Lo abbiamo visto tutti il selfie scattato da Adriano con Zola, Totti, Zanetti e Veron al Tardini di Parma, alla fine della partita di Operazione Nostalgia. Per chi ha la mia età è stato un colpo al cuore. Una di quelle scosse elettriche che ti fanno saltare dalla sedia. Potere dei ricordi e del calcio che ha fatto sognare le generazioni analogiche. E per chi se lo volesse godere dal vivo, sabato 28 giugno ci sarà un nuovo raduno allo stadio Menti di Vicenza. In campo ancora un gremito gruppo dei campioni dell’età dell’oro della Serie A, guidati in panchina niente meno che da Francesco Guidolin. Che bellezza!
Sarà che eravamo tutti più giovani e con la testa piena di sogni ma se pensiamo agli anni ’90 siamo sicuri di aver vissuto un epoca incredibilmente magica. Qualcosa di irripetibile. E’ vero, quando riavvolgiamo il nastro della vita, il passato si colora di una pennellata di nostalgia che ci sembra renda tutto un po’ più speciale. Ma siamo sicuri sia solo nostalgia o era veramente un calcio migliore?

Erano gli anni di Children che suonava in discoteca, della televisione in tutte le case, dell’esplosione di Mediaset, delle pubblicità che ti dicevano cosa comprare e dei primi esperimenti di televendita. Erano i giorni di Berlusconi imprenditore di successo, poi politico e dell’“Italia è il paese che amo”. Beh, su questo potremmo scrivere un articolo a parte. Erano comunque le stagioni del grande Milan, la squadra di calcio più forte del mondo, simbolo di un movimento che stava vivendo l’eta dell’oro. Nel nostro campionato c’erano appena passate leggende come Maradona, Platinì, Zico e Rumenigge e stavano arrivando nuovi fuoriclasse destinati a scrivere la storia.
Oltre alle big Milan, Juve, Inter c’erano il Parma dei miracoli, la Lazio di Eriksson, la Sampdoria di Vialli e Mancini, la Fiorentina di Batistuta. Si chiamavano “Le Sette Sorelle” e dominavano non solo in Italia, perché anche in Europa eravamo i migliori. In totale, nel decennio dalla stagione 1989/1990 alla 1998/1999, il calcio tricolore si era aggiudicato 17 trofei dei 40 messi in palio dalla Uefa: 3 Champions League (2 il Milan; 1 la Juve), 3 Coppa delle Coppe (Parma, Lazio, Sampdoria), 6 Europa League (2 Juventus, 3 Inter, 1 Parma), 5 Supercoppa Europa (2 Milan, 1 Parma, 1 Juve, 1 Lazio). Uno spettacolo assoluto. Serie A Operazione Nostalgia racconta le emozioni di un’epoca in cui le piattaforme digitali e i social network non erano nemmeno nei pensieri dei più visionari. Un mondo fatto di fuoriclasse assoluti rimasti nel cuore di tutti e di passione pura

Tra un impegno e l’altro per organizzare gli eventi, abbiamo intervistato Andrea Bini, l’uomo che nel 2014 realizzò l’idea di “Serie A - Operazione Nostalgia”.
“Tutto è iniziato con un crea pagina di Facebook e un post in cui iniziavo a raccontare la mia più grande passione: il calcio anni ’90, quello che ci faceva emozionare con i gesti tecnici dei suoi protagonisti. Le prime volte i like erano pochi, poi 100, 1000, 10000 oggi si parla di numeri enormi. Pensa che il selfie di Adriano con Zola, Zanetti, Totti e Veron è stato visto da oltre 22 milioni di utenti”.
Da Facebook si è arrivati ai raduni e alle partite di calcio con tutti i più importanti campioni.
“Il successo della pagina su Facebook, mi ha spinto a organizzare il primo raduno, nel 2015, in Piazza San Babila a Milano. Avevo paura fosse un flop, invece arrivarono tantissime persone con le divise nostalgiche. Riuscimmo a mettere insieme più di 500 persone per incontrare e applaudire ex calciatori come Protti, Hubner, Valtolina e Paganin. Qualcosa ci diceva che le persone avevano voglia di fare questo viaggio”.
La prima partita quando sei riuscito a organizzarla?
