L’urna del Roland Garros non aveva ancora smesso di far scorrere i nomi, che già il dibattito era esploso ovunque. Favoriti, trappole, incroci, percorsi. Tutti a dire la loro. Ma secondo Paolo Bertolucci, che la materia la conosce bene, il punto è un altro: “I tornei di preparazione al secondo Slam stagionale sulla terra hanno fornito indicazioni ben precise attraverso risultati difficilmente confutabili”. I numeri parlano chiaro. A Parigi ci arrivano in testa quelli che sul rosso hanno fatto più strada: Sinner, Alcaraz, Musetti. E sono loro, dice Bertolucci, “tra i grandi favoriti dell’attesissima kermesse francese”. Jannik ha vinto l’Australian Open, ha ritrovato brillantezza subito dopo tre mesi di stop, ed è riuscito a portare Alcaraz al limite nella finale di Roma. Lo spagnolo, da parte sua, ha confermato che quando il suo tennis funziona, ritmo, variazioni, esplosività, tocca punte che nessuno riesce a eguagliare. Musetti, invece, è entrato con continuità nei weekend dei grandi tornei sul rosso, e il sorteggio lo ha premiato con un quarto privo dei big.

Dietro? La lista degli “altri” è lunga, ma per Bertolucci è difficile credere a un colpo di scena: “Troppo discontinuo, infatti, è il tedesco Alexander Zverev, superato anche al secondo posto del ranking Atp dopo il torneo romano. Poco efficace e da tempo in crisi il russo Daniil Medvedev, sconclusionato il danese Holger Rune, inefficace l’australiano Alex De Minaur, inconcludente l’americano Taylor Fritz”. E su Djokovic il giudizio è netto: “Privo di riscontri il serbo Nole Djokovic, assente a Roma e possibile avversario di semifinale del nostro numero 1, per poterlo annoverare tra i grandi favoriti di Parigi”. Il tabellone di Sinner, infatti, non è tenero. Primo turno contro Rinderknech, poi Gasquet, all’ultima presenza in uno Slam, ma sempre da maneggiare con cautela a Parigi. Poi si entra nel vivo: Lehecka o Davidovich Fokina al terzo turno, Arthur Fils o Rublev agli ottavi. Ai quarti potrebbe esserci Jack Draper, il britannico rivelazione della stagione, “il nome nuovo di questo 2025, 23 anni e numero 5 al mondo”, scrive Bertolucci. In semifinale, potenzialmente, Djokovic o Zverev.

E Jack Draper è tra i nomi che Jim Courier, intervistato da Tuttosport, mette nella sua lista dei pericoli reali: “In questo scorcio di stagione i giocatori che hanno saputo far meglio, oltre ai due già citati, sono stati Ruud, Musetti e Draper. Si candidano a essere protagonisti anche a Parigi”. Courier, oggi voce di Eurosport e campione al Roland Garros, non ha dubbi su chi siano i veri padroni del circuito: “I due massimi interpreti del tennis mondiale maschile sono destinati ad affrontarsi in tutti i tornei nei quali sono tra i protagonisti e ovviamente in finale. Hanno dimostrato di essere un gradino sopra il resto del gruppo e con due modalità di espressione completamente diverse”. Il suo giudizio tecnico è preciso: “Jannik è più costante nel rendimento e riesce quasi sempre a fare la differenza a livello tattico e mentale, oltre che tecnico grazie agli ottimi fondamentali. Alcaraz ha un tennis più vario e quando tutto funziona, come accaduto nella finale di Roma, tocca punte quasi inarrivabili. Ma il suo gioco ‘up & down’ può metterlo in difficoltà contro giocatori di alto livello se cala la concentrazione”.

Poi Courier si sofferma sulla finale di Roma: “Nella fase decisiva della prima frazione Sinner è rimasto troppo dietro la linea di fondo in fase di risposta. Un atteggiamento più aggressivo, portando i piedi più dentro al campo, avrebbe potuto metterlo in maggiore difficoltà”. Ma aggiunge: “Ha fatto un torneo fenomenale dopo tre mesi di stop, senza vere partite nelle gambe e nella testa. È andato a un passo dal conquistare anche il primo set della finale. Lui e Carlos sono i superfavoriti per il Roland Garros”. Più lineare, invece, il cammino di Alcaraz: Nishikori, Marozsan o Nardi, Shelton o Tsitsipas, Ruud o Paul, poi semifinale contro Fritz o Musetti. “Un tabellone che si presenta sicuramente più spinoso per Sinner rispetto a quello toccato al ritrovato numero 2 al mondo Alcaraz”, sottolinea Bertolucci, “il quale sarà poco sollecitato sino alle fasi finali”. E su Musetti, l’analisi è ancora una volta condivisa. Per Bertolucci il toscano “ha messo in mostra ottime cose negli ultimi tre Masters 1000 disputati sulla terra battuta”. Rune e Fritz possono aprirgli la strada, e la semifinale con Alcaraz sarebbe “una sollecita rivincita” dopo la sconfitta agli Internazionali.

Sul finale, spazio ai giovani. “Aspettiamo buone notizie dai giovani emergenti azzurri come Flavio Cobolli e Luciano Darderi, mentre tra gli stranieri un occhio di riguardo lo meritano sicuramente il brasiliano Joao Fonseca e il ceco Jakub Mensik”, scrive Bertolucci. Courier chiude parlando del sistema italiano: “Quando si hanno così tanti giocatori tra i top 50 non è casualità. È il frutto degli investimenti della Federazione, dei Futures, dei Challenger, ma soprattutto della formazione dei tecnici. I coach italiani oggi sono tra i migliori al mondo. E anche le imprese di Jasmine Paolini, tra le donne, dimostrano che il sistema funziona”. Il Roland Garros si annuncia dunque come il vero esame di maturità per Sinner. E Bertolucci lo sa: “La terra che nella lunga distanza obbliga peraltro i giocatori a sfoderare enormi doti di resistenza fisica in uno Slam al meglio dei cinque set”. Sarà lì che si misureranno davvero ambizione, forza mentale, e leadership.