cosa significa passare attraverso la sofferenza fisica, scenderci a patti, addirittura vincere con una menomazione.
A gennaio 2022, Cortina in Coppa del Mondo, si è rotta il ginocchio: legamenti saltati e frattura anche al perone. I Giochi olimpici di Beijing, l'obiettivo di quattro anni di sacrifici, erano praticamente a un palmo, l'opzione più logica sarebbe stata fermarsi, operarsi, incolpare il Fato per il dolore e le medaglie svanite. Goggia invece ha cambiato passo: fisioterapia, mantenimento del tono muscolare, denti stretti per 23 giorni. È andata alle Olimpiadi cinesi, ha vinto medaglie, un fantastico argento in discesa libera. E quando è uscita di gara in SuperG nessun indugio: non ha indirizzato le colpe verso il ginocchio malmesso.
Una lezione da mandare a memoria, vero Matteo e Marcell? Nello sport la testa, ma anche la personalità, è l'elemento che separa quelli forti da quelli leggendari. Come Sofia Goggia. Sta a Berrettini e Jacobs reagire, rialzarsi, magari non in tempi record come Goggia. Per il tennista, ad appena 27 anni, c'è ancora una buona fetta della stagione, nonostante il forfait a Wimbledon, dove arrivò in finale lo scorso anno. Per Jacobs ci sono i Mondiali di Budapest, ad agosto., Per silenziare le voci critiche e i suoi dubbi. Il tempo c'è, ma loro anche?