Inter, che succede? La sconfitta agli ottavi di finale del Mondiale per club contro il Fluminense è stata ridicola, siamo d’accordo. Ma se c’è da preoccuparsi è per tutto quello che è accaduto nel post partita. Lautaro che sbotta ai microfoni con toni duri e definitivi: “Chi non vuole restare all’Inter vada via”, Marotta che non la manda a dire e caccia fuori il nome di Calhanoglu, e il calciatore turco che dalle spiagge di Bodrum, si affida a Instagram. Un posto in cui spiega, approfondisce e nel finale colpisce: “Ho avuto l’onore di essere il capitano della mia nazionale. E lì ho imparato che il vero leader è quello che resta accanto ai suoi compagni, non quello che cerca un colpevole quando è più facile farlo”. A chiudere la saga ci ha pensato infine la moglie Sinem Gündoğdu, anche lei con una stories postata su Instagram: “Certe persone sono leali fino a quando hanno bisogno di te”.

Un ambiente infuocato, lo spogliatoio dell’Inter, che non aveva deflagrato perché c’erano da giocare ancora partite. Rimesse le scarpette nell’armadio, solo volati fuochi d’artificio. Brutto segno. Che le sconfitte, addirittura pesanti come la finale di Champions persa 5-0, lacerino i sentimenti di un gruppo, anche quando sembra saldo, ne siamo consapevoli. Che il Mondiale per club sia stata un’ ulteriore fatica per una squadra arrivata a giugno con il fiatone, è evidente nelle gambe dei calciatori e che perdere contro una squadra brasiliana, subendo gol da un giocatore di 37 anni suonati, German Cano, sia stata una figuraccia, è fattuale. Però ora che si fa? Chivu ha provato a gettare acqua sul fuoco, seguendo la linea di Lautaro, ed è tornato sui motivi di campo che avrebbero, a suo dire, determinato lo zero a due. Basta così? Chala non era in Usa perché infortunato, ok. E si può considerare out dal progetto. E’ sufficiente per rimettere ordine nello spogliatoio? Intanto in campo la sua assenza si farà sentire, essendo stato il fulcro del gioco dell’Inter di Inzaghi.
Non sarà un lavoro semplice quello di Chivu che, con quattro mesi di esperienza nella massima serie del calcio italiano da allenatore, avrà l’onere di rimettere in riga un gruppo che appare meno unito di quello che si potesse pensare e di ricostruire una squadra che dovrà continuare a essere l’Inter, cioè una squadra che compete su tutti i fronti per vincere.
La sconfitta contro il Fluminense, unita a una prestazione da bocciare in toto, accende la lampadina del dubbio. Il futuro dei nerazzurri è già in salita e i sogni accesi dalla new age Sucic - Pio Esposito, hanno di nuovo il cielo grigio. D’altronde la pazza l’Inter è così, un otto volante.