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Roland Garros, c'è tennis oltre a Sinner e Alcaraz? Ecco i giudizi (impietosi) di Bertolucci e Courier: “Zverev? Troppo discontinuo. Medvedev in crisi e inefficace. De Minaur...”. E Musetti? Occhio, perché a Parigi può essere protagonista

  • di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

23 maggio 2025

Roland Garros, c'è tennis oltre a Sinner e Alcaraz? Ecco i giudizi (impietosi) di Bertolucci e Courier: “Zverev? Troppo discontinuo. Medvedev in crisi e inefficace. De Minaur...”. E Musetti? Occhio, perché a Parigi può essere protagonista
Carlos Alcaraz e Jannik Sinner partono davanti a tutti, ma la vera domanda è: chi può davvero impensierirli? Per Paolo Bertolucci la lista degli outsider si svuota in fretta: “Zverev? Troppo discontinuo. Medvedev è in crisi, Rune sconclusionato, Fritz inconcludente”. Anche Jim Courier è netto: “Jannik e Carlos sono un gradino sopra il resto, gli unici a poter davvero fare la differenza”. Ma attenzione a Lorenzo Musetti: “Ha messo in mostra ottime cose sulla terra, ha evitato i big nel suo quarto e può prendersi la rivincita”. E dietro di loro…

di Giulia Sorrentino Giulia Sorrentino

L’urna del Roland Garros non aveva ancora smesso di far scorrere i nomi, che già il dibattito era esploso ovunque. Favoriti, trappole, incroci, percorsi. Tutti a dire la loro. Ma secondo Paolo Bertolucci, che la materia la conosce bene, il punto è un altro: “I tornei di preparazione al secondo Slam stagionale sulla terra hanno fornito indicazioni ben precise attraverso risultati difficilmente confutabili”. I numeri parlano chiaro. A Parigi ci arrivano in testa quelli che sul rosso hanno fatto più strada: Sinner, Alcaraz, Musetti. E sono loro, dice Bertolucci, “tra i grandi favoriti dell’attesissima kermesse francese”. Jannik ha vinto l’Australian Open, ha ritrovato brillantezza subito dopo tre mesi di stop, ed è riuscito a portare Alcaraz al limite nella finale di Roma. Lo spagnolo, da parte sua, ha confermato che quando il suo tennis funziona, ritmo, variazioni, esplosività, tocca punte che nessuno riesce a eguagliare. Musetti, invece, è entrato con continuità nei weekend dei grandi tornei sul rosso, e il sorteggio lo ha premiato con un quarto privo dei big.

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Dietro? La lista degli “altri” è lunga, ma per Bertolucci è difficile credere a un colpo di scena: “Troppo discontinuo, infatti, è il tedesco Alexander Zverev, superato anche al secondo posto del ranking Atp dopo il torneo romano. Poco efficace e da tempo in crisi il russo Daniil Medvedev, sconclusionato il danese Holger Rune, inefficace l’australiano Alex De Minaur, inconcludente l’americano Taylor Fritz”. E su Djokovic il giudizio è netto: “Privo di riscontri il serbo Nole Djokovic, assente a Roma e possibile avversario di semifinale del nostro numero 1, per poterlo annoverare tra i grandi favoriti di Parigi”. Il tabellone di Sinner, infatti, non è tenero. Primo turno contro Rinderknech, poi Gasquet, all’ultima presenza in uno Slam, ma sempre da maneggiare con cautela a Parigi. Poi si entra nel vivo: Lehecka o Davidovich Fokina al terzo turno, Arthur Fils o Rublev agli ottavi. Ai quarti potrebbe esserci Jack Draper, il britannico rivelazione della stagione, “il nome nuovo di questo 2025, 23 anni e numero 5 al mondo”, scrive Bertolucci. In semifinale, potenzialmente, Djokovic o Zverev.

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Lorenzo Musetti

E Jack Draper è tra i nomi che Jim Courier, intervistato da Tuttosport, mette nella sua lista dei pericoli reali: “In questo scorcio di stagione i giocatori che hanno saputo far meglio, oltre ai due già citati, sono stati Ruud, Musetti e Draper. Si candidano a essere protagonisti anche a Parigi”. Courier, oggi voce di Eurosport e campione al Roland Garros, non ha dubbi su chi siano i veri padroni del circuito: “I due massimi interpreti del tennis mondiale maschile sono destinati ad affrontarsi in tutti i tornei nei quali sono tra i protagonisti e ovviamente in finale. Hanno dimostrato di essere un gradino sopra il resto del gruppo e con due modalità di espressione completamente diverse”. Il suo giudizio tecnico è preciso: “Jannik è più costante nel rendimento e riesce quasi sempre a fare la differenza a livello tattico e mentale, oltre che tecnico grazie agli ottimi fondamentali. Alcaraz ha un tennis più vario e quando tutto funziona, come accaduto nella finale di Roma, tocca punte quasi inarrivabili. Ma il suo gioco ‘up & down’ può metterlo in difficoltà contro giocatori di alto livello se cala la concentrazione”.

Carlos Alcaraz e Novak Djokovic
Carlos Alcaraz e Novak Djokovic

Poi Courier si sofferma sulla finale di Roma: “Nella fase decisiva della prima frazione Sinner è rimasto troppo dietro la linea di fondo in fase di risposta. Un atteggiamento più aggressivo, portando i piedi più dentro al campo, avrebbe potuto metterlo in maggiore difficoltà”. Ma aggiunge: “Ha fatto un torneo fenomenale dopo tre mesi di stop, senza vere partite nelle gambe e nella testa. È andato a un passo dal conquistare anche il primo set della finale. Lui e Carlos sono i superfavoriti per il Roland Garros”. Più lineare, invece, il cammino di Alcaraz: Nishikori, Marozsan o Nardi, Shelton o Tsitsipas, Ruud o Paul, poi semifinale contro Fritz o Musetti. “Un tabellone che si presenta sicuramente più spinoso per Sinner rispetto a quello toccato al ritrovato numero 2 al mondo Alcaraz”, sottolinea Bertolucci, “il quale sarà poco sollecitato sino alle fasi finali”. E su Musetti, l’analisi è ancora una volta condivisa. Per Bertolucci il toscano “ha messo in mostra ottime cose negli ultimi tre Masters 1000 disputati sulla terra battuta”. Rune e Fritz possono aprirgli la strada, e la semifinale con Alcaraz sarebbe “una sollecita rivincita” dopo la sconfitta agli Internazionali.

Flavio Cobolli
Flavio Cobolli

Sul finale, spazio ai giovani. “Aspettiamo buone notizie dai giovani emergenti azzurri come Flavio Cobolli e Luciano Darderi, mentre tra gli stranieri un occhio di riguardo lo meritano sicuramente il brasiliano Joao Fonseca e il ceco Jakub Mensik”, scrive Bertolucci. Courier chiude parlando del sistema italiano: “Quando si hanno così tanti giocatori tra i top 50 non è casualità. È il frutto degli investimenti della Federazione, dei Futures, dei Challenger, ma soprattutto della formazione dei tecnici. I coach italiani oggi sono tra i migliori al mondo. E anche le imprese di Jasmine Paolini, tra le donne, dimostrano che il sistema funziona”. Il Roland Garros si annuncia dunque come il vero esame di maturità per Sinner. E Bertolucci lo sa: “La terra che nella lunga distanza obbliga peraltro i giocatori a sfoderare enormi doti di resistenza fisica in uno Slam al meglio dei cinque set”. Sarà lì che si misureranno davvero ambizione, forza mentale, e leadership.

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