Il popolo nerazzurro ha parlato. Forte, chiaro, compatto. Francesco Pio Esposito non si tocca. Non si presta, non si cede, non si parcheggia. Si tiene. Si coccola. E si allena ad Appiano Gentile. Accanto a Lautaro, accanto a Thuram. Dentro questo spogliatoio, dentro questa Inter. Perché la sensazione, sempre più condivisa, è che il nostro baby fenomeno abbia tutto: struttura, fame, istinto. E soprattutto un’identità che lo rende già oggi uno di famiglia. Le prove? Ci sono. L’ultima è arrivata contro il River Plate al Mondiale per Club. L’Inter di Chivu, nonostante tutti la dessero per morta dopo l’iniziale flop in America, ha vinto contro la formazione argentina e ha strappato il pass per gli ottavi, ma è stato Pio a far accendere le luci. No, non sono ancora quelle di San Siro, ma siamo certi che sia solo una questione di tempo. Sua la rete che ha spaccato il match, e da giorni si rincorrono diversi paragoni tra lui e altri big del mondo del calcio. Pio Esposito come un giovane Luca Toni o un Bobo Vieri?

L’accostamento è ambizioso, ma si basa sul fatto che si intraveda in lui la stessa fisicità, lo stesso fiuto, stessa capacità di tenere palla, attrarre raddoppi, aprire spazi che aveva il goleador azzurro. Con due palle gol nitide, una murata quasi sulla linea, l’altra convertita nel vantaggio nerazzurro. . In una stagione in cui l’Inter sarà chiamata a giocare una quantità enorme di partite, tra Serie A, Champions League, Coppa Italia, Supercoppa, l’idea che Pio possa ritagliarsi minuti è quasi una necessità. Chi oggi invoca la sua permanenza a Milano (e sono tantissimi) è mosso dalla consapevolezza che qui c’è qualità su cui costruire un feeling con Lautaro e Thuram. Il popolo interista questo l’ha capito, ora lo reclama. Sui social la parola d’ordine è una: “Pio deve restare”. E intanto Milano già sogna il proprio fenomeno. Ora tocca alla dirigenza ascoltare questo messaggio. Perché la gente di San Siro è pronta a prenderselo, a sostenerlo e a farlo crescere. E l’Inter ha davanti a sé una scelta: costruire il futuro con Pio Esposito, oppure guardarlo sbocciare altrove, anche se forse la sua versione da bomber e top player in serie B dovrebbe aver insegnato qualcosa.