“L’anno successivo, nel 2016, a Ostia. Tutto nacque dal mio incontro con Max Tonetto. Fu lui a contattarmi, prendemmo un caffè insieme e capimmo che era giunto il momento di realizzare qualcosa di più grande. Facemmo il tutto esaurito: duemila spettatori, mettendo in campo giocatori come Aldair, Chevanton, Di Biagio e Taddei”.
Nel raduno a Parma di domenica 8 giugno si sono contati più di 12 mila spettatori. Siete diventati grandi…
“E’ questa la forza del progetto Operazione Nostalgia ed è ciò che ci gratifica di più: dai numeri sui social network siamo riusciti a portare la gente allo stadio. Qui sta è il vero successo. Partite tra ex calciatori ne sono state fatte tante, non ho inventato nulla. Gli spettatori di Operazione Nostalgia però vogliono vivere un’esperienza più completa, sentendosi parte di un sentimento condiviso. E’ una community unica al mondo”.
Nel tempo sei riuscito a mettere in campo nomi clamorosi del calcio nostalgico. Tra i tanti mi vengono in mente Veron, Totti, Zanetti, Stoichkov, Zola, Del Piero, Asprilla, Crespo, Recoba, Galante, ma anche tantissimi altri. Come si approcciano campioni di questo calibro al tuo progetto?
“Ora è più facile perché gli appuntamenti di Operazione Nostalgia sono diventati partite alle quali nessuno vuole mancare. E dopo tanti anni, attraverso il passaparola e l’aiuto di chi ci conosce, riusciamo a raggiungere quasi tutti. Anzi, ora guai se qualcuno non viene chiamato, è un evento che nessuno vuole perdere. Hai visto il gol segnato da centrocampo da Totti? Una magia con il pubblico in estasi. Questo siamo noi: una community che ama il calcio e la sua bellezza più autentica”.
Per il decimo anno di Operazione Nostalgia è stato dei vostri anche Roberto Baggio. Cosa hai provato quando ti sei reso conto di averlo accanto grazie al tuo progetto?
“Con Roberto oggi abbiamo un ottimo rapporto e lo scorso anno mi fece il regalo di partecipare al raduno di Salerno. Per me è un mito non solo del calcio, anche della vita. A volte mi chiedo: ci rendiamo conto che Baggio sa chi sono io? E già sufficiente per essere felici”.
A Parma, quest’anno, è sceso in campo addirittura l’Imperatore Adriano. Come sei riuscito a portarlo in Italia?
“Mi ero accorto che ci seguiva perché metteva like ad alcuni nostri post. Il mio obiettivo era farlo tornare a giocare al Tardini. Ci siamo sentiti per telefono e subito ho percepito grande entusiasmo da parte sua. Voleva venire e giocare. I giorni passati insieme mi hanno fatto scoprire un ragazzo con un cuore grande. Quando è uscito per far entrare in campo me ho visto che era emozionato, aveva bisogno di sentire di nuovo il calore di tanta gente che gli vuole bene”.
Nei due prossimi raduni chi saranno i campioni presenti?
“Il 28 giugno a Vicenza avremo Zamorano con il suo inimitabile 8+1, Toldo e molti altri big, per Reggio Calabria, a settembre, ci stiamo lavorando”.
Praticamente sei riuscito a far giocare di nuovo tutti i più grandi.
“Ne manca uno…”
Ora però siamo curiosi…
“Vogliamo Ronaldo il Fenomeno a Operazione Nostalgia. E’ un altro grande sogno da realizzare, ci stiamo provando”.
Social, raduni, merchandising. Oggi Operazione Nostalgia è il tuo lavoro?
“Sì e se penso da dove sono partito, mi vengono i brividi dalla soddisfazione. Dieci anni fa facevo il postino o aggiustavo le stampanti per guadagnare uno stipendio e parlavo sempre di calcio anni ’90 con i miei amici. Oggi questa passione è un lavoro, lo auguro a tutti”.
Prima di salutarti, ti chiedo perché oggi il calcio ci lega meno ai suoi protagonisti.
“Io amo il gesto tecnico e se oggi ci sorprendiamo per una imbucata di De Bruyne, prima, in una partita in cui scendeva in campo Veron, se ne vedevano dieci a tempo. La differenza, per quanto mi riguarda, è tutta qui”.