Caos, rimonte e prove di futuro, a Interlagos è successo di tutto. Ma soprattutto, Max Verstappen, partito dalla pitlane, ha tagliato il traguardo in terza posizione: un’impresa, l’ennesima di un pilota che non smette mai di stupire. A modo suo, una battaglia dopo l’altra e con uno stint finale da qualifica: sale sul podio e, seppur sia ormai complicatissimo, tiene aperta la lotta al Mondiale. E lo è ancor di più perché in Brasile a tagliare il traguardo per primo è Lando Norris: un fine settimana da dominatore assoluto, lasciando agli avversarsi solo le briciole. Sempre in testa, conquistando il GP dopo aver già vinto la Sprint Race e conquistato entrambe le pole position a disposizione nel weekend.
Eppure, sul podio di San Paolo non sorridono soltanto Lando e Max: in mezzo a loro c’è uno straordinario Kimi Antonelli che, senza dubbio, si lascia alle spalle il suo miglior fine settimana da pilota di Formula 1. È magia, è velocità ed è anche nervi saldissimi come dimostrato quando, a sei giri dalla fine, dietro di lui a seguirlo come un’ombra c’era Verstappen. Nessuna sbavatura, difese perfette e una seconda posizione che vale quasi quanto una vittoria. Al tavolo dei grandi ha lanciato un altro segnale, uno di quelli che difficilmente si dimenticheranno. Non l’ha messo ko nemmeno l’harakiri causato da Oscar Piastri che, al settimo giro, subito dopo la ripartenza dopo un periodo di safety car, l’ha centrato in pieno spedendolo contro la Ferrari di un incolpevole Leclerc: l’australiano tira una staccata azzardata, troppo, con Kimi finito fuoripista ma, fortunatamente, senza alcun danno alla sua Mercedes.
Da quel momento ha ripreso in mano la gara e, giro dopo giro, ha costruito un capolavoro.“All’inizio avevo le farfalle nello stomaco, ma che dire… non so da dove partire”, ha raccontato poi a Sky Sport, sceso dalla W16. “In gara sono successe tante cose, è difficile da spiegare. Al restart sono andato un po’ troppo aggressivo sul gas, ho pattinato e perso lo spunto. Quando ho frenato non ho più visto Oscar, ho cercato di non chiudere eccessivamente. Siamo arrivati sfortunatamente al contatto anche con Charles, ma nel male mi è andata bene e sono riuscito a continuare. Oggi era difficile battere le McLaren anche se l’incidente mi ha tolto qualcosa, avevamo un po’ meno passo rispetto a ieri. Non eravamo lontani, è stato un bel weekend e ci dà la carica per la prossima”.
Un capolavoro che, invece, non ha potuto fare proprio Charles, finito nel posto sbagliato e al momento sbagliato: costretto a ritirarsi dopo un avvio promettente, a testa bassa e scuro in volto consapevole che, anche questa volta, in Brasile colleziona uno zero non per causa sua. Gli stessi punti che, alla fine della gara, ha aggiunto in classifica la Ferrari. Una domenica da incubo con anche il ritiro di Hamilton, autore di una prima parte di gara shock: al primo giro un contatto con Sainz che gli ha distrutto il fondo della vettura, poi il tamponamento con Colapinto e la rottura dell’ala, per cui peraltro è stato giudicato colpevole e costretto a scontare cinque secondi di penalità, fino al ritiro. A San Paolo Sir Lewis ci era arrivato sognando, ora tocca resettare tutto dopo aver incassato un altro colpo in una stagione che continua ad essere deludente.
I due Ferrari sono i delusi di giornata, senza dubbio, eppure anche in casa McLaren l’umore è spaccato a metà: da un lato il sorriso di Norris, dall’altro i dubbi di Piastri. Era il pilota di ghiaccio, lo stesso che, però, si è sciolto e ha iniziato a commettere un errore dietro l’altro. E quello commesso nella gara di Interlagos è solo l’ultimo di una serie lunghissima che ha caratterizzato gli ultimi gran premi: sempre meno in lotta per il titolo, specie con un Norris inattaccabile.
Alle spalle dei primi tre c’è George Russell, con Piastri alla fine quinto e davanti a un fantastico Ollie Bearman, ancora a punti dopo una gara tutta grinta e sorpassi. Poi le due Racing Bulls di Lawson e Hadjar, la Sauber di Hulkenberg e l’Alpine di Gasly che chiude la Top 10. Weekend complicato, invece, per Albon, Ocon e Sainz rispettivamente 11°, 12° e 13° e solo davanti ad Alonso, Colapinto, Stroll e a Yuki Tsunoda, autore di una gara disastrosa. Ancora a muro Gabriel Bortoleto, che archivia il suo primo GP di casa con tantissima delusione dopo il botto del sabato, nella Sprint Race. Una gara tutta caos e spettacolo, con una Formula 1 che torna a spaccare. E a regalarci un milione di storie tutte raccolte in appena 71 giri.