Esposito è un cognome legato da anni al club nerazzurro. Prima Sebastiano, classe 2002, cresciuto nelle giovanili dell’Inter. Poi Pio, classe 2005, anche lui del vivaio interista, passato allo Spezia nell’agosto del 2023 che lo scorso anno ha realizzato 19 goal diventando capocannoniere della Serie B a soli 19 anni, il più giovane della storia considerando anche le due reti nei playoff (Laurienté del Sassuolo ne ha realizzati 18). Ma oggi vi parliamo di lui perché ha fatto il suo esordio in prima squadra durante il secondo tempo dell’Inter contro l’Urawa al Mondiale per Club. “Sono curioso anche io, l'ho conosciuto a 13 anni e mezzo e siamo cresciuti assieme. L'ho allenato in Primavera, è stato un onore, poi è andato in Serie B e viene da due campionati importanti in cui è cresciuto fisicamente e dal punto di vista umano. Si è ripreso, ha fatto due allenamenti con noi e domani avremo la possibilità di vederlo dall'inizio o a partita in corso”, aveva detto Chivu prima del match.

Tra i due un forte legame sancito in modo indelebile proprio in America in una sorta di cerchio che si chiude: dai campi di Interello, quando Esposito era ancora un talento acerbo, fino all’opportunità di giocare al fianco di Lautaro Martinez. “11 anni fa indossavo per la prima volta questa gloriosa maglia, orgoglioso e onorato di aver esaudito il sogno di vestirla per la prima volta tra i grandi”. È stato questo il commento di Pio Esposito, affidato a un post su Instagram che ha scaldato e infiammato i cuori dei nerazzurri. I commenti dei tifosi, impazziti all’idea che questa finestra di mercato non lo veda protagonista, ci raccontano che nel suo piccolo, con una scalata dal basso silenziosa ma potente, si sta guadagnando la sua fetta di interismo. “Sei noi Pio. La strada è ancora lunga. Non vediamo l'ora di vederti esultare”, è il commento del nostro direttore Moreno Pisto che trovo a sorpresa sotto il post.

C’è chi gli chiede di spaccare il mondo con la nostra maglia, chi scrive soltanto “brividi”, chi minaccia bonariamente la società in caso di cessione del calciatore, chi gli ricorda che è solo l'inizio e che non deve mai più togliere quella meravigliosa maglia. Se ci pensiamo è incredibile come abbia già conquistato una parte del pubblico interista dopo solamente un secondo tempo con i nostri colori. Un pubblico che non si fa facilmente trascinare o ammaliare. Ma tutto ciò ci racconta una storia di riscatto, una scalata silenziosa conquistata attraverso gol e sacrifici, una maglia che nessuno gli ha regalato. Per cui sì, se Pio Esposito dovesse restare, a Milano si allargherebbe la cerchia degli interisti: il mister uomo chiave del triplete, Federico Dimarco tifoso neroblu dalla nascita, Lautaro Martinez oramai follemente innamorato di noi. È questa l'Inter che vogliamo. È questa l'Inter da cui dobbiamo ripartire. È questa l'Inter che ci fa innamorare.