La vita di un numero uno non concede tregua, e Jannik Sinner ne è l’esempio perfetto. Mentre si allena al caldo per una stagione 2025 che dovrà essere di conferme, il caso Clostebol continua a gettare ombre su un campione che ha dominato il circuito con silenziosa costanza. La sentenza del Tas arriverà nel 2025, ma tra difensori e detrattori, il mondo del tennis sembra spaccarsi. A difenderlo, con calma olimpica, è Filippo Volandri, capitano della nazionale azzurra, che sottolinea quanto Sinner sia l’anima di una squadra italiana pronta a restare al vertice: “Jannik ha portato a casa due Slam, una Coppa Davis ed è numero uno al mondo nonostante tutto. Questo dimostra la sua caratura, di ragazzo e di atleta. Speriamo che il lieto fine arrivi presto, ma lui si sta allenando come sempre per migliorarsi”. Ma se l’Italia si stringe attorno al suo campione, fuori dai confini i dubbi si moltiplicano. Il francese Adrian Mannarino, ex top 20, non ha usato mezzi termini a Radio Monte Carlo: “Non credo più a Babbo Natale. Se qualcuno vuole crederci, faccia pure. Ma ci sono stati due test positivi tra i 300 migliori al mondo, e sono entrambi numeri uno. È sorprendente. Ogni mattina mi alzo a 36 anni zoppicando, e mi trovo a giocare contro ragazzi di 20-25 anni. Se non sono puliti, diventa complicato”. Parole che pesano come macigni, velate di un sospetto che, per quanto ammantato di “beneficio del dubbio”, rimane pungente.
Poi c'è Nick Kyrgios, che di dubbi non ne ha mai avuti e di filtri non si serve. L’australiano, mai domo nella sua verve provocatoria, ha lanciato un guanto di sfida a Jannik Sinner in vista degli Australian Open: “Voglio giocare contro Sinner. Trasformerò la partita in un caos, in una bolgia. Coinvolgerò il pubblico, farò di tutto per vincere. Il rispetto andrà fuori dalla finestra”. Un linguaggio da arena, che non ha mancato di infiammare gli animi. I social sono esplosi: “Suspendetelo!” ha scritto un tifoso, mentre altri hanno tagliato corto: “Sinner lo distruggerà comunque”. Il loro precedente, d’altronde, parla chiaro: Miami 2022, vittoria netta di Jannik. Curiosa, però, l’inattesa alleanza che Kyrgios ha stretto con Novak Djokovic. I due, avversari nella celebre finale di Wimbledon 2022, giocheranno insieme nel doppio a Brisbane. Kyrgios ha annunciato la notizia con una foto su Instagram, aggiungendo: “Ci vediamo tutti là.” Un’alleanza che promette scintille e che, ironicamente, getta una luce ambivalente sull’australiano: nemico dichiarato di Sinner, ma “alleato” di Nole, l’ultimo avversario che l’italiano ha battuto in una finale turbolenta.
Il presidente della Fitp (Federazione italiana tennis), Angelo Binaghi, liquida Kyrgios con una battuta caustica: “Avere degli imbecilli che ti attaccano è un onore. Mi preoccuperei se uno come Kyrgios dicesse che stiamo facendo bene. Se si incontrassero in Australia, ci sarò e mi farò due risate”. E poi chiarisce il punto centrale: “Anche gli accusatori della Wada sostengono la ricostruzione di Sinner. È un atleta esemplare, sta diventando un caso di scuola”. Tra dichiarazioni incendiarie e difese accorate, il destino di Jannik sembra ancora sospeso. La calma apparente con cui si allena stride con il chiacchiericcio di fondo, ma la sua serenità – seppur incrinata – resta un’arma micidiale.