Un errore, un testacoda e la gara che finisce nel muro. A Interlagos per Oscar Piastri arriva un altro colpo pesante che mette probabilmente la parola fine alla rincorsa al Mondiale mentre, dall’altro lato del box, c’è un pilota che festeggia. È Lando Norris che, invece, mette un altro mattoncino con l’obiettivo di costruire un fine settimana perfetto. Nessuna sbavatura dal primo giro in pista e, dopo la pole, l’inglese si prende anche la vittoria della Sprint Race allungando in classifica. È perfetto, al contrario dell’australiano: era terzo, alle spalle di Kimi Antonelli fino a quando, alla S do Senna, al 6° giro, la sua gara termina contro le barriere.
Una disattenzione cruciale, con anche un pizzico di sfortuna. Prima del botto, Norris passa sul cordolo ancora bagnato dopo la pioggia caduta prima del via, con la posteriore che solleva una pozza d'acqua e, indirettamente, causa il disastro: Kimi scarta a destra evitandola, cosa che invece Oscar non fa, toccando il cordolo e perdendo il posteriore. Finisce a muro con le mani già sulla visiera, incredulo: un colpo pesantissimo non tanto per i punti persi, visti quelli ancora da assegnare, quanto a livello mentale. Serviva una reazione dopo alcuni fine settimana non positivi ma, in Brasile, arrivano altre batoste: prima in qualifica Sprint con Lando davanti, poi in Sprint Race. E nello stesso punto, pochi attimi dopo, a rischiare grosso è anche Max che, in controsterzo, tiene la propria Red Bull prima di vedere la Sauber di Nico Hulkenberg e l’Alpine di Franco Colapinto finire a muro così come l’australiano.
Sceso dalla sua McLaren l’amarezza è totale, con poche parole a descrivere quanto successo a Sky Sport: “Non è ideale, ma non è altro che un episodio, un errore sfortunato in condizioni di bagnato. Non c’è nient’altro da aggiungere”.
I botti sono comunque pesanti, con la bandiera rossa sventolata subito dopo. Alla ripartenza Antonelli prima si difende da Russell, poi insegue Norris mentre Leclerc e Hamilton mettono pressione ad Alonso fino al giro 22 quando, dopo un bloccaggio alla 1, Charles ne approfitta e in discesa passa l’Aston Martin dello spagnolo. Kimi nel frattempo ci prova, si porta in zona DRS, ma Norris è di ghiaccio: nessuna sbavatura mentre continua a pennellare le curve di Interlagos fino alla bandiera a scacchi, per una vittoria importante sì, ma nemmeno festeggiata. La battaglia è ancora lunga, ma questo è un primo vero allungo. Alle sue spalle Antonelli sfiora la storia, secondo e davanti all’altra Mercedes di Russell a completare il podio, con Verstappen soltanto quarto: continuano i problemi di feeling con la sua Red Bull, ma questa volta dal muretto arriva anche una strigliata da parte del suo ingegnere, Giampiero Lambiase. Una gara senza guizzi tranne che per quel controllo al limite per non fare la stessa fine di Piastri e, seppur a fatica, rimanere aggrappato alla lotta per il titolo.
Quinto è Leclerc con una Ferrari migliore rispetto al venerdì, vista anche la risalita di Hamilton dall’undicesima alla settima posizione, ma ancora non basta: Mercedes si riprende il secondo posto nel costruttori e, in Brasile, servirà una magia come ad Austin per stargli davanti. A dividere i due è Alonso, cattivo nel difendersi fino a doversi arrendere. Completano la Top 10 Gasly, Stroll e Hadjar, poi Ocon, Bearman e Lawson - tornati a battagliare dopo essersi presi al primo giro - Tsunoda, Sainz, Hulkenberg e un miracolato Albon.
Sì, perchè all’ultimo giro il pilota della Williams è fortunato a non essere centrato in pieno dalla Sauber di Bortoleto: il brasiliano prova l’attacco in staccata della prima curva ma, toccando la parte di pista ancora bagnata, perde il controllo della sua C44 e finisce a muro. Da lì, poi, una serie di botti violentissimi tanto da rompere il piantone dello sterzo. Gabriel è ok, ma impossibile pensare che prenderà parte alle qualifiche vista la vettura da ricostruire daccapo, pezzo dopo pezzo.