Il blocco del mercato in entrata deciso dalla Covisoc ha colpito in modo inaspettato l’ambiente Lazio. E tra i più sorpresi, almeno stando a quanto racconta il Corriere dello Sport, ci sarebbe proprio Maurizio Sarri. Il tecnico toscano, tornato alla guida dei biancocelesti con, avrebbe scoperto solo negli ultimi giorni l’effettiva gravità della situazione economica del club. Ma davvero non era al corrente di nulla? Se fosse così ci sarebbe da preoccuparsi perché qualunque quotidiano, blog o testata ne ha parlato e anche in modo piuttosto approfondito. Secondo quanto trapela, la Covisoc ha certificato lo sforamento di ben tre parametri federali al 31 marzo: indice di liquidità, indebitamento e costo del lavoro allargato. In parole povere: niente mercato in entrata almeno fino a settembre, a meno che Claudio Lotito non immetta liquidità con mezzi propri o non alleggerisca il monte ingaggi cedendo giocatori. Una situazione che, stando alle ricostruzioni, la società conosceva già da fine maggio. E che ora apre scenari paradossali. Perché Sarri, pur consapevole delle difficoltà, avrebbe immaginato un mercato “limitato”, ma non certo un blocco totale fino a gennaio, se non in caso di interventi diretti della proprietà. Il tecnico aveva fatto le sue richieste: un trequartista, un terzino (in caso di partenza di Tavares), e una punta da affiancare a Castellanos. Niente di clamoroso.

Ma la realtà, dicono, è andata oltre le sue previsioni. Però, scusate, qualcosa non torna. Perché Sarri ha accettato il ritorno sulla panchina biancoceleste quando già si parlava apertamente di una Lazio in difficoltà economica. Ha scelto di rientrare spinto anche dal legame con Lotito e dal rapporto con Fabiani, consapevole che non sarebbe stata un'estate facile. Allora perché oggi, alla luce del blocco, si parla addirittura di un possibile addio lampo, come se l’allenatore fosse stato colto di sorpresa da una realtà totalmente ignota? Il sospetto è che si stia alimentando, ancora una volta, una narrazione sbilanciata, dove Lotito diventa il capro espiatorio perfetto: il presidente che “non ci mette i soldi”, l’uomo che “non vuole fare mercato”, colui che “costringe Sarri alla fuga”. Nelle ultime ore, lo stesso Lotito avrebbe confermato la permanenza dei big, incluso Rovella, per cui l’Inter ha ricevuto un altro no, proprio perché non è possibile sostituirli in questa finestra. Una “decisione obbligata”, figlia della situazione Covisoc. Da Formello filtrano rassicurazioni: nessun rischio dimissioni, nessun faccia a faccia urgente con Fabiani fissato, smentite secche. Ma la sensazione è che, al netto delle voci, un addio lampo suonerebbe surreale, proprio perché Sarri sapeva bene a cosa stava andando incontro. E usare oggi la crisi come leva per fuggire non reggerebbe nemmeno sul piano della coerenza. Se sarà rottura, non sarà per sorpresa. E soprattutto, non sarà, almeno per una volta, solo colpa di Lotito.