Potrebbe essere la partita scudetto, ma in vista di Verona-Milan di domenica 8 maggio alle 20.45 c'è già chi ha fatto il pieno di critiche nel pre-partita, almeno stando all'aria che si respira a Verona avvicinandosi alla gara. Non si parla di calcio qui, ma di sicurezza, quella che l'ente preposto ha considerato tutto sommato scontata: l'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive non ha infatti posto restrizioni sulla vendita dei biglietti per la partita, non rilevando particolari profili di criticità, sottovalutando la possibilità di un'alta richiesta di tagliandi da parte dei tifosi rossoneri - essendo il Milan in piena corsa per lo scudetto - e facendo così salire a Verona la tensione.
Una decisione piuttosto insensata considerando tanto le precedenti scelte dell'Osservatorio - in più di un'occasione opposti in presenza di situazioni simili - quanto soprattutto i precedenti specifici tra le due tifoserie, dal momento che le cronache riportano, nel corso degli anni, di scontri piuttosto violenti (con accoltellamenti e arresti come nel 1991 e nel 1992, ma anche più recentemente quelli che nel 2013 portarono a 24 Daspo, per citare i più significativi) e di frequenti situazioni di sopraffazione nei confronti di tifosi rivali ospiti non facenti parte dei gruppi ultras riportate nei giorni seguenti. "Non mi sembra una scelta intelligente", aveva immediatamente contestato la decisione il sindaco di Verona, Federico Sboarina, mentre il club rossonero nei giorni scorsi ha invitato i suoi tifosi sprovvisti di biglietto a non mettersi in viaggio. Del resto proprio questo avrebbe dovuto valutare l'Osservatorio, ovvero la possibilità - poi accaduta - che i tifosi ospiti potessero acquistare biglietti per ogni settore, rendendo più difficile la gestione della sicurezza esterna all'impianto, e che il pubblico di casa potesse trovarsi in minoranza, aumentando così la rabbia degli ultras per i quali una situazione del genere - nelle logiche tribali relative alla difesa del territorio e all'essere padroni a casa propria - rappresenta un affronto. Ed è andata esattamente così: lo stadio è esaurito, i presenti totali saranno circa 28 mila e, nonostante gli oltre 9 mila abbonati dell'Hellas, almeno la metà sarà di fede rossonera.
Insomma, sono presenti tutti gli ingredienti per una domenica di ordine pubblico a rischio, per un rilevante impiego di telecamere di videosorveglianza (circa 130) e dispiego delle forze dell'ordine nei pressi dello stadio già a partire dalle 13. "Stiamo lavorando con la questura e con il comandante della polizia locale - ha spiegato Sboarina - per fare un piano di avvicinamento e di allontanamento al Bentegodi com'era negli anni Ottanta e Novanta, perimentando tutta la zona dello stadio. Il rischio, però, è che il lavoro di prevenzione e di controllo per la tranquillità di andare alla partita e del traffico sia vanificato, trovandosi in un contesto incontrollato". Quello del traffico è un punto diverso, ma ulteriore per quanto riguarda lo sforzo richiesto agli agenti, considerando che domenica sera a Verona è in programma, all'Arena, anche una delle tappe del tour di Zucchero, anch'essa da tutto esaurito.
Fiducia zero, per una situazione evitabile a monte e che vede aumentare la tensione nelle chat dei tifosi mano a mano che la partita si avvicina. Girano messaggi di tutti i tipi a incendiare la situazione, dalle provocazioni di chi evidenzia l'esodo e l'invasione, alle minacce nemmeno tanto velate nei confronti dei tifosi rossoneri occasionali che hanno acquistato i biglietti in settori diversi dal settore ospiti invitati tutti, a prescindere dal sesso e dall'età, a non mostrare vessilli per evitare, quantomeno, gli insulti. Dopo un bienno caratterizzato dalle limitazioni da Covid per l'Osservatorio sarà, nel contempo, anche un punto di ripartenza per quanto riguarda la gestione della prossima stagione: è legittimo pensare infatti che, alla luce di questa apertura, ciò che accadrà o non accadrà domenica a Verona segnerà la filosofia da seguire già dal prossimo agosto.